Suicidio dei preti… e i silenzi della Chiesa

Gentile Direttore,

dico grazie anche a te dal profondo del cuore, dopo averlo fatto direttamente con l’autore del pezzo sul “suicidio dei preti”. Andrea Filloramo ha messo il dito in una piaga difficilmente rimarginabile perché, al di là delle "debolezze personali" di noi preti, vi è una situazione oggettivamente pesante che riguarda non tanto il numero dei suicidi, quanto le cause remote e prossime di questi drammi. Ciò tira in ballo soprattutto la gerarchia, la quale – come spesso avviene – è la prima ad affermare che nulla poteva mai far presagire un gesto insano. E questo potrebbe essere vero. Ma perché solo quando i preti "scattiano" (traduzione siciliana della sindrome del “burnout”) ci si chiede – in ritardo e con aplomb farisaico – cosa passasse nelle menti di questi fratelli? Non voglio polemizzare, ma sarebbe interessante riprendere l’indagine commissionata dalla CEI a inizio di questo millennio (i cui dati per buona parte restano ancora non pienamente accessibili a tutti) per vedere quale tipo di rapporto intercorre fra preti e gerarchia, in modo particolare il vescovo. Se non ricordo male, alla domanda: "a chi ti rivolgeresti per chiedere aiuto davanti a un improvviso problema?" o qualcosa del genere, pare che il vescovo venisse al 5° posto fra i possibili aiutanti e una cosa simile accadeva allorquando si chiedeva al prete di fare una gerarchia degli "amici più vicini". Davanti a questa "istantanea" pochissimi si sono chiesti il perché di questo fossato e ci si intorpidisce ancora riempendosi la testa con discorsi di alto profilo antropologico e teologico: l’umanità del prete, il contesto ambientale nel quale opera, la formazione umana e religiosa, la capacità di relazioni… tutte cose sacrosante ma che davanti a una vita spezzata violentemente sanno – mi si perdoni la parola – di “bestemmia”. Se da un lato tutti i responsabili si rendono conto della situazione "rischiosa" dei preti, dall’altro temo che per tanti si tratti per l’ennesima volta del "pour parler".

Ettore Sentimentale