
Riceviamo e pubblichiamo per provare a fare chiarezza. Se Sua Eminenza Mons. La Piana – Vescovo di Messina vuol dire la sua sempre pronti a intervistarlo.
A tutti i lettori dei giornali che avranno il coraggio di pubblicare
Alla c.a. di Sua Eminenza Mons. La Piana – Vescovo di Messina
Alla c. a. Padre Salvatore Sinitò
Egr. dott. Eligio Giardina – Sindaco di Taormina
Egr. consigliere Nunzio Corvaja
Sono Corrado, un cittadino e modesto cultore di lettere classiche e grande estimatore degli antichi scrittori greci e latini. Non scrivo cognome e indirizzo, non solo perché non voglio avere risposta, ma perché quello a cui ho assisto è vergognoso, e so già che sarei preso di mira, calunniato e minacciato. Funziona così a chi dice la Verità. Ne conosco uno che fu addirittura messo in croce. A mio parere, non bisogna mai fidarsi di coloro che attirano facili e veloci consensi. Da cittadino e da cultore di storia è giusto che però qualcuno parli. Il passato insegna qualcosa e ci sono sempre i corsi e ricorsi storici.
Per tanti anni ho insegnato nelle Scuole dello Stato. Amo leggere ancora Cicerone, Senofonte, Fedro, Esopo e altri.
Mi piace fare riferimento a loro, leggendo avvenimenti attuali e fatti di cronaca. Casualmente ho letto quotidiani che in questi giorni riportano notizie discordanti a proposito della diatriba ecclesiastica Taorminese.
Non conosco nessuno degli interessati, per cui non so neppure quali studi abbiate fatto nei vostri anni giovanili.
Da quanto pubblicato e letto sui quotidiani, potrei drammatizzare la vicenda ricorrendo a CICERONE e dicendo subito che si tratta di UNA CONGIURA… come quella di CATILINA.
Ma mi piace ricorrere alle favole e la prima che mi viene in mente – a tal proposito – è quella di FEDRO intitolata IL LUPO E L’AGNELLO.
E’ facile trovarla su internet; ma per comodità la voglio trascrivere, dando poi una traduzione ad hoc.
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi; superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgi causam intulit. “Cur” – inquit- “turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?” Laniger contra timens: “Qui possum, quaeso, facere, quod quaeris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor”. Repulsus ille veritatis viribus: “Ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi”. Respondit agnus : « Equidem natus non eram ». «Pater hercle tuus, ille inquit, male dixit mihi ». Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Mi permetto tradurre parafrasando e sintetizzando: <<Alla stessa ambìta parrocchia dove sta da 5 anni l’AGNELLO (Sinitò) in Vescovo deve mettere un LUPO che stava in alto loco. E nonostante l’AGNELLO fosse lontano ed in basso loco, i capi gli intentarono una causa. “perchè hai reso turbolenta la Comunità?” e L’AGNELLO: “Di grazia, signor Vescovo, perché mi accusa di tanto malfatto? Quianto mi ha chiesto di fare, ho agito, sistemando ben 12 chiese”. “Si, ma tu hai offeso delle persone. Hai parlato male di me. Hai fatto venire i giornali”. “Ma non sono stato io”. “Se non sei stato tu, sono stati altri mandati da te. E PER QUESTO TE NE DEVI ANDARE DA TAORMINA”. E il povero AGNELLO (Sinitò) CI LASCIO’ LA PELLE.
Quello che importa è la finale della FAVOLA scritta da FEDRO a suo tempo, e che scrivo adesso perché REALIZZATA E RESA ATTUALE dal Vescovo La Piana:
HAEC PROPTER ILLOS SCRIPTA EST HOMINES FABULA, QUI FICTIS CAUSIS
INNOCENTES OPPRIMUNT. Che vuol dire : QUESTA FAVOLA E’ STATA SCRITTA PER QUEGLI UOMINI (si può tradurre diversamente!!) CHE OPPRIMONO GLI INNOCENTI INVENTANDO SCUSE E FATTI INESISTENTI.
Mi permetto da lettore di fare, però, qualche riflessione: Il giornalista Paolo Valentino pur facendo parte del serio Corriere della Sera, è stato meschino, così come la giornalista Francesca Taormina nella sua intervista a Dario Fo: non si comprende il perché della domanda della Taormina sul parroco Sinitò, all’attore, che però da Uomo non esprime giudizi sul sentito dire.
Bene ha fatto il consigliere Corvaja, a puntualizzare le cose senza mezzitermini, non accettando anonimato, dicerie, pettegolezzi. Poco o affatto sincero e pastorale il Signor Vescovo: avrebbe fatto meglio dicendo all’AGELLO “senti c’è un LUPO che vuole venire a Taormina; mi serve questa Parrocchia!!! Grazie per quanto hai operato in questi 5 anni: dimmi dove vuoi andare”.
D’altra parte, di cambiamenti, più o meno importanti e necessari, in questi anni il Vescovo ne ha effettuati parecchi: a quel che sento scontentando e i Preti interessati e i Parrocchiani!! Questa volta – a mio modesto parere – l’ha fatta grossa: ECCO PERCHE’ SE NE STA PARLANDO NON SOLTANTO A TAORMINA E DINTORNI, MA ANCHE IN TUTTA ITALIA E ALL’ESTERO, VISTO CHE TAORMINA E’ CAPITALE EUROPEA E MONDIALE.
Corrado, un essere che sa interpretare e andare oltre le dicerie