Allerta morbillo in Italia, oltre mille casi nel 2014

Pediatri preoccupati per l’incremento esponenziale dei casi di morbillo in Italia. L’allarme è stato lanciato in occasione del Congresso Italiano di Pediatria in corso a Palermo. “Nel mese di aprile 2014, si sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall’inizio dell’anno , in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi ” afferma Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e Presidente della Commissione vaccini della SIP. “Lo scorso anno vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati ad oggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale”.
Il fenomenonon è solo italiano. Anche l’Europa e gli Usa stanno registrando il diffondersi di focolai. La scorsa settimana il Centro per il controllo delle malattie infettive e la loro prevenzione di Atlanta ha denunciato negli USA 288 casi dall’inizio dell’anno fino al 23 maggio, il più alto numero di infezioni dal 1994.
“Per affrontare questa emergenza – evidenzia la Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente SITIP e Presidente della Commissione dell’OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita – l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato una Commissione di esperti per attuare un Piano di prevenzione a livello europeo al quale hanno aderito 53 Paesi dell’UE e altri Stati del mondo, con l’obiettivo di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015”.
Considerata una malattia innocua, il morbillo è invece responsabile di encefalite in un caso su mille, evento che porta alla morte o a danni permanenti. Inoltre,se contratto in età adulta, il morbillo ha molti più rischi di effetti collaterali perché la sindrome è più violenta, esponendo il paziente a complicanze e ricoveri.
Benché non vi siano dati certi relativi alla copertura vaccinale, pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: l’incremento dei casi è da attribuire al calo delle coperture vaccinali. “In Italia – precisa Susanna Esposito – la situazione della copertura vaccinale risultaad oggi alquanto complessa: se la copertura con la prima dose appare buona sebbene non ottimale (circa il 90% e non il 95% raccomandato), quella della seconda dose è, invece, nettamente inferiore agli standard richiesti, anche perché è stata introdotta soltanto nel 2005. Questo il motivo per cui tanti adolescenti e giovani adulti che non hanno avuto la malattia non sono vaccinati o sono stati vaccinati solo una prima volta”.
Le campagne degli antivaccinatori che spopolano su internet stanno diffondendo la falsa credenza che la vaccinazione MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) possa causare autismo. Si tratta di un falso scientifico, sostenuto 15 anni fa dal medico inglese Andrew Wakefield – radiato dall’albo per aver falsificato i dati del suo studio sull’argomento – che continua ad avere effetti dirompenti dopo che alcune sentenze sciagurate, tra cui quella di Rimini del 2012, hanno riconosciuto un nesso di causalità tra vaccino e autismo.
“La democratizzazione dell’informazione genera anche falsa informazione” afferma Ugazio. “Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della medicina ‘postmoderna’: una medicina chenon riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazioni sono una cosa, la conoscenza è un’altra cosa: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano”.