Nuovi vaccini, i pediatri fanno il punto

Papillomavirus, meningocco B, pneumococco, rotavirus: al Congresso Italiano di Pediatria in corso a Palermo gli esperti si confrontano sui nuovi vaccini e sugli scenari che si aprono nel contrasto alle malattie infettive. Estendere vaccino HPV anche agli adolescenti maschi per prevenire i tumori e infezioni–Tra l’80 e il 95% dei tumori anali, il 50% di quelli del pene e tra il 45 e il 90% di quelli di testa e collo sono correlati ad una infezione da HPV. Da qualche anno è stato introdotto in Italia il vaccino, che al momento è offerto gratuitamente solo alle adolescenti. “ Mai tumori correlati all’infezione da HPV colpiscono in maniera considerevole anche la popolazione maschile:su circa 30 mila casi complessivi ben 12 mila riguardano i maschi”, spiega Chiara Azzari, professore di Pediatria all’Università di Firenze. “Va inoltre considerato che alcune tipologie di tumori HPV correlati, come quellidella testa e del collo (faringe, lingua, esofago, tonsille) sono cinque volte maggiori nella popolazione maschile rispetto a quella femminile (2.300 casi tra le donne i Europa contro 11 mila tra i maschi)”. Per queste ragioni dal 70° Congresso italiano di Pediatria gli esperti chiedono che il vaccino HPV venga esteso anche agli adolescenti maschi. Il vaccino mostra un’efficacia del 100% per alcune tipologie tumorali e la risposta nei maschi è del tutto simile a quelle delle donne. “inoltre – conclude la Azzari – il vaccino ha una elevata efficacia anche contro i condilomi, che rappresentano una piaga molto diffusa tra gli adolescenti di entrambi i sessi, con una percentuale maggiore tra i maschi e un forte impatto sulla qualità della vita”.
Antimeningococco B, la meningite fa meno paura ma il vaccino resta a carico delle famiglie – Il Meningococco di tipo B è tra le principali cause di meningite anche nel nostro Paese. Da dicembre 2013 è disponibile un nuovo vaccino contro questo terribile agente infettivo, che presenta una mortalità elevata, intorno al 15-20%, con un picco nel primo anno di vita. La malattia meningococcica ha una evoluzione molto rapida con un inizio della sintomatologia, caratterizzata da: inappetenza, febbre, nausea, mal di gola, che può peggiorare rapidamente nelle ore successive con altri sintomi più gravi, fino ad un possibile decesso del paziente. Molto spesso questo tipo di malattia non viene riconosciuta in tempo: quando il bambino arriva in ospedale spesso l’infezione è molto diffusa e la terapia inefficace.
Il vaccino contro il meningococco di tipo B, studiato e costruito in Italia, quale importante arma di difesa, contiene le 4 proteine più frequentemente espresse da tale batterio e permette una copertura dell’infezione intorno all’ottanta per cento; somministrabile a partire dai due mesi di età, il nuovo vaccino contro il meningococco di tipo B, offre diverse opzioni di schedula vaccinale, che possono essere integrate negli attuali programmi di vaccinazione di routine. Al momento il costo è a carico delle famiglie, per cui come sostiene Rocco Russo, Pediatra dell’Unità Materno-Infantile di Benevento e Napoli1, membro della Commissione Vaccini della SIP, l’auspicio è che, una volta superati una serie di aspetti tecnico-organizzativi, si possa offrire questo tipo di vaccino gratuitamente su tutto il territorio nazionale. Le nuove indicazioni all’uso di PCV13: un aiuto ai bambini con malattie croniche-Dal 2013, la Commissione europea ha esteso l’indicazione del vaccino pneumococcico coniugato 13-valente a tutta l’età pediatrica, così che oggi possono essere protetti dalle infezioni sostenute da Streptococcus pneumoniae (Sp) non solo i bambini dei primi anni di vita ma anche quelli di età scolare e gli adolescenti. “L’estensione dell’uso del vaccino ai soggetti di età compresa tra i 6 e i 17 anni – evidenzia Nicola PrincipiProfessore di Pediatria, Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano – è stata possibile perché i dati acquisiti hanno chiaramente dimostrato che PCV13 è in grado di indurre anche in questi soggetti, tra i quali sono stati inclusi anche alcuni con asma, una risposta immune potenzialmente protettiva per tutti i sierotipi inclusi nel vaccino, senza alcun rischio di emergenza di eventi avversi significativi. Il vantaggio dell’estensione – sottolinea Principi – è di particolare rilievo per i bambini grandi con malattie croniche a forte rischio di complicanze pneumococciche, come i soggetti con gravi malattie cardiorespiratorie, quelli con forme croniche renali ed epatiche, i diabetici e, in genere, tutti gli immunodepressi.

Antirotavirus, gratuito in Sicilia. I Rotavirus sono i principali responsabili di gastroenterite acuta nell’infanzia con numeri da capogiro: 300mila casi l’anno, 80mila visite mediche e 10mila ricoveri l’anno solo in Italia.L’infezione è comune e la trasmissione avviene per via oro-fecale, mediante acqua, alimenti od oggetti contaminati. Il decorso è variabile: da forme senza sintomi, sino a diversi gradi di gravità con febbre, vomito e diarrea che possono protrarsi sino a 3 settimane. Il rischio maggiore in questi casi è rappresentato dalla grave disidratazione che può mettere a rischio la vita del lattante se non trattata tempestivamente e adeguatamente. I due vaccini attualmente disponibili hanno mostrato di prevenire più dell’80% delle ospedalizzazioni e tra il 77 e l’80% dei casi gravi con un abbattimento notevole dei costi medici e sociali. E il profilo di sicurezza della vaccinazione ha portato alla raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi il vaccino è entrato nei programmi di immunizzazione di 50 Paesi, mentre in Italia solo la Sicilia lo ha reso disponibile in offerta gratuita raggiungendo una copertura superiore al 40%, mentre in altre Regioni è in regime di co-pagamento.“La Sicilia è stata la prima regione a recepire la necessità di offrire gratuitamente il vaccino anche a causa della facilità di trasmissione del virus nei reparti ospedalieri. Da noi la vaccinazione è consigliata ed offerta gratuitamente, viene somministrata al 3°mese di vita con un richiamo al 5° e al momento abbiamo ottenuto una copertura media del 30% con picchi a Palermo e Trapani del 45%” spiega Francesco Vitale, Ordinario di Igiene presso l’Università di Palermo.
“Un buon risultato se consideriamo che la vaccinazione, introdotta nel calendario vaccinale regionale alla fine del 2012, è iniziata realmente nel 2013. Tuttavia, l’obiettivo resta la copertura di almeno l’80% della popolazione infantile, quota necessaria ad interrompere la catena di trasmissione di questo virus molto insidioso che si trasmette facilmente in condizioni igienico sanitarie scadenti e si diffonde più spesso in concomitanza con infezioni virali stagionali come l’influenza”.