Il Lavinia Dickinson Project al TreviglioPoesia: versi contro l’antisemitismo e il razzismo

di Roberto Malini

Il Festival TreviglioPoesia raggiunge con l’edizione in corso l’ottava edizione. E’ un festival diverso dagli altri, nel panorama italiano, perché mette al centro di ogni singolo evento il poeta nella sua dimensione di essere umano. La politica, i salotti, il do ut des non fanno parte del pensiero alla base del quale il festival è stato fondato. Quando abbiamo conosciuto Nicola Castelli e gli altri organizzatori della kermesse, ci siamo trovati subito in sintonia con loro. Non abbiamo nascosto che la nostra poesia promuove valori civili spesso considerati "scomodi", anche dai gestori di festival, premi e altri avvenimenti i poesia e cultura: la Memoria della Shoah, la denuncia di abusi istituzionali sulle minoranze e l’ambiente, la difesa dei migranti, dei profughi, dei rom, della comunità gay. TreviglioPoesia ci ha aperto le porte e ieri, 25 maggio, introdotti da Nicola Castelli, Steed Gamero, Elisa Amadori Brigida e io abbiamo proposto la nostra poesia nello spazio che è un po’ il cuore pulsante della manifestazione: il Cortile della Poesia. Il giorno successivo alla strage al Museo Ebraico di Bruxelles e nello stesso giorno di un’altra aggressione antisemita in Francia, Lavinia Dickinson Project ha onorato la memoria degli ebrei assassinati nella sparatoria e ha detto no all’antisemitismo che riaffiora nell’Unione europea. Difendere la Memoria e promuovere i diritti umani pone oggi l’attivismo, anche quello culturale, nel mirino dei movimenti razzisti e neonazisti; non a caso, il mio nome e quello di artisti civili come Dario Picciau (nostro ospite d’onore al TreviglioPoesia) sono stati inseriti più volte nelle liste di proscrizione di StormFront e WhitePride, i nuovi seguaci della svastica. E non a caso abbiamo subito atti di ostilità e lunghi processi penali, avviati da istituzioni intolleranti, a causa del nostro impegno umanitario a tutela delle minoranze, processi che si sono risolti con assoluzioni con formula piena, ma solo dopo tanti anni, dopo tante udienze e rinvii, in un clima kafkiano. Il TreviglioPoesia ha dato spazio – il suo spazio così umano – alla nostra poesia per la Memoria e i diritti umani. Ieri pomeriggio, davanti a un pubblico numeroso e attento, ho interpretato alcune poesie dalla mia raccolta "Dichiarazione". Poesie che nascono dai miei numerosi incontri con i sopravvissuti ai campi di sterminio e parlano dell’Olocausto, delle sue vittime delle tenebre che ha lasciato nel mondo. Steed Gamero ha letto le poesie dal suo libro "I ragazzi della Casa del Sole", che hanno messo in luce la fragilità dei giovani di fronte al potere, in una società che diventa un tritacarne con chi è vulnerabile. Elisa Amadori Brigida ha dato voce all’anima di chi migra fuggendo dalla persecuzione e di chi migra ogni giorno, nel suo cuore, per sottrarsi al mostro dell’indifferenza. Hanno accompagnato le nostre letture due musicisti in perfetta simbosi con i nostri valori artisitci e umani: Marco Mantovani alla chitarra e all’arpeggiatore Saarang, e Fabio Patronelli all’handpan, percussione che nasce dalle campane tibetane. Al termine di ogni lettura, gli spettatori hanno applaudito lungamente e molti di loro avevano gli occhi lucidi. "Non è stata solo una letture di poesie," ci ha detto uno di loro al termine della performance, "ma un’esperienza profonda, intensa, spesso dolorosa. Indimenticabile. Necessaria".