è di Roberto Malini l’inno contro l’omofobia adottato dai gay dell’Uganda

di EveryOne Group 

Roberto Malini, poeta e difensore dei diritti umani, è molto noto presso la comunità gay ugandese per le azioni che ha condotto, insieme al Gruppo EveryOne di cui è co-fondatore, sia per consentire a profughi omosessuali di ottenere asilo nell’Unione europea, sia per le azioni civili contro la legge anti-gay. La legge, che prevede pene carcerarie fino all’ergastolo per le persone omosessuali è entrata in vigore il 24 febbraio scorso quando è stata firmata dal presidente Yoweri Museveni. Il parlamento ugandese l’aveva approvata il 20 dicembre 2013. Le azioni civili condotte dal Gruppo EveryOne insieme all’associazione di Kampala St. Paul’s Voice Centre avevano ottenuto il consenso di alcuni membri del parlamento della Repubblica dell’Uganda che tuttavia non è bastato a fermare il provvedimento. Dopo aver inviato agli attivisti ugandesi le bandiere arcobaleno per il gay pride di Kampala 2013, svoltosi in un clima di ostilità da parte delle autorità locali, Roberto Malini e l’attivista ugandese Patrick L. avevano organizzato una performance di poesia a sostegno della comunità LGBT, nell’àmbito del movimento di poesia internazionale 100 Thousand Poets for Change. Nel corso di quell’evento, il 27 settembre 2013 a Kampala, veniva letta pubblicamente la poesia di Malini "Siamo l’arcobaleno" (We are the Rainbow)*, un inno alla tolleranza. Dopo l’approvazione della legge, gli omosessuali ugandesi vivono giorni di angoscia. Molti di loro cercano di lasciare l’Uganda per rifugiarsi in nazioni più tolleranti, specie dopo la pubblicazione di una lista di 200 omosessuali sulle pagine della rivista omofoba Red Pepper. Le associazioni St. Paul’s Voice Centre ed EveryOne Group svolgono azioni umanitarie per sottrarre le persone LGBT alla persecuzione istituzionale. Alcuni attivisti omosessuali hanno chiesto a Roberto Malini di scrivere un’altra poesia civile contro la legge che criminalizza i gay. Il poeta e attivista ha scritto la poesia "C’è una nuova legge in Uganda" (There’s a new law in Uganda), che è stata accolta dai gay ugandesi come un inno di libertà, contro la persecuzione omofobica. Il testo della poesia, che riproduciamo qui di seguito, è stato trasmesso al presidente Museveni, ai ministri e a tutti i membri del parlamento ugandese.

C’è una nuova legge in Uganda

di Roberto Malini

C’è una nuova legge in Uganda,
approvata dal parlamento
e firmata dal presidente.

E’ nera come la tomba,
è gialla come la febbre,
è rossa come il sangue.

Ordina alle stelle di spegnersi
e agli uccelli della foresta
di non cantare più.

Impone ai tramonti
di non dipingere più il cielo di rosso,
al sole giallo che sale
sul Ruwenzori
di cambiare colore
e alle notti di non indossare più
la veste nera.

C’è una nuova legge in Uganda,
approvata dal parlamento
e firmata il presidente.

E’ nera come la tomba,
è gialla come la febbre,
è rossa come il sangue.

E’ una legge che intima alla vita
di diventare sabbia,
alla speranza di diventare pietra
e all’amore di diventare paura.

"C’è una nuova legge in Uganda"
scrive il tramonto con inchiostro rosso
e la notte ammantata di nero
legge quelle parole agli amanti,
che le ascoltano
e si stringono ancora più forte
perché ogni attimo d’amore
ha tutti i colori del mondo.

"E’ nera come la tomba,
è gialla come la febbre,
è rossa come il sangue"
cantano gli uccelli della foresta,
mentre le stelle,
sempre accese,
li ascoltano.

E il sole giallo sale sul Ruwenzori
e la vita non si perde
nel vento come sabbia
e la speranza non si cristallizza
e l’amore non trema.

Perché nelle notti oscure
e in quelle stellate,
sotto il sole giallo
o nei tramonti rossi come il fuoco,
ogni cosa ha il suo destino
e ogni attimo d’amore
ha tutti i colori del mondo.