L’ONU ATTACCA LA CHIESA, PERCHè PROTEGGE ANCORA I PRETI PEDOFILI

L’improvviso attacco dell’ONU del cinque febbraio è persecuzione contro la Chiesa e non c’è nulla di nuovo sotto il sole se non che, oggi, (almeno nell’Europa e nelle Americhe) essa avviene senza spargimento di sangue ma in modo più subdolo e sottile con l’indifferenza, lo scherno, la sufficienza, i proclami di tanti “intellettuali” e le “leggi” contro il diritto naturale ormai approvate e codificate da parecchi governi; e tutto questo tra fedeli spettatori confusi. Nulla, comunque, si comprende se non si tengono ferme le parole del Maestro: “Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi ha odiato me” (Gv. 15,18) o “beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano e dicono male contro di voi, mentendo, per causa mia” (Mt. 5,11). Per conoscere i particolari di tale persecuzione, basta leggere la Storia, quella completa. Qui, però, nel caso dell’ultimo “attacco”, non di storia “scritta sui libri” si tratta ma ancora di cronaca dell’altro ieri che si è andata dipanando sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, negli anni scorsi con l’accanimento di giornali “primi della classe” come “Repubblica” o trasmissioni televisive tipo la famigerata “Anno zero” (2007). E, tuttavia, mi pareva che ciò fosse cronaca ormai trascorsa. Così, a primo colpo, non sono riuscito a capacitarmi del perché questo “Comitato” dell’ONU“ per i diritti del fanciullo”, abbia riesumato ora – “hic et nunc” – il cadavere di una “materia”, la cosiddetta “pedofilia dei preti”, già affrontata con estremo rigore da Papa Ratzinger e “sepolta”, appunto, qualche anno addietro. Perché – mi sono chiesto – ridarla in pasto a giornali e televisioni che sanno subito come riorganizzare il clamore? Che questi signori e signore d’America e loro servitori di Ginevra, abbiano ricevuto un ordine improvviso e perentorio da una cupola massonica da cui parecchi di loro sicuramente dipendono e sono lautamente pagati? Se sì, perché? E perché proprio ora? Forse per offuscare l’enorme consenso che stanno suscitando presso l’umile gente le parole e i gesti del Papa Francesco e magari dargli un avvertimento: “stai attento a non lanciare sassi in aria perché hai tegole di vetro”? (parafraso un proverbio del mio paesello, in Sicilia: “cu iàvi canàli di vitru no-mmi tira pètri!”). Solo questo o c’è dell’altro? Nel periodo in cui sui giornali e in tv impazzava il baccano intorno alla “pedofilia dei preti”, io stesso con l’infinitesimo spazio del mio “foglietto” rozzanese che i cinque benevoli lettori conoscono, avevo inteso incitare i fedeli ad aprire gli occhi per difendere la loro Chiesa e il loro Papa ingiustamente accusati in blocco di pedofilia; molti amici, infatti, erano ammutoliti perché schiacciati dal cosiddetto “panico morale” organizzato da una propaganda mai vista prima. Non posso dimenticare, fra vari tamburi e grancasse battenti, “l’Unità” del 26-III-2010 che pubblicava in prima pagina la foto di un prete, ripreso di spalle e in talare, mentre passa di notte in un dormitorio di collegio coi bambini che dormono; sotto la foto, la scritta in grande “Segreti e bugie” e all’interno 8 (otto) pagine di “spiegazioni”. Era il momento più caldo del clamore e il quotidiano degli ex comunisti del Partito Democratico ce la metteva tutta magari accozzando fotomontaggi o parti combinate di film che per il grosso pubblico diventavano “documenti” probanti molto più efficaci delle parole scritte. Non era da meno “la Repubblica” del 13-III-2010 che tentava di infangare direttamente Papa Ratzinger pubblicando la sua foto in prima pagina con sotto, scritto in grande, il titolo dell’articolo: “Caso di pedofilia a Monaco con Ratzinger vescovo”. Un insieme studiato con perfidia intelligente affinché il riferimento alle responsabilità della Chiesa e, soprattutto, del Papa stesso, risaltasse subito anche all’occhio del lettore più distratto e gli rimanesse impresso nella memoria. E che il fine della montatura fosse il Papa lo si evinceva anche dal “Manifesto”, tuttora “Quotidiano comunista”, che, quasi ogni giorno, sciorinava titoli del seguente tenore: “Lo scandalo arriva al Papa” (13-III-2010), “Abusi, il papa occultò” (26-III-2010), “Il papa sapeva e ha taciuto” (27-III-2010). Forte di mie indagini private, ricordi ed esperienze personali, letture di giornali e di libri (fra cui: Massimo Introvigne, “Preti pedofili. La vergogna, il dolore e la verità sull’attacco a Benedetto XVI”, Edizioni San Paolo, 2010, pp. 96, euro 8), concludevo, come del resto tutte le persone sensate, che, sì, c’erano i casi deplorevoli e disgustosi di preti sciagurati che, tradendo il giuramento a Cristo, si erano avvoltolati nel fango ma che, comunque, si trattava pur sempre dello “zero-virgola” sugli oltre 400 mila sacerdoti nel mondo. Certo, conosco ed è giusta l’obiezione: “anche un solo prete pedofilo costituisce un grave scandalo per tutti i cattolici!” È vero. Ma i “numeri” in tale materia sono pur sempre importanti e necessari, non essendo indifferente sapere se i casi sono due, duecento o ventimila; e quei numeri sono stati di sicuro gonfiati a dismisura dai mass-media. Leggevo, ad esempio, su “Avvenire” dell’8-III-2010 che “nel periodo in cui un centinaio di preti americani era condannato per abusi sui minori, i professori di ginnastica e allenatori (quasi tutti sposati) giudicati colpevoli di identico reato sfioravano i 6000”. Tuttavia, al di là delle cifre vere o no, mi veniva subito e mi viene ancora, istintiva, la protesta contro tali farisei manipolatori di opinione pubblica: questi signori si fingevano e si fingono scandalizzati per il “fango” quando, invece, ne erano stati (e sono) i primi spargitori avendone – loro! – nei decenni scorsi prodotto tanto da sommergere l’intera società. Per ragioni di anagrafe (sono nato nella “prima metà del secolo scorso”!), in questi ultimi 50 anni ho avuto modo di vivere e studiare e patire tutto il processo di dissoluzione e “paganizzazione” della società; io con poveri mezzi artigianali ho combattuto in prima persona per frenare questa autodemolizione, pertanto mi sento di essere buon testimone e, se occorre, accusatore. Io c’ero – studente e giovane insegnante intorno al “1968” correvo “con bandiere e trombette” le piazze e le strade non solo di Milano – , quando questi rampolli danarosi e borghesi, poi divenuti sindaci, consiglieri, assessori, direttori, magistrati, deputati, ministri, segretari o presidenti di qualcosa, giornalisti di quei giornali che si scandalizzano per la pedofilia di preti…, io c’ero mentre giocavano alla rivoluzione comunista, e li vedevo e sentivo incitare i ragazzi a fuggire dalle famiglie e a rinnegare padri e madri secondo loro ormai superati, quando dicevano che la droga non faceva male e che, anzi, apriva la mente alla fantasia, quando promuovevano la rivoluzione sessuale e il libero amore di gruppo e parlavano perfino di “diritto dei bambini ad avere una loro sessualità anche con adulti”… Io li ho conosciuti personalmente costoro quando, entusiasti, spargevano il disordine e il “fango”, cioè cose che nel corpo sociale fermentano per gradi ed esplodono anche dopo decenni: costoro dovrebbero stare zitti, battendo il loro petto e non quello degli altri! Tornando al Comitato dell’ONU, nella sua “sparata” c’è sicuramente dell’altro. E infatti lorsignori, minacciando di rinverdire la vecchia questione della “pedofilia dei preti”, devono aver cogitato di potere ammorbidire e intimidire la Chiesa colpevole, ai loro occhi, di essere rigida su aborto (“revisione della propria posizione sull’aborto” recita uno dei 65 – sessantacinque! – “punti” della loro “nota”), morale sessuale, “accesso alla contraccezione”, “matrimoni” gay, indottrinamento dei bambini nelle scuole sulle “nuove” famiglie e sui “nuovi” generi sessuali, revisione dei libri di testo usati fino ad ora; cose, per altro, già pronte per essere diffuse anche nelle scuole italiane e preparate nei Ministeri, pubblicazioni, libri e opuscoli stampati col nostro denaro (per costoro non c’è la crisi!) dove si parla di “famiglia” formata da un bambino con “due papà” o “due mamme”… Ma i signori dell’ONU sbagliano di brutto anche perché sull’argomento “pedofilia” essi hanno molte “tegole di vetro” (i famigerati “canàli di vitru”) e farebbero meglio, anche loro, a starsene completamente zitti: sulla questione, infatti, – a parte “Avvenire”, ovviamente – ha risposto di slancio il “Foglio quotidiano” (7-II-14) del caustico “laico” Giuliano Ferrara, in prima pagina con una lettera di incoraggiamento a Papa Francesco, una raccolta di firme e una relazione intitolata in grande “L’abuso dei fanciulli? È dell’ONU”, dove si elencano le violenze su bambini e gli stupri non solo da parte di molti militari in missione targati “NU” ma anche di tanti alti funzionari e burocrati del Palazzo di vetro, soprattutto presso le popolazioni più povere dell’Africa. Io, a ogni buon conto, sono corso a rileggere “altre Parole” (quelle “che in eterno rimbombano” direbbe Dante) che mi danno conto e ragione di molte più cose che non le chiacchiere sparse da New York e da Ginevra. Eccole, in latino suonano meglio: “Haec omnia tibi dabo, si cadens adoraveris me/tutto questo ti darò, se prostrato mi adorerai” (Mt. 4,9); le conosco anche perché la Liturgia ce le propone ogni prima Domenica di Quaresima. Sono passati due mila anni, ma nulla è cambiato: allora era il vecchio Satana a pronunciarle perché a lui Gesù aveva permesso di tentarlo nel deserto o sul pinnacolo del Tempio, dopo i “quaranta” giorni di digiuno; oggi è ancora lui, sotto il nome esplicito di “Padrone del mondo”, che muove i fili dei suoi “pupi” sparpagliati in ogni organizzazione internazionale; egli tenta di imporre la propria dittatura all’unica realtà rimasta “libera” su tutta la faccia della terra, la Chiesa Cattolica, che – nonostante difetti e peccati dei suoi membri – non si lascia omologare. Ma mentre Satana, essendo angelo intelligente, sa bene che non potrà farcela giammai contro di Essa, le sue povere marionette, invece, si illudono e a testa bassa vanno all’assalto ogni volta che qualcuno dall’alto fa credere loro che l’ordine di aggressione alla Chiesa sia l’ultimo e il decisivo! Così i servitori dell’ONU continuano ad esercitare, speranzosi, il loro bravo mestiere: danno un fattivo contributo a tale “Padrone” che pretende, come allora, di essere perfino adorato. Ma “non praevalebunt”. Spero solo che i cattolici si ricordino di queste Parole e non si lascino intimidire.

Carmelo Bonvegna