
Domenica 16 febbraio, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni (via Manzoni, 42 – Milano), “Aperitivo in Concerto” presenta un affascinante progetto dedicato alla musica di John Zorn, artista con cui da anni la rassegna ha stabilito uno stretto rapporto di collaborazione. Il gruppo Abraxas, guidato dal bassista Shanir Ezra Blumenkranz (collaboratore da anni dello stesso Zorn), rilegge in modo originalissimo, teatrale e trascinante, parte della produzione compositiva zorniana inserita nella raccolta denominata “Book of Angels”.
Blumenkranz (che si è anche esibito a fianco di artisti come George Garzone, Satoshi Takeshi, Hank Roberts, Daniel Carter, Sabir Mateen, Roy Campbell Jr., Tony Malaby, Jim Pugliese, Jamie Saft, Anthony Coleman, Mark Dresser, Anthony Braxton, Sonny Simmons, Ned Rothenberg, Marty Erlich, Trevor Dunn, Susie Ibarra, Cyro Baptista, Marc Ribot, Kenny Wollesen, Joey Baron, Erik Friedlander, Roberto Rodriguez, Louie Belogenis, Ikue Mori) e Abraxas reinterpretano l’universo creativo di Zorn in un modo del tutto innovativo e originale, esplorando innanzitutto le sue radici ebraiche, che in esso assumono la veste particolarissima di una tradizione mediorientale reinventata quanto inventata: il materiale linguistico è inconfondibilmente e arcaicamente ebraico, utilizzato però per composizioni che “trasportano” nella contemporaneità un mondo antichissimo e di radicali coerenza e personalità. Blumenkranz (che fa largo uso della peculiare, ancestrale sonorità del gimbri, conosciuto anche come guembri o sintir, strumento a tre corde utilizzato soprattutto dagli Gnawa, popolazione marocchina discendente dagli schiavi neri provenienti dai paesi dell’Africa a sud del Sahara) “spinge” la forza espressiva di tali arcane melodie ancora più oltre, immergendole nella ribollente contemporaneità del melting pot newyorkese grazie alla presenza di due eccezionali virtuosi della chitarra, l’israeliano Eyal Maoz (anch’egli scoperto da Zorn e leader già affermato di gruppi che si esibiscono regolarmente in tutto il mondo) e l’americano di origine armena Aram Bajakian (collaboratore di John Zorn, Diana Krall, Yusef Lateef, Billy Martin, Marc Ribot e, per quasi due anni, di Lou Reed), e alla vigorosa e raffinata propulsività della batteria di Kenny Grohowski, strumentista che vanta collaborazioni con Lonnie Plaxico, Secrets Chief3, Vernon Reid, Peter Cincotti, Giovanni Hidalgo e altri. La musica di Zorn riletta da Blumenkranz e Abraxas oscilla perciò fra due affascinanti estremi: incantatorio, evocativo lirismo e incontenibile, liberatoria energia, che i musicisti alternano con sapiente istinto teatrale e, spettacolo nello spettacolo, con pirotecniche capacità strumentali.