LA STELLA DI PIETRA

È il 1487. Michelangelo Buonarroti è a bottega dal Ghirlandaio. Come nel suo carattere, tramandatoci da scritti e memorie, si dimostra insieme l’allievo più talentuoso e indisciplinato della Scuola. Michelangelo ancora non sa che il suo genio indiscusso sarà riconosciuto patrimonio dell’umanità e che le sue opere ispireranno nel bene e nel male le esistenze che calcheranno le sue stesse vie. È il 1980. Sara Terracini, giovane laureanda in Storia dell’arte, nelle sue ricerche sul grande architetto, pittore e scultore Michelangelo Buonarroti, si trova di fronte a una verità sconvolgente. Qualcosa che molti studiosi avevano già ipotizzato, senza però avere conferme a riguardo. Il complesso statuario del Laocoonte, attribuito alla produzione romana come copia di un’antica statua greca, appartiene in realtà a un’epoca diversa. Lo dimostra la complessità della sua struttura, la fedele riproduzione anatomica e il fascino mistico e spaventoso che si sprigiona dal vecchio avvolto nelle spire dei serpenti. Sara Terracini sa che esistono alcuni bozzetti, secretati agli occhi della Storia, che proverebbero la paternità dell’opera, per mano del grande Michelangelo. Ma quello che Sara non sa è che questi bozzetti potrebbero essere tenuti nascosti per un motivo: e se questo tesoro fosse servito a finanziare oscure trame del terrorismo nei terribili Anni di Piombo?

Marco Buticchi è nato a La Spezia e ha viaggiato moltissimo per lavoro, nutrendo così anche la sua curiosità, il suo gusto per l’avventura e la sua attenzione per la storia e il particolare fascino dei tanti luoghi che ha visitato. È il primo autore italiano pubblicato da Longanesi nella collana «I maestri dell’avventura», accanto a Wilbur Smith, Clive Cussler e Patrick O’Brian. A dicembre 2008 è stato nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica per aver contribuito alla diffusione della lingua e della letteratura italiana anche all’estero. Con La voce del destino, suo ultimo romanzo (Longanesi, 2012) ha vinto il Premio Salgari 2012 ed è entrato nella rosa dei finalisti al Premio Bancarella.