La Repubblica delle Api di Gian Maria Fara

Da Platone a Sant’Ambrogio, alla Città del Sole di Campanella fino all’opuscolo di Giovanni Bonifacio indirizzato al pontefice Urbano VIII, la vita delle api nell’alveare rappresenta la metafora di una società perfetta, basata su un modello di cooperazione ordinato e razionale. L’organizzazione dell’alveare è di certo un idealtipo che indica quali dovrebbero essere i confini e le caratteristiche di un ordinamento politico compiutamente democratico. Si tratta di un’utopia che viaggia intatta attraverso i secoli ispirando più di un pensatore e che rimane oggi a ricordarci quello che ancora non è stato raggiunto. Dal crollo della Prima Repubblica ad oggi l’Italia è una sorta di cantiere aperto che non si riesce a chiudere perché nessuno ha le idee chiare su che cosa si deve costruire. Un cantiere popolato da una moltitudine di litigiosi aspiranti architetti che non riescono a mettersi d’accordo perché, in definitiva, non hanno nessun vero interesse a che i lavori partano e si concludano.
Fara, dal suo osservatorio privilegiato di Presidente dell’Eurispes, osserva ormai da più di trent’anni tra le pieghe, anche quelle più nascoste, della società italiana ed esercita, senza alcuna riverenza, una critica severa nei confronti del sistema di potere, della politica e delle Istituzioni. La Repubblica delle Api è la denuncia del degrado morale nel quale è caduto il Paese: è un libro amaro, ma anche divertente giacché i fatti che racconta hanno le tinte livide del disastro, ma anche i toni beffardi della farsa. In questa opera, che racchiude 365 “appunti”, uno per ogni giorno dell’anno, sull’Italia contemporanea, si narra la grande crisi culturale che, quasi in segreto, come un tarlo nascosto, ha corroso il Paese. Così, gli italiani che alla vigilia del terzo millennio vedevano le loro difficoltà come l’interruzione momentanea di una lunga stagione prosperosa, sono ora inquieti e trepidano per l’avvenire dei loro figli e nipoti. Come è potuto accadere?
L’AUTORE
Gian Maria Fara. Sociologo, ha fondato (1982) e presiede l’Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali) ed è responsabile della Direzione scientifica del Rapporto Italia, riflessione annuale dell’Eurispes sulla situazione sociale ed economica del nostro Paese.
È membro del Comitato Scientifico della Fondazione Italia-Usa e Comitato Scientifico di “Europa Contemporanea”, rivista ufficiale della Accademia delle Scienze di Mosca. Dal 1990 al 2012 è stato consultore del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Nel corso degli anni ha insegnato Scienza dell’Opinione Pubblica presso l’Università "Sapienza" di Roma, l’Università di Salerno, l’Università di Teramo, la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, la LUISS e la LUMSA di Roma.
Tra le sue pubblicazioni: Cultura e immagine dell’artigianato italiano (Merlo, 1988), Etica e informazione (Vallecchi) 1992, Il potere in Italia (Koiné, 1993), L’Italia in nero (Datanews,2012), Classe Dirigente, il profilo del potere in Italia (Datanews, 2012), Dalla spending review al ritorno del Principe, la Pubblica amministrazione come presidio di democrazia (Datanews, 2012).