Papa, dono di Dio e opera dell’uomo

La pace concerne l’integrità della persona umana e implica il coinvolgimento di tutto l’uomo. E’ pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. E’ pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato. Così Benedetto XVI nel messaggio ‘Beati gli operatori di pace’ (pubblicato lo scorso 14 dicembre) in occasione della Giornata mondiale della pace 2013 celebrata il 1* gennaio.

Per diventare autentici operatori di pace, ricorda il Papa nel messaggio, ”sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con Dio, Padre misericordioso, mediante il quale si implora la redenzione conquistataci dal suo Figlio Unigenito. Così l’uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste”.

Il Papa presiede la mattina del primo dell’anno la Celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale in occasione della XLVI Giornata Mondiale della Pace con la successiva recita dell’Angelus in Piazza San Pietro.

Per il Papa la pace ”non e’ un sogno, non e’ un’utopia” e’ invece ”possibile” e la sua ”precondizione” e’ ”lo smantellamento della dittatura del relativismo e dell’assunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo”.

I nostri tempi, prosegue il pontefice, ”contrassegnati dalla globalizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonche’ da sanguinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo”.

Al messaggio di Benedetto XVI hanno manifestato ”profonda adesione” oltre 60 organizzazioni tra cui Azione Cattolica Italiana, Comunita’ Papa Giovanni XXIII, Acli e Fuci e per l’occasione e’ stata organizzata la marcia internazionale per la Pace. Attraverso marce, manifestazioni pubbliche, incontri e riunioni di preghiera, in tanti inizieranno il 2013 con il passo della pace, in oltre 650 citta’ di Settantacinque Paesi. L’iniziativa ‘Pace in tutte le terre’, ha coinvolto negli anni un numero crescente di persone e di associazioni, in molti Paesi del mondo. A Roma, appuntamento per diecimila persone da Largo Giovanni XXIII a Piazza San Pietro.

Sono 18 i conflitti aperti nel mondo: la guerra in Siria, e l’instabilita’ in Medio Oriente, le stragi in Nigeria, le vittime infinite in Iraq e Afghanistan, i nuovi conflitti in Africa Subsahariana. La pace, sottolinea la Comunita’ di Sant’Egidio ”rimane una necessita’ nell’agenda del mondo”.

In occasione del 50* anniversario del Concilio Vaticano II e dell’Enciclica di Papa Giovanni XXIII, Pacem in terris, la marcia e’ il segno per una ”rinnovata responsabilita’ di impegno nel cantiere della pace”.

Per questo anche quest’anno, il 1* gennaio, la Comunita’ di Sant’Egidio invita ”tutti gli uomini e le donne di buona volonta’ ad entrare nel nuovo anno con un passo di pace”.

Benedetto XVI ribadisce inoltre ”con forza” nel messaggio che ”i molteplici operatori di pace sono chiamati a coltivare la passione per il bene comune della famiglia e per la giustizia sociale, nonche’ l’impegno di una valida educazione sociale”.

La famiglia, infatti, ricorda il Papa e’ ”uno dei soggetti sociali indispensabili nella realizzazione di una cultura della pace. Bisogna tutelare il diritto dei genitori e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli, in primo luogo nell’ambito morale e religioso. Nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore”.