Immigrati: Caritas/Migrantes, collaboratori familiari i più numerosi

I collaboratori familiari (poco più di 750 mila quelli nati all’estero assicurati presso l’Inps) rappresentano la categoria più numerosa tra gli immigrati e costituiscono una risorsa preziosa per un paese in cui ogni anno 90 mila persone in più diventano non autosufficienti, dove il bisogno di assistenza aumenterà con il crescente invecchiamento della popolazione autoctona (aumento degli ultra65enni dall’attuale 20,6% della popolazione al 33% previsto a metà secolo). E’ quanto emerge dal Dossier Statistico Immigrazione 2012 realizzato dalla Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes. Seguono gli infermieri stranieri (un decimo del totale) che assicurano un apporto indispensabile al servizio sanitario nazionale e a molte strutture private. Anche il settore agricolo, scarsamente attrattivo nei confronti degli italiani, per molti immigrati costituisce una prospettiva di inserimento stabile (allevamenti e serre) o un’opportunità limitata a determinati periodi dell’anno (lavoro stagionale) o quanto meno al momento dell’ingresso, al punto che l’agricoltura e’ stato il solo settore ad aver registrato, per gli immigrati, un saldo occupazionale positivo. Altri settori per i quali il contributo degli immigrati continua a risultare fondamentale sono l’edilizia, i trasporti e, in generale, i lavori a forte manovalanza: dai dati messi a disposizione dalle organizzazioni delle cooperative, risulta che gli immigrati incidono per oltre un sesto nelle cooperative di pulizie e per oltre un terzo in quelle che si occupano della movimentazione merci. L’attenzione alle percentuali permette anche di segnalare la rilevanza assunta dagli immigrati in altre categorie, seppure quantitativamente non rilevanti.
I marittimi in Italia, la cui flotta per tonnellate di portata e’ al 14* posto nel mondo e tra i primi nel comparto crocieristico (dati di Confitarma), sono 60 mila (su un totale mondiale di 1.372.000) e sul personale operante a bordo gli stranieri incidono per il 40%, in provenienza soprattutto dalla Romania, dall’India e dalle Filippine (dove a Manila, dal 2007, opera una sede distaccata dell’Accademia della Marina Mercantile Italiana per formare lavoratori del posto che suppliscano alla nostra mancanza di maestranze).