CARCERI: NON SONO UNA URGENZA DI SERIE B

Un Paese che ha ancora "la pretesa di dirsi civile non può permettersi urgenze di serie A e di serie B". Il monito arriva dal quotidiano dei Vescovi Avvenire che invita ad accogliere le parole del Capo dello Stato sul dramma dei penitenziari. In un editoriale, scrive il quotidiano della Cei: "l’estate è alle porte e con il caldo la situazione nelle carceri diventa, se possibile, ancora meno sostenibile. Si dirà: dietro le sbarre va a finire chi ha commesso gravi delitti ed è un pericolo per la società. Tutti sappiamo che non sempre è vero, che in cella si sta anche da innocenti o in attesa di un processo".

Anche ammettendo "per assurdo", ragiona Avvenire, che nelle carceri "alberghino soltanto tagliagole", tuttavia "il codice non prevede sanzioni accessorie quali il sovraffollamento, le condizioni igienico sanitarie inaccettabili, la negazione quotidiana del dettato costituzionale secondo cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". L’emergenza, conclude il quotidiano della Cei, va affrontata "ora, non domani".