ALCOL: ISTAT, 8 MLN ITALIANI A RISCHIO, UNO SU 10 è UNDER 15

Le fasce di popolazione in cui i comportamenti a rischio sono più diffusi sono gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l’10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l’8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l’8,4% delle femmine). Il modello di consumo degli anziani è di tipo essenzialmente tradizionale, caratterizzato, in particolare, dal consumo di vino durante i pasti. Per questo motivo, in queste fasce di popolazione il tipo prevalente di comportamento a rischio è pressochè coincidente con un consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante il pasto (81,9% degli uomini e 66,4% delle donne). La presenza molto elevata di anziani tra i consumatori a rischio va anche messa in relazione alla possibile non conoscenza da parte di questo segmento di popolazione della quantità di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute. Gli anziani probabilmente mantengono comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute all’avanzare dell’età. Infatti, le unita’ alcoliche considerate a rischio per la popolazione adulta fino a 64 anni sono 4 o piu’ per i maschi e 3 o piu’ per le femmine, mentre per la popolazione 65 anni e più già una quantità di 2 o più unità è considerata a rischio. E’ comunque importante sottolineare il trend discendente che si osserva negli ultimi anni nella quota di popolazione di 65 anni e più con un consumo giornaliero non moderato di bevande alcoliche (più di 1 unità al giorno). Infatti, tra il 2003 e il 2011 tale quota passa dal 49,8% al 42% per gli uomini e dal 13% al 10,3% per le donne. Dopo gli anziani, i giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta. In particolare, il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del binge drinking (21,8% dei maschi e 7,9% delle femmine), che rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo e che è ormai in questa fascia di popolazione un’abitudine consolidata.