AUTISMO: CENSIS, PER 65% FAMIGLIE CONSEGUENZE SU LAVORO

L’assistenza delle persone affette da autismo rimane in Italia ‘onere esclusivo delle famiglie’, con pesanti conseguenze: il 65,9% di esse ha infatti riferito una modifica in negativo del lavoro di almeno uno dei genitori, e sono soprattutto le madri (62,6% dei casi) ad aver sperimentato questo tipo di peggioramenti del percorso professionale, mentre cio’ ha riguardato i padri nel 25,5% dei casi. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dal Censis su questa patologia e che ha coinvolto 302 famiglie di altrettante persone affette da una forma di autismo. In particolare, il 25,9% delle madri ha lasciato o ha perso il lavoro, ed il 23,4% lo ha ridotto. Dall’indagine emerge che la quasi totalità delle persone con autismo incluse nel campione vive in casa con la propria famiglia (96%), anche se non è del tutto trascurabile la quota relativa a quanti vivono in una istituzione residenziale (4%). Il 72,5% degli autistici afferenti al campione frequenta la scuola, e si tratta della pressochè totalita’ dei casi con meno di 14 anni. Tra chi non frequenta la scuola, soprattutto tra gli adulti, l’attivita’ piu’ frequente e’ rappresentata dalla frequentazione di un centro diurno (13,2%). Risulta pero’ significativamente alta la quota relativa a quanti non svolgono nessuna attività e rimangono in casa o in istituto per tutto il giorno: Il dato e’ infatti pari all’8,3%, e raggiunge il 13,9% tra gli adolescenti. Evidentemente, rileva l’indagine, ‘le persone con autismo hanno bisogno di sostegno continuativo nel corso delle attivita’ scolastiche’, ma differenze emergono a questo proposito a livello territoriale: complessivamente le ore di sostegno ricevute da personale pubblico sono nelle regioni del sud in media 19,1, contro le 24,1 della media nazionale e le 28,7 del Centro. Dall’indagine emerge anche come il trattamento farmacologico rappresenti ‘una delle zone d’ombra dell’autismo, laddove a sintomi e comportamenti estremamente gravosi sotto il profilo assistenziale, le uniche risposte disponibili dal punto di vista farmaceutico sono rappresentate da farmaci non specifici per l’autismo, i cui effetti sulle persone autistiche sono spesso diversi da quelli attesi, e in alcuni casi controindicati’.