AVVENIRE, DOLORE VITTIME NON IMPEDISCA RIEDUCAZIONE

"Se chiediamo che il criminale non venga giustiziato non è perchè ci piaccia il crimine, ma quanto più il vizio ci ripugna, tanto più desideriamo che il colpevole non muoia prima di correggersi". Il quotidiano cattolico Avvenire risponde con questa frase di Sant’Agostino alle obiezioni mosse alla liberazione anticipata di un killer della cosidetta banda della "Uno Bianca". Il Vangelo – ricorda il giornale della Cei dopo aver descritto il cammino spirituale fatto in carcere dal pluriomicida – ci parla del figlio prodigo, festeggiato perchè perso e poi ritrovato, la Costituzione del recupero come obiettivo per ogni cittadino. E il dolore delle vittime non confligge con tutto questo, anzi, in qualche caso proprio nel pentimento del carnefice trova quella requie che l’odio certamente non concede.
Ora che secondo la giustizia italiana Occhipinti ha diritto alla semilibertà, per una madre, la sua, che aspetta il ritorno del figlio ce ne sono altre che quel figlio non lo vedranno più tornare, ma nei panni di quale vorremmo essere? La madre dell’assassino o della vittima innocente?", si chiede la giornalista Lucia Bellaspiga che firma l’editoriale. "La rieducazione di chi sbaglia – scrive – è scritta nel Dna del nostro essere uomini, non solo cristiani. Per i credenti – poi – lo richiede l’intera vita di Cristo, venuto a morire per salvare anche il più abietto di noi, per tutti gli altri lo esige una societa’ civile che, per natura, tende sempre al bene".