Una fimmina calabrese il nuovo saggio-inchiesta di Paolo De Chiara

Dal 18 novembre in libreria e negli store on line la storia di Lea Garofalo, la donna-coraggio che si è ribellata alla ‘ndrangheta…

Lea Garofalo è nata in Calabria, a Petilia Policastro il 24 aprile 1974, è morta il 24 novembre 2009 a Milano. Uccisa, strangolata e poi bruciata dal clan ‘ndranghetista capeggiato da Carlo Cosco,  suo compagno e padre di sua figlia Denise,  dall’omertà e dalla solitudine. La morte di Lea non ha sorpreso nessuno, tutti sapevano che sarebbe accaduto, tutti sapevano anni prima della sua morte che Lea era stata condannata. La morte di Lea a distanza di anni è diventata un grido e un inno alla giustizia, ma doveva essere la sua vita a gridare, non la sua morte.

Lea è una testimone, e la scelta delle parole non è mai stata così importante. Lei che ha lottato tutta la vita contro il sistema mafioso veniva chiamata negli atti ufficiali “collaboratrice di giustizia” al pari dei pentiti di mafia che per la mafia però hanno vissuto e operato. Lea è una testimone di ciò che non deve essere dimenticato: il coraggio della sua vita, la forza della sua voce, la passione nel suo essere madre, la costanza con cui ha sempre detto no.

«Lea in vita si è sentita “una giovane madre disperata”, stanca di chiedere aiuto, di chiedere protezione». A raccontarlo è Paolo De Chiara, giornalista e autore del libro. Arricchito dalla prefazione del magistrato Sebastiano Ardita e dalla postfazione del giornalista Cesare Giuzzi, in uscita in libreria e negli store on line il 18 novembre.