
Al Teatro Biblioteca Quarticciolo sabato 17 alle 21 e domenica 18 maggio alle 17, in occasione della Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia e in collaborazione con Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Maria Vittoria Bellingeri dirige Roberta Lidia De Stefano in Kassandra, testo del drammaturgo franco-uruguayano Sergio Blanco.
Nella periferia di una città, vive una donna “in transito” che approfitta di ogni occasione per dare voce alla sua storia. È Kassandra, interpretata dall’attrice-cantante Roberta Lidia De Stefano (Menzione d’onore del Premio Duse e Premio Mariangela Melato), un’eccentrica poeta urbana che abita nella sua auto, vende Marlboro assieme al suo corpo e parla un inglese di sopravvivenza, una sorta di “esperanto” comprensibile a tutti.
Scritta nel 2009 dal drammaturgo e regista Sergio Blanco, ispirato da un’Atene in piena crisi economica, la drammaturgia crea un ponte tra le glorie della città-stato di un tempo e il declino presente, attingendo alla mitologia greca. Come è tipico dell’autore, l’opera mescola vita, realtà e finzione, portando il pubblico a chiedersi se ciò che si racconta sia davvero accaduto.
La Kassandra di Blanco è dunque un’eroina iper-contemporanea, che cerca di sopravvivere costretta a rifugiarsi ai margini di una città a lei straniera e che, come la protagonista del mito, è considerata una giovane in preda a funesti deliri.
Il lavoro nasce dall’incontro del drammaturgo con le due artiste italiane, durante un seminario al LAC di Lugano, e dalla successiva determinazione delle due di chiedere a Blanco di poter lavorare sul suo testo per un allestimento che, pur rispettandone l’impianto, avesse qualche grado di libertà e la facoltà di adattamento della parola, ai fini di una resa scenica in linea con le intenzioni artistiche specifiche, per porre l’enfasi su un luogo d’azione diverso da quello originariamente pensato. Blanco ha concesso questa licenza di manipolazione, considerandone la fedeltà sostanziale.
Sulla scena l’attrice, diretta da Maria Vittoria Bellingeri, alterna il dialogo con gli spettatori al canto, passando dalla ballata pop al lirismo del verso greco, dalla musica elettronica alla techno sulla partitura musicale della stessa De Stefano.
«Kassandra chiama ad un agire coraggioso, pericoloso, autentico, che costa fatica. “Manifestare la sua presenza” è una scelta drammatica, importante, rischiosa. La sua potenza sta nel suo essere testimonianza».
Con visionaria strafottenza, Kassandra “la straniera” accoglie il pubblico, lo tenta, lo seduce e si dona con tutta l’anima raccontandosi senza filtri, in un monologo ironico ma toccante, che parla dell’oggi attraverso il mito.
«Non si può parlare oggi di polis senza parlare di identità, di biopolitica, di libero mercato, di capitalismo coloniale di intersezionalità, di transfemminismo, di migrazioni, di narrazioni. Kassandra ha nostalgia del futuro e per poter essere compresa, ha il disperato bisogno di coniare una grammatica del presente, ma è impossibile credere alla mostruosità della verità rivelata». (Roberta Lidia De Stefano Maria Vittoria Bellingeri)
Al termine della replica di domenica 18 maggio, nell’ambito del progetto Staffetta critica, Laura Palmieri medierà l’incontro con la compagnia insieme a Orazio Schifone del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”.
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APPUNTI DI LAVORO
dalle note di Maria Vittoria Bellingeri e Roberta Lidia De Stefano
Sulla costruzione del personaggio La ricerca per la costruzione del personaggio è stata ricca di numerosi e caleidoscopici riferimenti all’oggi, ma sin da subito abbiamo deciso che lei dovesse parlare con l’accento di una donna dell’Est Europa. Il nostro primo pensiero è corso infatti a Maria Kolesnikova, leader politica bielorussa, in opposizione al governo di Lukašenka, portata via dalla polizia con un’automobile, durante una protesta in piazza, e ancora in carcere da settembre 2020. Ma a lei hanno fatto seguito moltissimi altri volti di donna. In Kassandra c’è tanto anche della sudanese soprannominata Kandaka (Regina Nubiana), che canta “rivoluzione!” contro il presidente Omar al-Bashir. C’è qualcosa di Anna Politkovskaja, giornalista russa fondatrice del giornale indipendente “Novaja Gazeta”, trucidata nel 2006 per aver indagato sui massacri in Cecenia. Ci sono le “Pussy Riot”, che si ribellano alla dittatura di Vladimir Putin con le loro forti performance di protesta in luoghi delle città; così come c’è la voce delle donne del popolo iraniano, venezuelano, polacco, italiano… a cui vengono negate dignità e libertà.
Kassandra rivendica il diritto performativo di apparizione del corpo. Questa sua natura ci ha portato alla costruzione scenica di una “persona” ripudiata che approfitta di ogni occasione per dare voce alla sua storia, che si sposta con la sua automobile che è casa, ma all’occasione diventa “carro di Apollo”, stanza da letto ad Argo, palcoscenico, rifugio, memoria, tomba. Quando Kassandra appare con la sua auto, lo spazio diviene spazio critico e attiva l’esperienza del raduno collettivo. Il suo paesaggio sonoro, il suo proliferare di parole e la sua vitalità istrionica ci hanno portato a pensare al canto, alla musica techno, al “rave”. Il lavoro infatti ha una scrittura sonora originale che attinge ad una ricerca musicale classica-pop ed elettronica (da Diamanda Galas, a Laurie Anderson, a Marianne Faithfull, agli ABBA). Per l’estetica del personaggio, la postura, il modo di raccontarsi in scena ci siamo ispirate alle video interviste contenute nell’opera dell’artista visivo Mark Laita “transgender woman” girato a Los Angeles; per il trucco al contraltista Klaus Nomi, alle band anni ’80 e alla forte teatralità del volto disegnato del teatro kabuki in cui, per citare Roland Barthes «il travestito (poiché i ruoli femminili erano interpretati da uomini) non è un ragazzo mascherato da donna con grande ricorso a sfumature, a tocchi veristi, a costose simulazioni: è un puro significante […]. Un puro significante semplicemente “assentato” (sottratto). L’attore, col suo viso, non recita la donna, né la imita, ma soltanto la significa».
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Roberta Lidia De Stefano è attrice e cantante, suona il pianoforte e il sassofono. Menzione d’onore del Premio Duse 2022 per l’interpretazione della produzione ERT Kassandra (dal testo del drammaturgo e regista franco-uruguaiano Sergio Blanco) e Premio Mariangela Melato 2023, nello stesso anno ha ricevuto il Premio Carnevale – Calabria cultura, destinato alle eccellenze del territorio, per meriti e riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 2015 è stata segnalata al Premio Hystrio alla Vocazione. Di natura artistica versatile, la sua formazione è stata molto varia e nel suo lavoro confluiscono vari generi, senza preclusioni. Diplomata alla Scuola d’Arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano, è stata selezionata da Pedro Memelsdorff, direttore della Fondazione “G. Cini” di Venezia, come borsista per il master di musica barocca sulle cantate buffe napoletane. Dal 2022 tiene laboratori, sia in Italia che all’estero. Ha lavorato con artisti come Carlo Lizzani, Danio Manfredini, Maurizio Crozza, Giampiero Solari, Pino De Vittorio. Collabora con scene indipendenti, nazionali e internazionali. È socia fondatrice della compagnia “Le Brugole”, Premio Scintille Asti Teatro 38 per lo spettacolo Metafisica dell’amore, che affronta il tema dell’omosessualità femminile. La sua canzone-manifesto contro il femminicidio dal titolo Iodecidio, pubblicata dal “Corriere della Sera”, è stata inserita nella colonna sonora della serie tv belga La Theorie du Y. Dal 2021 collabora con la podcast company “Chora media”, dando la voce a molti progetti. Dal 2013 a oggi ha recitato in diverse produzioni ERT: Ifigenia in Aulide diretta da Marco Plini, Le memorie di un pazzo e La Tartaruga da Levan Tsuladze, Work in progress di Gianina Cărbunariu, La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat di Nanni Garella. Nella stagione 22/23 ha debuttato con la produzione Di Grazia (le voix du patron) di cui ha firmato ideazione, regia e drammaturgia con Alexandre Roccoli.
Maria Vittoria Bellingeri è una regista e autrice italiana che vive a Parigi, dove intreccia il suo lavoro tra Francia e Italia con una visione artistica audace e innovativa. Attiva dal 2009, si distingue per un linguaggio espressivo che unisce teatro e arti visive, esplorando le intersezioni tra gesto, parola e spazio. Questo nomadismo artistico le permette di sviluppare i suoi progetti in modo fluido, senza aderire a categorie rigide. Il suo approccio interdisciplinare le consente di collaborare con attori e artisti di background differenti, sostenendo la convinzione nell’universalità dell’esperienza artistica. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con importanti figure del panorama teatrale, tra cui Yoshi Oida, Romeo Castellucci, Vitaliano Trevisan e Isabella Ferrari. Queste collaborazioni, in particolare con Castellucci, un pioniere del teatro visuale, e con Oida, maestro dell’integrazione tra tradizioni teatrali orientali e occidentali, hanno influenzato profondamente il suo stile, caratterizzato da minimalismo, precisione e intensità emotiva. Tra i suoi lavori più significativi: Les Bonnes (2009), ispirato all’opera di Jean Genet, Good Friday Night (2015), pièce diretta a quattro mani con Vitaliano Trevisan , Fedra (2017), reinterpretazione di Yannis Ritsos del mito greco, Sleeping (2019), performance dal testo di Yasunari Kawabata che esplora i confini tra sonno e veglia, e Kassandra (2022) di Sergio Blanco. Nel 2024 ha debuttato con La Furia delle Sirenette, riscrittura di un testo di Thomas Quillardet, e Cendrillon et Fata Madrina, reinterpretazione audace dell’icona di Cenerentola, presentata per la prima volta a Parigi. Inoltre, nell’autunno dello stesso anno ha debuttato in Arabia Saudita come regista teatrale di The Incense Road Experience, progetto di Aimes, arricchendo ulteriormente il suo profilo artistico e la sua ricerca nel panorama teatrale contemporaneo.
Sergio Blanco, drammaturgo e regista teatrale, ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Montevideo e attualmente vive a Parigi. Dopo aver studiato filologia classica, decide di dedicarsi interamente alla scrittura e alla regia teatrale. Le sue opere hanno vinto diversi primi premi, tra cui il Premio Nazionale di Drammaturgia dell’Uruguay, il Premio di Drammaturgia del Comune di Montevideo, il Premio del Fondo Nazionale del Teatro, il Premio Florencio come miglior drammaturgo, il Premio Internazionale Casa de las Américas e il Premio del Teatro come miglior testo in Grecia. Nel 2017 e nel 2021 ha ricevuto il British Award Off West End a Londra, rispettivamente per Tebas Land e poi per L’ira di Narciso. Il suo lavoro entra nel repertorio della Comedia Nacional de Uruguay nel 2003 e nel 2007 con le sue opere .45’ e Kiev. Tra i suoi titoli più conosciuti ci sono Slaughter, .45’, Kiev, Barbarie, Kassandra, El salto de Darwin, Tebas Land, Ostia, L’ira de Narciso, El bramido de Düsseldorf (presentato a Modena per Vie Festival nel 2019), Cuando pases sobre mi tumba, Cartografía de una desaparición, Tráfico, COVID-451, Divina invención e Zoo. Le sue opere sono state pubblicate ed eseguite in diversi paesi. In Italia i suoi testi sono pubblicati da Cue Press.