LE VIE DEI TESORI A CATANIA & ACIREALE, 7 ottobre – 5 novembre

CATANIA. Si potranno visitare le Terme dell’Indirizzo, con il calidarium e il frigidarium, le fornaci per il riscaldamento dell’acqua e dell’aria; la Camera di Commercio degli anni Trenta, la Chiesa della Santissima Trinità che è quasi sempre chiusa; provare a “toccare“ i monumenti al Polo tattile multimediale, scoprire la storia di Catania al Bastione degli Infetti. E andar fuori porta, tra erbe aromatiche, asinelle simpatiche, aristocratici dromedari, e tanto altro, fino ad Acireale che apre le sue chiese e il Museo del carnevale.

Sesta edizione per Le Vie dei Tesori da domani (sabato 7 ottobre) a Catania e Acireale tra chiese dimenticate, palazzi nobiliari, collezioni private, e una serie di esperienze nella natura, a contatto con gli animali, sulla lava e nei giardini. In collaborazione con i due Comuni, con UniCredit come main sponsor e Poste Italiane. L’anno scorso il festival aveva raccolto quasi 17 mila presenze, quest’anno ritornano i luoghi più iconici e amati, ma si aggiungono parecchie novità.  E con il progetto satellite Terre dei Tesori, ecco cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

Tutto sul sito www.leviedeitesori.com, già colmo di notizie, curiosità, schede per ciascuna delle città che partecipa al festival: ci sono Palermo, Carini, Ragusa, Scicli, Noto e Sciacca.

 

CATANIA. Grande attesa quindi per le Terme dell’Indirizzo, i resti del complesso romano probabilmente del II secolo, che saranno disponibili per il pubblico soltanto questo sabato (dalle 10 alle 16.30) poi il 21 ottobre e il 4 novembre. Aperta (solo dalle 10 alle 12.30) anche la Camera di Commercio Sud Est Sicilia, edificio anni Trenta nato come Borsa Valori: sarà molto interessante scoprire gli interventi del progettista Vincenzo Patanè per ovviare alla forte pendenza del terreno. E da domenica, anche l’ottocentesco Istituto Ardizzone Gioeni, nato per volere del filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni, progettato dai Fichera e inaugurato nel 1911 da re Vittorio Emanuele III e dalla regina Elena, alla presenza del presidente del Consiglio Giolitti e del cardinale Francica Nava: è un vero gioiello, con un chiostro neogotico e una chiesetta con strani mosaici. Al Polo Tattile Multimediale si potranno “toccare” architetture e opere d’arte, entrare nel giardino sensoriale seguendo un sentiero guidato apposito o sedersi al “bar al buio”. Da scoprire la chiesa della Santissima Trinità che è quasi sempre chiusa, gioiello settecentesco con una cantoria che farà innamorare, su un sottofondo di organo e violino. E ancora, la visita guidata animata al Bastione degli Infetti (solo sabato alle 17,30) per scoprire due secoli di storia di Catania; l’ingresso indimenticabile in una delle cavità formate dalla lava sotto la città, grotta Petralia che apre soltanto in questa occasione (alle 19.30/11.30/14,30/16,30), salvata com’è stata dalla proprietaria della casa che la nasconde nelle sue fondamenta; poi grotta dell’Amenano; la chiesa di Santa Maria di Gesù con la Madonna con bambino di Antonello Gagini e il trittico di Antonello da Saliba. Ritorna il castello Ursino costruito da Federico II che ha resistito ad ogni calamità e si visita il nuovo allestimento multimediale di cui è stato dotato il Museo Vincenzo Bellini. Alla Cappella Bonajuto vi parleranno di come Houel ne subì il fascino bizantino, nella cripta di Sant’Euplio, la storia del martire cristiano; poi Palazzo degli Elefanti, cuore istituzionale della città, Asmundo di Gisira divenuto un albergo di charme, Palazzo della Cultura restaurato; e i rimandi sfacciati al Rinascimento fiorentino di Palazzo Scuderi Libertini (il sito più visto della scorsa edizione); si salirà eccezionalmente sulla Terrazza Agata dell’ex industria delle calzature EGA (850 metri quadrati, su tre livelli in stile Decò) per un panorama mozzafiato sulla città. Da non perdere il mondo leggero leggero di Cartura o il sogno d’arte di Carmelo e Ileana Mendola, artisti e scultori, padre e figlia che hanno creato una casa-museo che è un Bignami dell’arte e della cultura del secolo scorso; e il percorso sensoriale tra le vigne urbane etnee che vengono a fatica sottratte al cemento: in periferia ecco la storia di Etna Urban Winery.

Se il sabato sarà tutto per la città, la domenica si potrebbe andare fuori porta.  Magari scoprendo che sull’Etna, a Trecastagni, c’è Gjmàla, “fattoria africana” creata da Santo veterinario specializzato in circhi: un vero e proprio allevamento di animali del Corno d’Africa tra cui anche Alì e Jamira, due dromedari, ma ci sono anche pappagalli Ara Ara, rettili, caprette. Sempre a Trecastagni, ecco Basilio che produce funghi giapponesi Shiitake coltivati tra i trucioli di castagno nelle grotte laviche: i panetti di trucioli danno anche ricovero alle api e vi faranno assaggiare sia il miele che la marmellata e la birra di castagne. Ancora pochi passi ed ecco Montatagrande, dove vi spiegheranno che accarezzare due asinelle crea una sensazione di benessere, ma si potrà anche partecipare ad un vero picnic tra i filari. Si potrà arrivare a Pedara per perdersi tra le erbe aromatiche delle azienda Due Palmenti o visitare le installazioni e le opere d’arte (Modigliani e Guttuso, e una personale di Giusto Sucato) della Fondazione La Verde La Malfa a San Giovanni La Punta. Sempre domenica, si andrà per mare veleggiando e guardando Ognina; e si partirà dal cantiere Rodolico per raggiungere la foce del torrente Feudo per fare la conoscenza (se si è fortunati) con il rospo Discoglosso che nel nome ricorda Harry Potter. O l’altro viaggio profumato a Pedara dove l’azienda Due Palmenti si occupa di erbe aromatiche.

 

Sarà un’esperienza a parte raggiungere ACIREALE e scoprire che c’è anche qui un programma denso e bellissimo, con il supporto del Comune. A partire sabato ; la barocca San Francesco di Paola,  costruita anche grazie al lavoro forzato dei carcerati; la delicata e “femminile” chiesa settecentesca di San Raffaele progettata per un collegio domenicano; e Santa Maria dell’Itria con un dipinto di Pietro Paolo Vasta che si dice sia stato realizzato miracolosamente in una sola notte. Poi domenica, si aggiunge la biblioteca Zelantea con i suoi 250 mila volumi, incunaboli, manoscritti, edizioni rare; la chiesa di San Benedetto con le rifiniture in oro sulle pareti e sul soffitto. Due siti diversi: il Museo del Carnevale dove ogni singolo pezzo, maschera, calco, prevede la lunga opera dei maestri; e per due soli weekend, il presepe in stile partenopeo, il più grande mai realizzato a sud di Napoli con ben 150 personaggi tra le caratteristiche rovine pompeiane. Tra le esperienze di questo primo weekend (ma se ne aggiungeranno tante altre nei prossimi) un percorso sensoriale tra vino e piante aromatiche nell’ex convento Batia dell’Arcangelo Gabriele (per gustare la spremuta di melograno appena raccolto) e si visiterà palazzo Martino Fiorini, una meraviglia di affreschi e antichi cimeli di famiglia, fino alla terrazza che domina tetti e campanili.