All’inizio di dicembre ’25 il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano in una riunione programmatica del movimento “AnimAzione” presso Palazzo Lateranense, ha tenuto un interessante discorso riflettendo sull’irrilevanza sociale e politica dei cattolici in Italia. (15.12.25, cuoripensanti.org) Il Sottosegretario ricordava che appena ventidue anni fa i cattolici avevano dato una buona prova della loro esistenza bocciando il Referendum abrogativo sulla Legge 40 del 2004.

“Che cosa è accaduto in vent’anni a quel popolo, per ridursi a frangia marginale, nemmeno riconoscibile? Che cosa ha determinato l’aumento di coloro che si sono allontanati da una prospettiva di fede?” E che si sono allontanati, come ha constatato qualche giorno fa ad Assisi il Presidente della CEI card. Zuppi, non tanto per ostilità, quanto per indifferenza? Vent’anni fa l’allora presidente della CEI card. Ruini aveva usato la felice sintesi “meglio contestati che irrilevanti”; oggi l’espressione più adeguata sembra essere “non contestati perché irrilevanti”.
Per Mantovano una delle cause, non l’unica, evidentemente, dell’irrilevanza, è certamente la non conoscenza della Dottrina Sociale della Chiesa. Perché, come ricordava San Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis, “Il cristiano sa di poter trovare nella dottrina sociale della Chiesa i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale”. Naturalmente per Mantovano studiare la Dottrina sociale, significa superare quel riduzionismo cronologico e contenutistico, che fa cominciare la Dottrina sociale della Chiesa, nel 1891, cioè dalla pubblicazione dell’Enciclica Rerum novarum.
Invece la Dottrina sociale, è parte della missione evangelizzatrice della Chiesa, esiste da quando c’è la Buona Novella. Qualche anno fa scrivevo che per uscire dall’irrilevanza sociale e politica, i cattolici devono studiare due uomini Luigi Gedda e Riccardo Lombardi, che attraverso l’opera dei Comitati Civici, riportarono la straordinaria vittoria elettorale del 18 aprile 1948 sconfiggendo il Fronte Popolare delle sinistre (“I Cattolici devono studiare…”, 5.2.2020, mimmobonvegna1955.altervista.org) In questo intervento mi soffermo sulla figura di padre Riccardo Lombardi, ho appena letto uno studio, non ce ne sono tanti, sul religioso: “Per un mondo nuovo. Vita di padre Riccardo Lombardi”, di Raffaele Iaria, Ancora Editrice (2009) II testo ha un taglio divulgativo, presenta sinteticamente la figura di padre Riccardo Lombardi.
Andrea Riccardi nella Prefazione scrive che nella storiografia italiana di padre Lombardi è rimasta un’immagine di un gesuita politicante, che amava intromettersi negli affari politici, soprattutto che non amava tanto quello che stava facendo la democrazia cristiana dopo la vittoria del 18 aprile 1948. E Riccardi ricordava l’operazione Sturzo del 1952 per le elezioni al Comune di Roma. Certo Lombardi come Gedda sono stati dimenticati dai cattolici, anzi per certi versi si è costruito intorno a loro una specie di leggenda nera. Eppure, oggi servirebbero uomini come padre Lombardi, chiamato il “microfono di Dio”. Il messaggio di una Chiesa riformata che deve diventare movimento per un mondo nuovo è sempre attuale. Certamente Lombardi lavorava per la rilevanza sociale e politica dei cattolici in Italia. Il suo nome è legato molto alle vicende storico-politiche del dopoguerra, un periodo difficile per il nostro Paese. Sono gli anni dell’intenso pontificato di Pio XII che lancia il “Proclama per un mondo migliore”, progetto ideato dal gesuita che collaborava con il Papa.
Lombardi è nato a Napoli da una famiglia cristianissima il 28 marzo del 1908 e muore a Roma il 14 dicembre del 1979. Saltando alcuni passaggi della sua vita giovanile ci interessano gli aspetti dove si evidenza la sua originalità del grande predicatore ed evangelizzatore. Il taglio delle sue conferenze è quello dell’apologetica classica. Lombardi aveva una forza comunicativa straordinaria. “La parola di Lombardi conquistava il cuore della gente perché coglieva le aspirazioni e gli aneliti di una coscienza collettiva in cerca di riconciliazione, di pace e unità, dopo la piaga della guerra”. Fu un oratore contemplativo, scrive Iaria. La predicazione molto seguita di Lombardi passa quasi spontaneamente dai luoghi chiusi alle piazze, che registrano il “tutto esaurito”. Naturalmente Lombardi ha utilizzato per la sua missione, per il suo progetto di mobilitazione delle coscienze, i mezzi di comunicazione, in particolare la radio. E proprio “Per una mobilitazione generale dei cattolici”, è il titolo di un libro di Lombardi molto diffuso e venduto.
Lombardi è conosciuto per “La Crociata della Bontà”, che ha come essenza il promuovere il rinnovamento di tutta la Chiesa. Pio XII benedice la mobilitazione, nell’udienza del 4 febbraio 1948, gli dice: “Lei è un prodigio vivente”. Lombardi ha viaggiato molto, sente che il Signore vuol fare di lui un pellegrino del mondo. Ma soprattutto fu pellegrino in Italia, attraversando tutte le città del nostro paese e parlando nelle piazze strapiene, a Milano ad ascoltarlo in piazza Duomo c’erano 250mila persone. Il progetto che lo ha impegnato molto fu quello del “Proclama per un mondo migliore”, che doveva partire da Roma. Venne utilizzata la Radio Vaticana per diffondere l’iniziativa. Poi sempre con questo nome cercò di organizzare un movimento “Per un mondo migliore”, che ha avuto alterne vicende. In questo movimento auspicava l’impegno di sacerdoti, religiosi e laici, appartenenti a diverse organizzazioni religiose. Diede vita a degli “esercizi spirituali comunitari”, dove i cristiani affrontassero le varie sfide sociali del Vangelo.
“I cattolici, al modo delle esercitazioni militari, in coerenza con il piano comunitario di salvezza universale nell’unità, dovevano esercitarsi insieme, anzitutto a vivere l’universale vocazione all’unità-santità”. Così poi chiamò questo tipo di esercizi spirituali, “Esercitazioni per un Mondo Migliore”, qualcosa di simile agli esercizi spirituali di sant’Ignazio. Il libro di Iaria dà spazio ai rapporti di Lombardi con i Pontefici, positivo con Pio XII, un po’ problematico con Giovanni XXIII, collaborativo con Paolo VI, che si conoscevano abbastanza. Per quanto riguarda il Concilio Vaticano II, Lombardi non partecipò a nessuno audizione, però lo ha seguito passo dopo passo. Iaria scrive che per certi versi Lombardi può essere considerato un precursore del Concilio, visto che parlava sempre di rinnovamento della Chiesa.
Certo Lombardi alla fine della sua vita terrena ha dovuto affrontare diverse incomprensioni con i suoi confratelli, per via della sua creatura, il Movimento per un mondo Migliore. Il libro di Iaria si conclude con una breve presentazione delle principali pubblicazioni di padre Lombardi. Chiudono due Appendici: “Proclama per un mondo migliore” di Pio XII, e il rapporto di Padre Lombardi con Chiara Lubich.
DOMENICO BONVEGNA
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