Cresce ancora la persecuzione anticristiana: mai così intensa

Porte Aperte pubblica la WORLD WATCH LIST 2023 (WWL)[1], la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo. Questo report compie 30 anni! Cresce ancora la persecuzione anticristiana in termini assoluti[2], mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni. Ecco una sintesi dei risultati principali, seguita da tabella della persecuzione in cifre:

  • sono oltre 360 milioni nel mondo[3] i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede (1 cristiano ogni 7);
  • la Corea del Nord torna al 1° posto;
  • la violenza anticristiana in Africa Sub-Sahariana raggiunge intensità senza precedenti;
  • tra i circa 100 paesi monitorati aumenta la persecuzione in termini assoluti, con 76 paesi che mostrano un livello definibile alto, molto alto o estremo[4];
  • Nigeria ancora epicentro di massacri (salgono da 4.650 a 5.014), mentre il numero totale di cristiani uccisi per ragioni legate alla fede decresce leggermente attestandosi a621;
  • cresce il numero di paesi che adottano il modello cinese di controllo centralizzato sulla libertà di religione, con l’uso massiccio di tecnologia, mentre la Cina (16°) sta forgiando un’alleanza internazionale per ridefinire i diritti umani;
  • cresce il fenomeno della chiesa “profuga”, sempre più cristiani in fuga dalla persecuzione;
  • America Latina, meno libertà a causa di mal governo, criminalità e leader indigeni;
  • la Chiesa in Medio Oriente ridotta e sotto pressione.

[1] Periodo di riferimento ricerche 1 ottobre 2021 – 30 settembre 2022

[2] Ossia il punteggio totalizzato da tutti i 50 paesi WWL supera quello dell’anno scorso.

[3] I dati relativi ai soli 50 paesi della mappa WWL 2023, invece, parlano di 312 milioni.

[4] I punteggi attribuiti ai paesi secondo la nostra metodologia di ricerca relativi a ciascun livello sono: alto (41-60), molto alto (61-80) ed estremo (81-100). Perciò 76 sono i paesi che superano 41 punti. Si veda sintesi metodologia di ricerca in fondo.

Grazie ai progetti di sostegno pratico dei cristiani perseguitati in oltre 70 paesi, Porte Aperte/Open Doors è stata in grado di creare reti locali che da 30 anni sono una delle componenti essenziali della ricerca sul campo.

Nella WWL 2023 ancora una volta si registra il più alto livello di persecuzione da quando la WWL viene pubblicata, confermando l’aumento costante degli ultimi anni (vedasi grafico qui sotto). Altro segno visibile del declino della libertà religiosa dei cristiani nel mondo è il fatto che dall’edizione del 2021 troviamo nella mappa esclusivamente nazioni con un livello molto alto ed estremo di persecuzione e discriminazione, scomparendo quindi il livello alto[1]. Pur salendo leggermente il numero dei perseguitati, confermiamo che sono oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede[2]: globalmente 1 cristiano ogni 7 è toccato da questo fenomeno, che divisi in macro-aree geografiche diventano: 1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 15 in America Latina.

[1] Il livello “alto” o giallo si riscontra ancora per i paesi dalla posizione 56 alla 76, quelli cioè che secondo la nostra metodologia hanno totalizzato un punteggio da 41 a 60.

[2] Nei soli 50 stati della mappa sono 312 milioni, a cui si aggiungono altri 48 con i 26 stati fuori dalla mappa che registrano un livello di persecuzione e discriminazione alto (sopra i 40 punti).

La Corea del Nord torna al primo posto[1], ma con i livelli di persecuzione più alti di sempre (98 punti!).  Questo aumento segue la nuova ondata di persecuzione promossa dalla “Legge contro il pensiero reazionario”, uno dei fattori che ha portato all’aumento degli arresti di cristiani e alla scoperta e conseguente chiusura di un maggior numero di chiese.

Nelle prime 5 posizioni, ci sono 3 nazioni fortemente islamiche, come evidenza del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana: Somalia (2°), Yemen (3°) e Libia (5°). Per la precisione qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale radicalizzata, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte. L’Eritrea risale di due posizioni (4°), confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”, così come la Nigeria sale ancora (6°), confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (5.014, mai così tanti).

Il Pakistan al 7° posto è stabile nella top 10 da molti anni, rimanendo la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana (dopo la Nigeria). L’Iran (8°) non si smentisce, rimane tra le nazioni dove la vita della chiesa è più difficile: costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico e, come in tutti i succitati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi. Attenzione: l’attuale destabilizzazione del Paese dovuta ai tumulti è iniziata nel settembre 2022, quindi verso la fine del periodo di analisi di questa ricerca. Un eventuale impatto sulla persecuzione dei cristiani lo vedremo soprattutto dalla prossima WWL.

L’Afghanistan scende al 9° posto. Dopo la riconquista del potere dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi, tramite una vera e propria caccia all’uomo. Una piccola parte è riuscita, però, a nascondersi, mentre una grossa fetta è fuggita all’estero. Tutto ciò, però, accadeva nel 2021. Nel 2022, invece, cala vistosamente il punteggio relativo alla violenza contro i cristiani[2], poiché l’attenzione dei Talebani si è concentrata sul consolidare il loro potere, affermando a più riprese che ogni presenza cristiana era stata debellata. Ciò fa comprendere che questa diminuzione degli atti violenti nel periodo in esame non significa assolutamente che la vita dei convertiti alla fede cristiana sia più sicura. Semplicemente hanno smesso di cercarli e l’esiguo numero rimasto vive a un livello totale di clandestinità (si veda più avanti per analisi dettagliata).

Il Sudan, su cui si erano riposte speranze nel 2021, risale al 10° con un aumento di 4 punti spalmati su tutte le sfere della vita del cristiano[3]. Infine, completa le 11 nazioni dove si registra un livello di persecuzione e discriminazione contro i cristiani definito estremo, l’India (11°), di cui denunciamo da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana, bersaglio di violenze e discriminazioni.

[1] La Corea del Nord ha occupato il primo posto dal 2002 ad oggi, ad eccezione del periodo di riferimento WWL 2022

[2] Attenzione: la minaccia di violenza è registrata nelle altre 5 sfere della vita del cristiano analizzate dal rapporto, mentre nella sfera della violenza vengono riportato SOLO gli eventi violenti effettivi (uccisioni, torture, aggressioni, ecc.)

[3] La WWL analizza la pressione sulle 5 sfere della vita del cristiano, ossia privato, famiglia, comunità, chiesa, vita pubblica, a cui si aggiunge la violenza come elemento a parte

Le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede diminuiscono leggermente da 5.898 (2022) a 5.621 (2023): ricordiamo che queste cifre vanno ritenute “conservative”. Un dato positivo è la diminuzione di oltre la metà del numero di chiese attaccate o chiuse, da 5.110 (WWL 2022) a 2.110 (WWL 2023), soprattutto per effetto della riduzione in Cina (da 3.000 a 1.000 casi): va segnalato, tuttavia, che dal 2016 ad oggi oltre 20.000 chiese sono state chiuse, danneggiate o distrutte in Cina!

Segnaliamo l’aumento preoccupante del numero di rapimenti di cristiani da 3.829 a 5.259, di cui quasi 5.000 solo nelle 3 nazioni africane di Nigeria, Mozambico (32) e Congo DR (37).

Sono decine di migliaia ogni anno, invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede: la stragrande maggioranza di questi casi non viene alla luce, ma un dato minimo di partenza per il periodo in esame va oltre le 29.400. Gli attacchi a case di cristiani (4.547) e loro negozi e attività economiche (2.210) superano 6.700 unità, creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga (sfollati o rifugiati).

Tuttavia, anche se la violenza attira maggiormente l’attenzione, la pressione fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è altrettanto devastante, e in costante aumento. Questa pressione si esprime in una miriade di forme: discriminazione sul lavoro, non accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione del soccorso in caso di calamità, una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro.

 

Violenza e abusi contro le donne (e non solo)

È difficile raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della loro fede: in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali. Tuttavia, un dato minimo di partenza, secondo le nostre stime incrociate con testimonianze raccolte, è 2.126, a cui si sommano oltre 717 matrimoni forzati. Lo ribadiamo sempre, però, sono la punta di un iceberg ben più imponente. La vulnerabilità domestica colpisce specificamente le donne e i bambini appartenenti alle minoranze.

“Oltre 360 milioni di cristiani nel mondo sperimentano un livello alto di discriminazione o persecuzione. Famiglie ed intere comunità cristiane sono costrette a fuggire dalle loro case a causa dell’estremismo islamico, dando vita a una ‘Chiesa profuga’ che grida aiuto”

“La nostra ricerca compie 30 anni e oggi registriamo la più alta persecuzione anticristiana in termini assoluti! 1 cristiano su 7 patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è ora di mettere al centro del dibattito mondiale la libertà religiosa, il diritto orfano della Carta Universale dei diritti umani”

“L’Africa Sub-Sahariana ospita i paesi killer di cristiani. Ma i governi africani non sono gli unici a non affrontare la vera natura di questa epurazione a sfondo religioso: i governi di tutto il mondo possono e devono fare di più. Oltre a tanta sofferenza, però, assistiamo a un miracolo: la rinuncia alla vendetta, alla rappresaglia. Se la risposta dei cristiani fosse proporzionale, oggi saremmo di fronte a una catastrofe inarrestabile in Africa”.