X Libro Bianco sulle droghe in occasione Giornata Internazionale contro il Narco Traffico

In occasione della giornata internazionale contro il Narco Traffico è stato presentato presso la Camera dei Deputati il X Libro Bianco sulle droghe promosso da Associazione Luca Coscioni, La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA con l’adesione di A Buon Diritto, Arci, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA.

 

  • Alcuni dati del Decimo Libro Bianco “La Guerra dei Trent’anni”, che passa in rassegna 30 anni di leggi e politiche in materia di droga, oltre a raccogliere dati relativi al 2018:

– Si conferma che, da tre decenni, il Testo Unico, noto ancora come Jervolino-Vassalli, è la causa principale di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri. Se nel mondo la media degli arresti per reati connessi alle droghe è intorno al 20%, in Italia siamo stabili al 30%. Il testo smonta anche molte delle mistificazioni spesso utilizzate per generare paura contro riforme anti-proibizioniste. Giusto per fare un esempio, solo l’1.14% degli incidenti stradali (dati della Polizia Stradale 2018, ISTAT e DPA) avviene in violazione dell’art. 187 del codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti). Anche i dati della sperimentazione dello screening rapido su strada indicano che a poco più dell’1% dei conducenti risulta positivo ai test. Di questi una media superiore al 20% viene “scagionato” dalle analisi di laboratorio.

-14.118 dei 47.258 ingressi in carcere nel 2018 sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art. 73 (detenzione a fini di spaccio) della legge. Si tratta del 29,87%, un’inversione di tendenza dal 2013 quando a seguito della sentenza Torreggiani della CEDU e dalle modifiche occorse a seguito della decisione della Consulta di cancellare buona parte della legge “Fini-Giovanardi” furono registrati numeri di arresti con la media mondiale.

-Dei quasi 60.000 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2018 ben 14.579 lo erano a causa del solo art. 73 del Testo unico (sostanzialmente per detenzione a fini di spaccio). Altri 5.488 in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti), solo 940 esclusivamente per l’art. 74. Questi ultimi rimangono sostanzialmente stabili (anzi diminuiscono di alcune decine di unità). Nel complesso vi è però un aumento secco del 6,5% rispetto all’anno precedente.

Senza gli arresti dovuti al proibizionismo il sistema penitenziario italiano rientrerebbe nella legalità costituzionale.

 

“Questo studio indipendente” l’Avv.Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, una delle organizzazioni promotrici del documento – continua a rappresentare uno dei pochi documenti seri, se non l’unico, capaci di analizzare il fenomeno nella sua dimensione

reale senza pregiudizi ideologici. Tutte le associazioni che hanno contribuito hanno sicuramente posizioni molto critiche circa le leggi e politiche in materia di droga nel nostro paese, ma al momento dell’analisi si concentrano laicamente sui dati forniti dai ministeri per far emergere la realtà italiana. Il X Libro Bianco denuncia una gravissima situazione relativa ai procedimenti penali per violazione della Legge sulla droga e al numero degli arresti anche per la sola detenzione che contribuiscono significativamente alla sovrappopolazione carceraria.

 

“Il governo continua a non far tesoro degli sviluppi positivi in materia di regolamentazione, in particolare di cannabis, che iniziano a venire dai vari Stati degli USA e dal Canada e Uruguay, mentre il Parlamento è immobile sulla nostra proposta di legge d’iniziativa popolare presentata alla camera nel 2016 per la legalizzazione della cannabis. Infine” ha concluso Filomena Gallo “il quotidiano stillicidio di dichiarazioni contrastanti da parte di membri del Governo su canapa e cannabis, contribuisce a creare un generale clima d’incertezza che va contro il diritto alla salute di migliaia di persone che dai cannabinoidi potrebbero trarre giovamento e colpisce piccoli e medi imprenditori di un settore agricolo tradizionale”.