
“Il tragico episodio avvenuto stamattina in provincia di Parma deve richiamare l’attenzione sul grave fenomeno, in larga parte sommerso, della violenza assistita, che lascia ferite profonde nelle bambine e nei bambini testimoni dei comportamenti violenti perpetrati ai danni della propria madre”. Lo dichiara Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children, commentando il drammatico episodio avvenuto a San Secondo Parmense dove, secondo quanto si apprende dai media, una donna è stata accoltellata dal marito e i figli minori sono usciti in strada a chiedere aiuto.
I dati delle chiamate al numero 1522 – il numero di pubblica utilità antiviolenza – per il 2024[1] mostrano che delle 17.630 donne vittime, più della metà aveva figli (10.069), nella metà dei casi minorenni (5.628), bambini e bambine che direttamente o indirettamente vivono la violenza subita dalle loro madri sulla propria pelle e sulla propria psiche.
“La violenza assistita vissuta all’interno delle pareti domestiche è un fenomeno allarmante e in larga misura ancora sommerso. Ha conseguenze profonde sullo sviluppo psicofisico di bambini, bambine e adolescenti, che rischiano di subirne l’impatto nel corso di tutta la vita, anche da adulti – sottolinea Milano -. La paura costante e il senso di impotenza sono conseguenze che segnano profondamente la crescita dei giovani esposti alla violenza. È fondamentale potenziare le misure di prevenzione e di contrasto, a partire dalla formazione diffusa di tutte le figure educative che sono a contatto con i bambini per intercettare precocemente ogni segnale di violenza, fino ad assicurare alle vittime un sostegno di lungo periodo”.
Save the Children è impegnata in Italia, in rete con i servizi territoriali specializzati (Centri antiviolenza e case rifugio), con progetti di intervento per la prevenzione, l’emersione e la protezione delle donne vittime di violenza, delle bambine e dei bambini vittime di violenza assistita e dei minori orfani di femminicidio.