
Si conferma un quadro economico sostanzialmente in stallo e la ripresa rimane un auspicio. Dal commercio al dettaglio giungono segnali contrastanti: nonostante un lieve recupero congiunturale rispetto a maggio, il mese di giugno – come evidenziano i dati diffusi oggi da Istat – mostra alcune ombre. Se confrontiamo infatti il dato rispetto allo stesso mese dello scorso anno registriamo una variazione tendenziale media negativa, in volume, dello 0,7%, che diventa addirittura poco meno del -3,5%, secondo nostre valutazioni, per le imprese operanti su piccole superfici. Ma la stima più preoccupante è quella relativa all’intero primo semestre: è -1% il dato medio in volume, -2,5% per le piccole imprese. Le vendite del mese scontano inoltre ‘l’effetto attesa’ per i saldi estivi.
Così Confesercenti in una nota.
Uno scenario al ribasso, dunque, che si inserisce in un contesto geopolitico di forte incertezza dovuto alla questione dazi. E per le imprese operanti su piccole superfici la situazione è sempre più difficile: nel comparto alimentare, secondo nostre stime, le vendite crollano di quasi il 4,5% in volume. Nella sfida tra le diverse tipologie di canali distributivi, preoccupa la forte contrazione del commercio al dettaglio tradizionale che continua a perdere quote di mercato – un fenomeno ormai strutturale – rispetto ai segnali di vivacità di grande distribuzione e discount.
In questo contesto, il mercato interno e la ripresa dei consumi assumono perciò una valenza fondamentale per la tenuta economica e vanno sostenuti con una riforma fiscale che allenti il carico sulle famiglie, insieme a sostegni mirati per le attività di vicinato, per evitare che questa delicata fase si trasformi in stagnazione nei prossimi mesi.