Unione Naz. Consumatori su riordino accise carburanti: SICILIA, la 4° regione peggiore d’Italia

Il riordino delle accise previsto dal decreto 14 maggio 2025 avrebbe dovuto essere, per il singolo consumatore e a parità di litri consumati, una partita di giro, con il gasolio che sarebbe dovuto costare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22% e la benzina che sarebbe dovuta scendere in modo corrispondente.
“Come temevamo, purtroppo, non è così. Il gasolio, infatti, è salito ma la benzina non è praticamente scesa, rimanendo al palo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori
I dati emergono dallo studio dell’associazione basato sulle medie regionali calcolate giornalmente dal Mimit. In autostrada, per la benzina self service si registra l’impalpabile e ridicola riduzione di 0,1 cent (-5 cent per 1 pieno di 50 litri), mentre il gasolio è rincarato di 1,5 cent al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto. Nelle regioni, facendo una media aritmetica semplice tra i prezzi medi regionali, la benzina è diminuita di appena 0,4 cent, ossia si risparmiano 20 cent a rifornimento, il gasolio invece è aumentato di 1,3 cent al litro, pari a un costo aggiuntivo di 66 cent per un pieno, ossia oltre 3 volte tanto rispetto alla benzina, il 225% in più.
“Abbiano analizzato giorno per giorno i dati. Speravamo che il varo inaspettato del decreto avesse causato un ritardo nell’aggiustamento di alcuni prezzi, anche se questo non giustificava la diversa tempistica tra gasolio e benzina. Così abbiamo aspettato oggi per calcolare la variazione, ma il gap è rimasto immutato. Insomma, è una speculazione bella e buona a danno degli automobilisti che guidano auto a benzina” prosegue Dona.
Le regioni peggiori in termini di divario tra variazione del prezzo del gasolio e quello della benzina, sono la Calabria con 1,4 cent al litro, pari a 70 cent a rifornimento, ex aequo con la rete autostradale. Medaglia d’argento per la Sardegna, con 1,2 cent al litro (60 cent a pieno). Sul gradino più basso del podio l’Emila Romagna ex aequo con la Lombardia, con 1,1 cent al litro (55 cent a pieno). Per la sola benzina sul primo gradino del podio delle regioni che si sono maggiormente approfittate del riallineamento delle accise, con appena 0,1 cent di riduzione al litro, Campania, Molise e Sicilia, ex aequo con la rete autostradale. Per il gasolio, i rialzi peggiori per la Calabria (1,7 cent al litro), seguita da Lombardia e Liguria, entrambe con 1,6 cent, mentre medaglia di bronzo, con 1,5 cent, per la rete autostradale, Emilia Romagna, Puglia e Sardegna.
“E’ bene precisare che se per il singolo consumatore, a parità di consumi, avrebbe dovuto essere una partita di giro, non lo è per le casse dell’erario. Variando allo stesso modo le accise di gasolio e benzina, lo Stato incasserà con tutta probabilità di più. Infatti, considerando gli ultimi dati pubblicati dall’Aci relativi al 2024, in Italia si sono vendute 8.603,8 migliaia di tonnellate di benzina e 23.520,6 per il gasolio, sono ossia oltre 2,7 volte in più. Certo va scorporato il dato delle vendite degli autotrasportatori che hanno un regime agevolato, ma non è un caso se nel decreto stesso è scritto che “le maggiori entrate derivanti dalle variazioni delle aliquote” saranno destinate al Fondo per il trasporto pubblico locale. Chiediamo, quindi, al Mimit di darci la stima sui maggiori incassi previsti e di alzare in modo conseguente il ribasso delle accise sulla benzina rispetto all’incremento delle accise sul gasolio, in modo che l’operazione non abbia l’effetto di tartassare ancora una volta gli automobilisti, considerati come sempre polli da spennare” conclude Dona.