UCRAINA, RADICALI: QUATTRO MEDAGLIE NON BASTANO, MATTARELLA REVOCHI TUTTE LE ONORIFICENZE CONCESSE A ESPONENTI REGIME PUTIN

“Devono essere revocate tutte le onorificenze della Repubblica Italiana attribuite a esponenti del regime di Putin”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta…  

“Abbiamo appreso che il ministro Di Maio intende revocare le onorificenze concesse agli uomini di Putin sottoposti a sanzioni internazionali dopo la seconda aggressione russa all’Ucraina (la prima risale al 2014).

Quella di Di Maio è una piccola foglia di fico per coprire la grande vergogna di onorificenze date a piene mani in questi anni a un regime di cui solo da una settimana la stragrande maggioranza dei cittadini europei ha scoperto la reale minaccia, non solo per gli ucraini ma per tutti. Con due PEC inviate il 4/09/2020 e il 24/01/2022, Radicali Italiani aveva richiesto formalmente sia al ministro degli Esteri sia al Presidente della Repubblica la revoca delle onorificenze della Repubblica Italiana concesse a quattro esponenti del regime di Putin: Mikhail Mishustin; Denis Manturov; Andrey Kostin; Viktor Evtukhov. Non abbiamo finora ricevuto né dalla Farnesina né dal Quirinale alcun riscontro. Le medaglie assegnate ai russi sono decine e decine. Forniamo una lista – senz’altro da integrare – di 30 nominativi, tratti dalla pagina dedicata alle ‘Onorificenze’ del sito del Quirinale: elenco onorificenze. Per attuare questa opera radicale di pulizia, il ministro Di Maio è chiaramente inadeguato. Chiediamo al Presidente Mattarella di intervenire direttamente con l’autorevolezza che tutti, noi per primi, gli riconoscono e che è necessaria ad incardinare i procedimenti di revoca. La questione delle onorificenze può sembrare una piccola cosa rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina. Ma è anche dalle piccole cose che si comprende se effettivamente chi ci governa sia finalmente consapevole della gravissima sottovalutazione della pericolosità del regime russo, sottovalutazione di cui tutti i vari governi succedutisi in questi vent’anni a Palazzo Chigi portano la responsabilità politica”, concludono.