Tumore della prostata: la sanità siciliana si confronta su screening, diagnosi precoce, cure

Pazienti, specialisti, istituzioni e aziende del settore salute a confronto partendo dall’ascolto dei bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti con carcinoma prostatico per migliorarne il percorso di cura, partendo dagli screening precoci e dalla presa in carico da parte di team multidisciplinari per garantire un accesso equo e tempestivo anche alle terapie più innovative. È questo l’obiettivo della tavola rotonda “Il tumore della prostata in Sicilia. Dalla diagnosi alla cura: nuove speranze per i pazienti”, promosso da Europa Uomo Italia e Novartis Italia, organizzato da Motore Sanità.

“Anche in Sicilia vogliamo promuovere, insieme alle Istituzioni e alla comunità scientifica, una gestione più efficace del tumore della prostata e una migliore qualità di vita per chi lo affronta”, dichiara Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo, l’unica associazione italiana che rappresenta gli uomini affetti da tumore della prostata. “Questo obiettivo si concretizza attraverso due pilastri fondamentali: l’implementazione di programmi di screening e l’istituzione di centri multidisciplinari dedicati. La Sicilia ha già compiuto passi importanti in questa direzione, prima con l’approvazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) specifico e poi con l’indicazione dei centri di cura di riferimento. Occorre ora un impegno collettivo, con il coinvolgimento di specialisti, esperti di organizzazione sanitaria e associazioni pazienti, per avviare anche in Sicilia un progetto pilota di screening per le fasce di popolazione più a rischio e per assicurare equità di accesso, qualità delle cure e continuità assistenziale su tutto il territorio”.

Un percorso che richiede ora di trasformare queste premesse in realtà, puntando su strutture dedicate e modelli organizzativi che rendano la presa in carico uniforme e di qualità.

“In Sicilia, garantire a tutti i pazienti la presa in carico in Prostate Cancer Units (PCU) con team multidisciplinari dedicati non è un’opzione, è una necessità: è quanto indicano le linee guida europee e i requisiti essenziali per la qualità delle cure, che raccomandano decisioni terapeutiche dopo discussione collegiale e con percorsi integrati e misurabili. Le PCU riducono la variabilità, facilitano scelte condivise informate e migliorano l’aderenza ai PDTA, con benefici documentati sugli esiti clinici. La Regione Siciliana ha già approvato il PDTA prostata e individuato i centri specialistici: ora serve completare l’implementazione, assicurare personale e slot dedicati e monitorare indicatori (tempi, volumi, outcome) per offrire a tutti, ovunque risiedano, un percorso realmente uniforme e di valore”, spiega Alchiede Simonato, Direttore U. O. C. di Urologia – A.O.U. Policlinico ‘Paolo Giaccone’ – Scuola di Specializzazione di Urologia Università degli studi di Palermo

Il carcinoma prostatico è la neoplasia più frequente tra gli uomini in Italia, con 40.192 nuovi casi stimati nel 2024 e oltre 485.000 pazienti viventi con questa diagnosi[iii]. In Sicilia con circa 2.230 nuove diagnosi stimate nel 2020 la malattia rappresenta il 17,3% di tutti i tumori maschili diagnosticati nella Regione[iv]. Grazie ai progressi della ricerca clinica e alle terapie innovative, è oggi possibile convivere con la malattia anche per lunghi anni, fino a renderla una condizione cronica. Tuttavia il tumore alla prostata in fase avanzata rimane un ambito clinico particolarmente complesso.

“Negli ultimi anni il trattamento del carcinoma prostatico ha visto l’introduzione di nuove opzioni terapeutiche che hanno modificato scenari clinici e migliorato prospettive di vita e qualità di vita dei pazienti. Le tecniche chirurgiche e radioterapiche innovative hanno potenziato il controllo della malattia nelle fasi iniziali, sia localizzate sia localmente avanzate. Anche nella fase metastatica, nuovi approcci hanno aperto la strada a terapie mirate e personalizzate, inclusi quelli di medicina nucleare e teranostica. Tutto ciò rende centrale una gestione multidisciplinare, con attenzione agli aspetti clinici e organizzativi: accesso alle terapie innovative, gestione della complessità assistenziale e disponibilità delle reti di riferimento”, dichiara Nicolò Borsellino, Dirigente Medico di II livello con l’incarico di Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica, Fatebenefratelli Palermo

L’impiego delle terapie innovative richiede un adeguato potenziamento organizzativo e infrastrutturale. È fondamentale che le Regioni dispongano di una rete strutturata e omogenea sul territorio, accompagnata da una presa in carico clinica integrata, capace di garantire continuità nell’accesso alle cure.

Il nostro impegno in oncologia è reimmaginare la cura, mettendo al centro la medicina di precisione per offrire terapie sempre più personalizzate e mirate ai bisogni di ogni paziente. In Sicilia è fondamentale creare le condizioni per garantire un accesso equo all’innovazione, attraverso la collaborazione tra istituzioni, clinici e associazioni pazienti. Momenti di confronto come quello di oggi sono essenziali per condividere esperienze e costruire insieme modelli di presa in carico sempre più efficaci e centrati sulla persona”, commenta Paola Coco, Chief Scientific Officer & Medical Affairs Head, Novartis Italia