
La conferenza stampa dell’Associazione Luca Coscioni, tenutasi oggi a Genova, ha fatto il punto sui casi di disobbedienza civile seguiti da Soccorso Civile, l’associazione fondata da Marco Cappato per offrire supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. L’incontro segue la morte di Fabrizio, 79enne ligure, accompagnato in Svizzera da due volontarie di Soccorso Civile, costretto dall’inerzia della politica a rivolgersi all’estero per porre fine a sofferenze insopportabili dovute a una malattia neurodegenerativa irreversibile.
“Dieci ore e mezza di viaggio sono state una tortura imposta a Fabrizio. E’ stato un viaggio lunghissimo e faticoso. Era convinto di questa scelta, non vedo perché debba essere impedito. Serve una legge civile. Fabrizio ha potuto permettersi questo viaggio in Svizzera per liberare sé stesso dal suo corpo che chiaramente era diventato una prigione. Ci sono tante persone che questi soldi non li hanno e questo è uno dei motivi anche per cui io faccio questi accompagnamenti,” ha raccontato Cinzia Fornero, volontaria di Soccorso Civile che ha accompagnato Fabrizio in Svizzera. Con lei c’era anche un’altra volontaria, Roberta Pelletta: “È inammissibile che una persona in quelle condizioni debba essere costretta a fare 500 km per ottenere un suo diritto. Per tutto il viaggio ho provato rabbia e vergogna. ‘Sto andando verso la mia liberazione’, ha detto “Fabrizio” all’inizio del viaggio”.
Dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019, il numero di persone che chiedono supporto per accedere alla morte volontaria assistita è in aumento, così come quello dei volontari disponibili ad accompagnarle, assumendosi rischi penali fino a 12 anni di carcere. Ad oggi Soccorso Civile conta 50 tra iscritti e contribuenti, che offrono assistenza logistica e, in alcuni casi, economica.
“Fabrizio” avrebbe avuto diritto di morire a casa sua – ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente e Responsabile legale dell’associazione Soccorso Civile -. Continueremo con le azioni di disobbedienza civile collettiva per chiedere il rispetto della legge. Finora sono già 50 le persone coinvolte, che si assumono la responsabilità di fornire l’aiuto che lo Stato italiano nega. Faccio un appello a tutte le persone di buona volontà: unitevi a noi.
In Liguria sei persone hanno presentato richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito. Tuttavia, i dati risalenti al 31 marzo 2025 emersi dall’accesso agli atti effettuato dall’Associazione Luca Coscioni risultano frammentari, poco trasparenti e fortemente influenzati dalle valutazioni delle singole ASL. La situazione è così articolata:
- ASL 1 Imperiese (Provincia di Imperia):1 richiesta,
- ASL 2 Savonese (Provincia di Savona):1 richiesta
- ASL 3 Genovese (Area metropolitana di Genova):3 richieste
- ASL 4 Chiavarese (Tigullio):nessuna richiesta
- ASL 5 Spezzino (Provincia della Spezia):1 richiesta
APPROFONDIMENTO A DISPOSIZIONE DEI MEDIA – L’ACCESSO ALLA MORTE VOLONTARIA ASSISTITA IN ITALIA
In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è normata dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone.
La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell’articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti:
- deve essere capace di autodeterminarsi,
- essere affetta da patologia irreversibile,
- tale patologia deve essere fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili,
- essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente.
L’azienda sanitaria deve inoltre verificare le modalità di esecuzione le quali dovranno essere evidentemente tali da evitare abusi in danno di persone vulnerabili, da garantire la dignità del paziente e da evitare al medesimo sofferenze.
Ai sensi della recente sentenza costituzionale n.135 del 2024 la Consulta ha anche ampliato la portata del requisito del trattamento di sostegno vitale includendo tutte quelle procedure che, indipendentemente dal loro grado di complessità tecnica e di invasività, sono normalmente compiute da familiari o caregivers.
Ha inoltre affermato che il requisito del “trattamento di sostegno vitale” può dirsi soddisfatto anche quando non sia in esecuzione perché, legittimamente, rifiutato dalla persona malata.
IN ITALIA
Ad oggi, sono 16 le persone che hanno ricevuto il via libera per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Di queste:
- 11 persone hanno avuto accesso (7 sono state assistite dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni, 4 apprese da media e accesso agli atti, tre in Toscana e una in Emilia Romagna)
- Gli altri 5hanno scelto di non procedere o non hanno potuto procedere
I CASI IN CORSO SEGUITI DALL’ASSOCIAZIONE COSCIONI
4 Le persone che il collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni sta supportando nel’iter per l’accesso al suicidio assistito
TOSCANA
- “Libera”, 54enne toscana, completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva, aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni per poter accedere al suicidio assistito il 20 marzo 2024 e, a causa del diniego ricevuto, aveva diffidato l’azienda sanitaria. L’azienda sanitaria ha dunque rivisto il parere originario alla luce della sentenza 135/2024 della Consulta che estende l’interpretazione del concetto di “trattamento di sostegno vitale” e a luglio 2024 ha comunicato il suo parere favorevole: la donna possiede tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 per poter accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia, ma non può autosomministrarsi il farmaco, per questo, assistita dai suoi legali, coordinati da Filomena Gallo, ha presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze, con cui chiede che il suo medico di fiducia possa somministrarle il farmaco. Il tribunale di Firenze, il 30 aprile 2025, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente). La Corte costituzionale, con la sentenza 132/2025 del 25 luglio 2025, ha deciso di non affrontare nel merito la questione di costituzionalità: ora sarà il Tribunale di Firenze a dover verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione adatti a Libera.
FRIULI VENEZIA GIULIA
- Un uomo, affetto da diverse patologie, tra cui artrogriposi multiple congenite, ha fatto richiesta alla propria ASL ricevendo il diniego in quanto riteneva non sussistente il trattamento di sostegno vitale e ciò in contrasto con la recente sentenza 135/2024 della Consulta vista anche la corposa terapia farmacologica assunta dalla persona. Il collegio legale coordinato da Filomena Gallo sta lavorando per la corretta applicazione della sentenza attivando le giurisdizioni competenti.
VENETO
- “Donatella” (in vita), veneta di 76 anni, affetta da una patologia neurodegenerativa. A seguito delle continue sofferenze cui è sottoposta a causa della malattia, il 6 settembre 2024 ha chiesto alla sua azienda sanitaria di riferimento la verifica delle condizioni per poter accedere legalmente in Italia al suicidio medicalmente assistito. Solamente dopo una lettera di diffida dei legali, l’azienda sanitaria ha inviato la relazione finale della commissione medica multidisciplinare che rileva che “Donatella” è capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile che determina sofferenza intollerabile ma non è tenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale.
- Roberto (in vita), 67enne veneto, da anni combatte contro un tumore cerebrale diagnosticato nel 2006. Dal 2018 la sua condizione è peggiorata con crisi epilettiche quotidiane e difficoltà motorie, che gli causano frequenti cadute. Nonostante il dolore e il progressivo deterioramento delle sue condizioni fisiche e cognitive, non vi sono linee terapeutiche in grado di contrastare la malattia. Ad ottobre 2024, Roberto ha chiesto alla sua azienda sanitaria la verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito. Sono state effettuate le visite mediche e ha ricevuto parere negativo a maggio 2025.
CAMPANIA
- “Coletta”, 44enne campana affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), ha ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio medicalmente assistito. Il motivo sarebbe l’assenza di tre dei quattro requisiti necessari per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia. L’unico requisito riconosciuto è la patologia irreversibile di cui soffre. Nel giugno 2025 “Coletta” si è opposta al diniego della ASL e ha chiesto una rivalutazione urgente.
SVIZZERA
QUI L’APPROFONDIMENTO DI TUTTI I CASI
Dopo la sentenza della consulta del 2019, sono 9 le persone che si sono dovute recare in Svizzera per l’accesso al suicidio assistito, aiutate dal’associazione soccorso civile.
Di seguito l’elenco delle persone che hanno avuto accesso alla morte volontaria assistita in Svizzera non in clandestinità, con successiva autodenuncia, o comunicazione pubblica dell’accaduto, da parte delle persone che li hanno accompagnati, che rischiano da 5 a 12 anni di carcere:
- ELENA, Milano (Agosto 2022).Affetta da microcitoma polmonare, patologia oncologica. Accompagnata da Marco Cappato, che si è autodenunciato.
- ROMANO, Milano (Novembre 2022). 82 anni, affetto da una grave malattia neurodegenerativa: una forma di Parkinsonismo atipico. Accompagnata da Marco Cappato, che si è autodenunciato.
- MASSIMILIANO, Firenze (Dicembre 2022) ( →QUI la storia nel dettaglio). 44enne, era affetto da sclerosi multipla.Accompagnato da Chiara Lalli e Felicetta Maltese, iscritte a Soccorso Civile, che si sono auto denunciate insieme a Marco Cappato.
- PAOLA, Bologna (Febbraio 2023). 89enne, affetta da una grave forma di Parkinson. Accompagnato da Virginia Fiuma e Felicetta Maltese, iscritte a Soccorso Civile, che si sono auto denunciate insieme a Marco Cappato.
- SIBILLA BARBIERI, Roma (Novembre 2023) ( →QUI la storia nel dettaglio). 58 anni, paziente oncologica, ha ricevuto nel 2023 un diniego da parte della propria ASL alla richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito, perchè non sarebbe stato presente il requisito del “trattamento di sostegno vitale”. Barbieri, tramite i suoi legali, si è opposta al diniego della ASL, senza avere alcun riscontro. La ASL senza effettuare ulteriori verifiche ad un mese dalla prima verifica, ha confermato il parere espresso. Per questo, visto il progressivo peggioramento delle sue condizioni di malata terminale ha deciso di autosomministrarsi il farmaco letale lontana da casa sua e andare quindi in Svizzera, dove è stata accompagnata tramite un’azione di disobbedienza civile dagli attivisti di “Soccorso Civile”.
Autodenunciati il figlio di Sibilla, Vittorio Parpaglioni e l’ex Senatore radicale Marco Perduca, che l’hanno accompagnata, oltre all’Onorevole Riccardo Magi, il Senatore Ivan Scalfarotto e l’ex Senatore Luigi Manconi, che hanno contribuito all’organizzazione. - MARGHERITA BOTTO, Milano (Novembre 2023). Autodenunciati Marco Cappato, il fratello di Margherita, Paolo Botto, e Cinzia Fornero, iscritta a Soccorso Civile.
- “INES”, Milano (Luglio 2024) ( →QUI la storia nel dettaglio). Affetta da sclerosi multipla, ha fatto richiesta in Italia ed è stata visitata dalla commissione medica il 19 giugno 2024. In assenza della relazione della commissione medica multidisciplinare e del parere del comitato etico, visto il progressivo peggioramento delle sue condizioni, si recava in Svizzera dove accedeva al suicidio medicalmente assistito, accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a “Soccorso Civile”, che hanno reso noto l’aiuto fornito, insieme a Marco Cappato, tramite conferenza stampa.
- Martina Oppelli ( →QUI la storia nel dettaglio) , 49 anni di Trieste, tetraplegica, affetta da sclerosi multipla, completamente immobile, e dipendente dall’assistenza di terzi, ha diffidato l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) dopo 3 dinieghi ricevuti, ha scelto di andare in Svizzera per il suicidio assistito, acompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a “Soccorso Civile”, che hanno reso noto l’aiuto fornito, insieme a Marco Cappato, tramite conferenza stampa. E’ morta il 31 luglio 2025.
- “Fabrizio” ( →QUI la storia nel dettaglio) , ligure. L’’uomo era affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva irreversibile, che lo ha portato a una totale perdita della capacità di parlare e a gravi disturbi motori. Comunicava solo tramite gesti e, a fatica, con un tablet. Era totalmente dipendente da assistenza quotidiana continua e oltre alla sua malattia, a causa di tromboembolia polmonare era in terapia, e con anche insufficienza respiratoria per la quale dipendeva dall’ossigeno terapia durante il sonno. Nonostante tutto questo, secondo il Servizio sanitario della Regione Liguria, “Fabrizio” non dipendeva da alcun trattamento di sostegno vitale,
LIBERI SUBITO
LA CAMPAGNA DI PROPOSTE DI INIZIATIVA POPOLARE O DEGLI ELETTI PER LEGGI REGIONALI
La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani, garantisce l’accesso all’aiuto alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito” nel nostro Paese, individuando determinate condizioni per la persona malata che ne faccia richiesta che devono essere verificate dal SSN(Servizio Sanitario Nazionale)
Il Servizio Sanitario però non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Per questo motivo, nel rispetto delle competenze regionali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.
LE REGIONI COINVOLTE DALLA PROPOSTA DI LEGGE SUL FINE VITA (AGGIORNATO AL 24 settembre)
Approvata (2) : Toscana, Sardegna
Raccolta firme in corso (1) : Trentino
Firme Depositate in attesa di convalida (1) : Umbria
Iter in corso di definizione (6) : Lazio, Campania, Sicilia, Liguria, Puglia e Molise
Rinvio in commissione (8): Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Alto Adige e Valle d’Aosta
Proposte similari (2): Marche e Calabria
Da depositare nuovamente (1): Basilicata
*In Emilia Romagna e Piemonte la proposta di legge è stata rinviata in commissione. A seguito del cambio di legislatura, entrambe le Regioni potrebbero tornare a discuterne.
ASSOCIAZIONE SOCCORSO CIVILE
50 GLI ISCRITTI A SOCCORSO CIVILE, l’Associazione fondata nel 2015 da Marco Cappato, rappresentante legale, insieme a Mina Welby e Gustavo Fraticelli, che offre sostegno alle persone che hanno bisogno di accedere informazioni, e in alcuni casi assistenza logistica e finanziaria, per ottenere aiuto medico alla morte volontaria.
Alcuni nomi degli iscritti a soccorso civile: Matteo Giusti, Paola Zaldera, Sonia Bellini, Renato Michelotti, Mino (Cosimo) Dentizzi, Tommaso Colombini, Roberta Pelletta, Mariasole Cavarretta, Luca Piva, Cinzia Fornero, Marco Perduca, Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Virginia Fiume, Filippo Blengino, Andrea Turi, Maria Raffaella Stacciarini, Claudio Stellari, Carlo Romano, Rosa A Marca, Matteo Hallissey, Laura Di Napoli, Teresa Albano, Matteo D’Angelo, Françoise Raynaud, Marco Riva Cambrino, Alina Ruxandra Matei, Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto, Riccardo Magi, Maria Camilla Tinti, Carla Marchelli, Stefano Anderson, Silvia Findelli e I.G. (preferisce per ora mantenere l’anonimato)
13 ATTIVISTI SI SONO GIÀ AUTODENUNCIATI
La lista completa degli attivisti che si sono già autodenunciati:
- i responsabili di Soccorso Civile Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli;
- i parlamentari Riccardo Magi,Ivan Scalfarotto e gli ex senatori Luigi Manconi e Marco Perduca.
- La giornalista e bioeticista Chiara Lalli, la pensionata Felicetta Maltese, l’attivista Virginia Fiumee Cinzia Fornero Guardia parco.
- Tra i famigliari delle persone malate figurano il figlio di Sibilla Barbieri, Vittorio Parpaglioni, e il fratello di Margherita Botto,Paolo.
Marco Cappato, responsabile legale dell’Associazione Soccorso civile ha fornito aiuto in forme diverse per ogni caso e così anche gli iscritti all’associazione Soccorso Civile. Tutti i disobbedienti civili sono seguiti dal Collegio legale coordinato dall’avv. Filomena Gallo.
Considerando anche gli anni precedenti sono 5 i procedimenti giudiziari in corso. Marco Cappato al momento, insieme agli iscritti al Soccorso Civile, è indagato presso i tribunali delle 4 città dove sono avvenute le autodenunce sopracitate. Nello specifico:
- Milano– per l’aiuto prestato al signor Romano e a Elena Altamira, di Spinea (VE). sui due casi nel maggio 2025 si è espressa la Corte costituzionale per il giorno 26 marzo 2025); Con la sentenza n. 66/2025 la Corte si è di nuovo pronunciata in materia di fine vita e, per la seconda volta in meno di un anno, sulla legittimità costituzionale del requisito del trattamento di sostegno vitale. Pur dichiarando non fondata la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Milano, ha confermato che i trattamenti di sostegno vitale devono ritenersi sussistenti anche se rifiutati dalla persona malata.
- sempreMilanoper l’aiuto fornito a Margherita Botto. Indagini in corso
- Firenze – In relazione all’aiuto fornito a Massimiliano (MIB), è stato sollevato un incidente di costituzionalità, che ha portato all’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 135/2024. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto l’imputazione coatta per Marco Cappato, Mina Welby e Chiara Lalli. Nell’udienza del 4 giugno 2025, il giudice dell’udienza preliminare (GUP) ha deciso il trasferimento degli atti alla Procura di Como.
- Bologna – per l’aiuto fornito a Paola. In attesa della decisione del GIP.
- Roma– per l’aiuto fornito a Sibilla Barbieri. Indagini in corso.