
L’inchiesta annuale di Altroconsumo sui prezzi del posto in spiaggia, che raccoglie le tariffe di 213 stabilimenti balneari in Italia, conferma anche per il 2025 l’aumento delle tariffe. La tendenza, ormai consolidata negli anni, mostra un incremento medio del 5% rispetto al 2024 per una postazione (un ombrellone e due lettini nelle prime quattro file).
Così nelle tasche dei consumatori italiani la voce “spiaggia” sarà una delle più onerose nel bilancio delle vacanze estive 2025. In soli quattro anni, dal 2021 a oggi, la tariffa media per una postazione è passata da 182 a 212 euro, con un incremento complessivo dei prezzi del 17%.
A conferma di quanto sia “salato” il mare, l’indagine di Altroconsumo sottolinea che l’aumento medio del 5% rispetto al 2024 va ben oltre il tasso d’inflazione intorno al 2%.
Per l’indagine, Altroconsumo ha contattato in forma anonima 213 stabilimenti distribuiti in dieci località: Alassio, Lignano, Viareggio, Rimini, Senigallia, Anzio, Palinuro, Gallipoli, Alghero, Taormina e Giardini Naxos. I preventivi si riferiscono alla settimana dal 3 al 9 agosto e includono ombrellone e due sdraio o lettini. I prezzi variano anche in base alla posizione (prima, seconda, terza e quarta fila).
In alcune località l’incremento è ancora più marcato rispetto al 5%: ad Alghero e Senigallia si registra un’impennata del 9%, mentre a Palinuro e Gallipoli il rincaro è del 7%.
Alassio si conferma essere negli anni la località più costosa: per una settimana in spiaggia, il prezzo medio delle prime quattro file è di 340 euro, con la prima fila che arriva fino a 354 euro. All’opposto, Rimini che si distingue per la sua offerta più accessibile: 150 euro prezzo medio e 166 euro per la prima fila. Prezzi popolari anche per Lignano (154 euro prezzo medio, 164 euro prima fila), Senigallia (158 euro prezzo medio, 169 euro prima fila) e Anzio (176 euro prezzo medio, 182 euro prima fila).
Tra le spiagge più costose, dopo Alassio, ci sono Gallipoli (295 euro prezzo medio, 316 euro prima fila), Alghero (240 euro prezzo medio, 251 euro prima fila) e Viareggio (217 euro per tutte le file).
Oltre alla spesa per ombrellone e lettini, numerose sono le micro-spese che incidono sul costo complessivo di una settimana in spiaggia: docce, cabine, giochi da spiaggia, uso dei servizi igienici e del frigorifero. Per esempio, in alcune località liguri, è prassi far pagare un supplemento per l’ingresso della terza persona, rendendo l’esperienza più onerosa per le famiglie numerose: un ombrellone con due lettini può costare anche 55 euro al giorno se si aggiungono i costi extra per altri membri della famiglia.
Di fronte a tariffe sempre più elevate e in costante crescita, la spiaggia libera appare una valida alternativa, ma è sempre più difficile trovarla. La politica delle concessioni infinite ha rallentato la concorrenza tra i balneari a svantaggio dei cittadini. Il sistema delle concessioni balneari, spesso perpetuato senza bandi pubblici, ha ostacolato la concorrenza e contribuito all’innalzamento dei prezzi. Per questo Altroconsumo ha lanciato una petizione, che ha già raccolto 8.000 firme, per una riforma del settore, che garantisca la spiaggia accessibile per tutti e affidi in concessione una porzione dei litorali attraverso bandi che premiano la qualità e la sostenibilità dei servizi offerti prevedendo che i gestori paghino un prezzo per le concessioni proporzionale al fatturato che potrebbero generare. Attraverso la sua petizione Altroconsumo chiede inoltre che le spiagge libere siano dotate di servizi minimi offerti dai Comuni: docce, scivoli per disabili, pulizie periodiche.