SCUOLA: Educazione civica, deve partire per legge nel 2020 ma spunta la scappatoia all’italiana

Malgrado l’evidenza, la chiara condizione contra legem, per il ritorno dell’educazione civica a scuola “si lavora per permetterne l’introduzione già dall’a.s. 2019/20”: a darne notizia è la stampa specializzata, dopo che ieri la legge n. 92 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.195 del 21-08-2019). Sul Il Sole 24 Ore di oggi è riportato che “secondo quanto fanno sapere dal ministero dell’Istruzione, ora con la legge pubblicata, sarebbe sufficiente un provvedimento ministeriale per avviare subito le nuove disposizioni, e non farle rinviare quindi al 2020/2021”.

 

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “invece di spingere per attuare da subito una legge incompleta, confusionaria e priva di finanziamenti, con tanto di danno alle discipline alle quali sottrarrà ore, si sta perdendo tempo per convincere il Miur a utilizzare uno stratagemma, un decreto di salvataggio, e partire tra dieci giorni. Sarebbe molto meglio non violare la legge, dando un segnale di rispetto delle regole – e impegnarsi, nell’anno che manca, a modificare il testo del provvedimento, inserendovi quelle norme che Anief ritiene necessarie e che potrebbero essere apportate dal nuovo governo”.

 

Le leggi sono fatte per essere rispettate. Lo Stato lo dice ai cittadini in tutti quei casi in cui si ribellano. Anche quando sono palesemente sbagliate. Se però fa comodo, il governo di turno fa di tutto per trovare escamotage e scappatoie. Ed è quello che sta accadendo in questi giorni con il ritorno dell’educazione civica in classe: anche se il testo di legge appena approdato in Gazzetta Ufficiale dispone che l’applicazione della legge va “a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge”, qualcuno starebbe facendo di tutto per anticiparne l’adozione nei prossimi giorni, con l’inizio delle lezioni dell’a.s, 2019/20.

 

Una palese forzatura

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sarebbe una palese forzatura. Ancora di più perché stiamo parlando di una norma è stata approvata senza la minima avvedutezza: non si è fissato nulla sulla formazione dei docenti, non si comprende ancora chi si occuperà del suo insegnamento, rimane l’ambiguità sul monte orario e sul fatto che non possa essere considerata come materia, visto che è stata inglobata in altre. Rimane da capire perché si è fatto tanto clamore, dal momento che il tema della cittadinanza è già trasversale e presente negli insegnamenti. Mentre quello che serviva veramente era rendere la disciplina finalmente autonoma”.

 

Atteggiamento irresponsabile

“Rimane – aggiunge il presidente Pacifico – anche superficiale il riferimento alle istituzioni europee, come indicato in una Raccomandazione del Parlamento e dal Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE), relativa a otto competenze chiave per l’apprendimento permanente, tra cui quelle sociali e civiche. Stiamo assistendo a un atteggiamento irresponsabile, teso solo a sponsorizzare la prossima campagna elettorale, senza rendersi conto che certi provvedimenti vanno a creare più danni che benefici”, conclude il sindacalista autonomo.