SCUOLA – Docenti precari di religione cattolica, silenzio imbarazzante

Sugli insegnanti di religione continua a vigere il più assoluto silenzio. Eppure, i problemi da affrontare sono diversi. Prima di tutto va ricordato che l’ultimo concorso risale al 2004 e diversi idonei (molti dei quali hanno ben 30 anni di servizio) continuano ad essere precari, non avendo beneficiato di una graduatoria a scorrimento. In tuto vi sono circa 2.500 i vincitori di concorso del 2004 esclusi dall’immissione in ruolo. Poi ci sono 10.000 precari storici abilitati per i quali non è stata prevista nessuna forma di reclutamento. Il concorso riservato, di cui si parla da anni, continua a rimanere un’ipotesi.

 

Per Anief è necessario che il ministero dell’Istruzione dia avvio a una fase di assunzione in ruolo, nelle more dell’espletamento del nuovo concorso ordinario sul quale c’è stato anche il consenso della Conferenza episcopale italiana e che manca all’appello da più di tre lustri. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Noi continuiamo a chiedere, lo abbiamo fatto anche con alcuni emendamenti presentati al Senato, l’emanazione di un decreto che preveda l’assunzione in ruolo dei docenti di religione cattolica inseriti nelle precedenti graduatorie concorsuali, con la modalità dello scorrimento. E a chiedere un concorso riservato per almeno 8 mila precari storici, che rischiano di andare in pensione da supplenti annuali. I posti ci sono, la volontà reciproca pure, cosa si aspetta ancora?”.

È un andamento lento e incerto quello che si sta conducendo al ministero dell’Istruzione per arrivare a bandire l’atteso concorso di religione, dopo 16 anni di astinenza. Le parti interessate rimangono ferme all’ incontro tenutosi lo scorso 19 giugno, presieduto dalla dottoressa Lucrezia Stellacci, consigliere della ministra Lucia Azzolina, e una rappresentanza della Cei, il sottosegretario don Ivan Maffeis, durante il quale si è deciso di avviare dei tavoli allo scopo di affrontare e approfondire le diverse tematiche che riguardano l’insegnamento della religione cattolica ma allo stesso tempo di raggiungere un’ intesa sul prossimo concorso per l’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione al fine di coprire l’organico, così come previsto dal decreto scuola 159/2019. Nulla è anche scaturito dalle buone intenzioni espresse, con tanto di impegno ad assumere gli idonei del 2004, dalla viceministra Anna Ascani, che presso la VII Commissione della Camera ha risposto ad una interrogazione a risposta immediata prodotta, tra gli altri, dall’on. Carmela Bucalo (FDI) sull’intesa raggiunta tra il Ministero dell’istruzione e la Conferenza episcopale italiana relativamente agli insegnanti di religione cattolica.

IL TAVOLO DI CONFRONTO

“Il Tavolo – scrive oggi Orizzonte Scuola – dovrà dunque seguire l’iter di questa intesa con l’obiettivo di chiuderla in breve tempo e procedere poi con la stesura del bando da parte del Miur”. Nel frattempo, oltre 10 mila precari rimangono in attesa e sperano “che prima di bandire il concorso, avvenga lo scorrimento delle graduatorie di merito del concorso 2004 e che si proceda ad un fabbisogno reale del numero dei docenti di religione, dopo aver effettuato un’attenta ricognizione degli organici I.R.C. di ruolo e con ricostruzione di carriera”, oltre che lo Stato si convinca ad avviare le tanto richieste “procedure concorsuali straordinarie ai docenti abilitati o con anzianità di servizio superiore ai 36 mesi, possibilità finora negata ai docenti di religione”. Nel frattempo, “sono molte le azioni legali, partite su tutto il territorio, a tutela degli insegnanti di religione che sono stati esclusi dalle procedure concorsuali sia straordinarie che ordinarie bandite dal Ministero”, ancora di più dopo la palese “disparità di trattamento tra docenti in base alle classi di concorso di appartenenza”.

COSA DICE LA LEGGE

Ma cosa dice la legge sulla loro stabilizzazione? Sempre la stampa specializzata ricorda “che le immissioni in ruolo per i docenti di religione erano regolate dalla legge 186/2003 che avrebbe dovuto garantire dei bandi di concorso periodici per i posti annualmente disponibili nelle dotazioni organiche, ma di fatto nel corso di ben 16 anni, ciò non è avvenuto, aggravando ulteriormente la condizione di precarietà dei docenti di religione. Infatti la stessa legge prevedeva che per i posti non coperti da docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, si sarebbe provveduto mediante contratti di lavoro a tempo determinato stipulati dai dirigenti scolastici, su indicazione del dirigente regionale, d’intesa con l’ordinario diocesano competente per territorio. Questa situazione ha fatto sì che il reclutamento ordinario sia stato sostituito unicamente dalla supplenza annuale”. L’art.1bis della legge 159/2019 ha stabilito la procedura concorsuale per l’immissione in ruolo dei docenti di religione della scuola dell’infanzia/primaria e secondaria di I e II grado, negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023, e lo scorrimento della graduatoria del 2004.

LE RICHIESTE SINDACALI

A tal proposito le organizzazioni sindacali lo scorso 19 giugno hanno chiesto un intervento urgente al Ministero a favore dei 12.000/15.000 docenti precari abilitati di religione. Le organizzazioni sindacali hanno posto l’accento su tre questioni: bandire quanto prima una procedura concorsuale ordinaria per i docenti di religione; avviare una procedura di assunzione a tempo indeterminato per i precari con oltre 36 mesi di servizio con le medesime modalità previste per i precari di altre discipline; procedere allo scorrimento della graduatoria di merito del concorso DDG 2 febbraio 2004.

L’AZIONE DELL’ANIEF

L’Anief, però, non si è fermata agli auspici. Prima dell’attuale estate, il giovane sindacato rappresentativo ha inviato al ministero dell’Istruzione una esplicita richiesta di emanazione del decreto che prevede l’assunzione in ruolo dei docenti di religione cattolica per scorrimento delle precedenti graduatorie: è stato quindi chiesto all’amministrazione di operare con urgenza, effettuando così le immissioni in ruolo già in vista del prossimo complicato anno scolastico, che farà osservare il record di supplenze e il problema del distanziamento fisico nelle classi.

È inoltre di questi giorni l’iniziativa emendativa dell’Anief da attuare nell’Atto Senato n. 1883, per la conversione in legge del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale, con il quale, tra le altre cose, si chiede un preciso impegno del ministero dell’istruzione di bandire, entro il 2020, una procedura straordinaria per titoli ed esami per i docenti di religione cattolica di ogni organo e grado (parallelamente a quella per i docenti della scuola dell’infanzia e della primaria), finalizzata all’immissione in ruolo di 8 mila precari storici di religione, in analogia a quanto già disposto per il concorso straordinario della scuola secondaria di cui all’articolo 1, comma 1 della legge 20 dicembre 2019, n. 159.

IL RISARCIMENTO DANNO

Nel frattempo, attraverso il giovane sindacato continuano ad essere presentati i ricorsi al giudice del lavoro per ottenere in favore degli insegnanti precari di religione cattolica – con 36 mesi di servizio svolto su posto vacante e disponibile – per ottenere il risarcimento del danno cagionato dalla mancata immissione in ruolo: secondo l’Ufficio legale Anief, infatti, vi sono tutte le condizioni per avere operato, in questi casi, una illecita reiterazione dei contratti a termine, in palese contrasto con la direttiva UE 70 del 1999.