Save the Children, fondamentale promuovere una didattica inclusiva e la partecipazione attiva di studenti e studentesse nelle Nuove Indicazioni 2025 per la scuola del Ministero dell’Istruzione e del Merito

“È fondamentale promuovere una scuola inclusiva, in cui ciascun bambino, bambina o adolescente si senta accolto, ascoltato e valorizzato. Una scuola che promuova la partecipazione attiva di studenti e studentesse, e valorizzi il loro protagonismo per favorire l’inclusione e il senso di appartenenza alla comunità scolastica, con effetti positivi sul loro benessere e sulla prevenzione della dispersione scolastica e della povertà educativa” ha dichiarato Carlotta Bellomi, Responsabile dell’Area Scuola di Save the Children partecipando questa mattina in audizione presso l’apposita Commissione di studio istituita sulle Nuove Indicazioni Nazionali sulla scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I grado, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Save the Children esprime preoccupazione riguardo alle Nuove Indicazioni 2025 Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in particolare per quanto riguarda l’assenza di alcune questioni centrali come la partecipazione e il protagonismo degli studenti, l’importanza di una didattica inclusiva che, accogliendo e valorizzando le differenze, risponda ai bisogni specifici di tutti gli alunni e le alunne e ne favorisca l’apprendimento, i temi della  dispersione scolastica e della povertà educativa.

“Le Nuove Indicazioni 2025 restituiscono una visione etnocentrica, ponendo grande attenzione alla storia e alla cultura occidentale e trascurando la dimensione interculturale. Appaiono scollegate dalla complessità e dalle sfide globali odierne, così come dalle interconnessioni della storia stessa. Questo sembra ancora più inadeguato e anacronistico nella realtà delle scuole italiane, che oggi accolgono quasi un milione di bambini, bambine e adolescenti con background migratorio e che esprimono una ricchezza che andrebbe valorizzata, in una società che, come le stesse Indicazioni Nazionali riconoscono, è sempre più interculturale” ha aggiunto Damiano Sabuzi, Coordinatore advocacy educazione e povertà educativa di Save the Children. 

Nonostante Save the Children apprezzi l’attenzione che le Nuove Indicazioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito pongono su temi come le discipline STEM e il digitale, valorizzando l’importanza sia dell’alfabetizzazione digitale, fin dalla prima infanzia, sia dei temi della sicurezza e della protezione, della privacy e dell’Intelligenza Artificiale (IA), altre questioni che Save the Children ritiene centrali andrebbero ulteriormente trattate e approfondite nelle Nuove Indicazioni. 

È fondamentale che, nel patto educativo tra scuola e famiglie, vengano coinvolti tutti gli attori della comunità educante (educatori, allenatori, volontari, associazioni del Terzo settore, ecc.) che, attraverso un lavoro condiviso e una presa di responsabilità collettiva, possono fornire a ragazzi e ragazze gli strumenti per diventare cittadini consapevoli e informati. È, inoltre, importante valorizzare il protagonismo dei minori stessi, che devono essere coinvolti attivamente nella definizione dei propri percorsi educativi.

Inoltre, affinché studenti e studentesse diventino cittadini consapevoli e informati, è essenziale accompagnarli nello sviluppo di un pensiero critico e analitico. E questo viene favorito non tanto dall’esecuzione di compiti e consegne specifiche quanto da attività che danno spazio alla creatività di studenti e studentesse, che li mettono nelle condizioni di poter sperimentare, anche l’errore, di usare la fantasia e allenare la propria capacità di trovare soluzioni creative e insolite ai problemi. In questo, il docente deve assumere il ruolo di facilitatore dei processi di apprendimento, andando oltre la sola visione di trasmettitore di sapere. 

Infine, la scuola è il luogo per eccellenza dove si può educare alle relazioni e alle differenze, per prevenire e contrastare discriminazioni, razzismo e xenofobia. Educare alle differenze significa sensibilizzare al rispetto delle diversità di genere, lingua, orientamento sessuale, paese d’origine, religione, disabilità. In questo senso, è fondamentale introdurre nelle scuole percorsi di educazione all’affettività come strumenti di prevenzione alle discriminazioni e alla violenza di genere, specie quella maschile contro le donne.

“È importante garantire coerenza e continuità ai percorsi educativi e scolastici di bambini, bambine e adolescenti, a partire dalla scuola dell’infanzia, promuovendo la connessione tra i servizi educativi per l’infanzia e i successivi gradi scolastici. Allo stesso modo, è necessario sostenere un raccordo costante tra servizi educativi, sociali e sanitari territoriali e le famiglie stesse per la creazione di reti di partnership educativa che accompagnino, in un’ottica multidimensionale, i bambini e le bambine nei loro percorsi di crescita”, dichiara Damiano Sabuzi, Coordinatore advocacy educazione e povertà educativa di Save the Children.