Saldi estivi 2019: Confesercenti, nei negozi ribassi dal 30% per invertire un anno difficile

Avvio anticipato per i saldi estivi 2019. Stavolta a battere tutti sul tempo è la Campania, che in via straordinaria darà il via alle vendite di fine stagione già il 29 giugno, in concomitanza con le Universiadi.  Un anticipo di circa una settimana sull’inizio ufficiale dei saldi estivi nel resto d’Italia: ad eccezione della Sicilia e della Basilicata, dove gli sconti partiranno rispettivamente il 1° ed il 2 luglio, nelle restanti regioni la data d’avvio è fissata per il primo fine settimana del mese, sabato 6 luglio.

 

 

È prevista l’adesione ai saldi estivi di oltre 200mila negozi in tutta Italia, con sconti medi di partenza intorno al 30%. Riduzioni di prezzo consistenti per cercare di invertire un’annata particolarmente difficile: nei primi quattro mesi del 2019, anche a causa del meteo imprevedibile, i consumi di abbigliamento hanno segnato una flessione di un ulteriore 1,3%. E anche il 2018 è stato deludente: durante lo scorso anno la spesa media delle famiglie italiane in abbigliamento e calzature si è ulteriormente ridotta, segnando una contrazione dello 0,7% in termini reali. Particolarmente forte è stata la contrazione per gli indumenti per uomo (-2,3%), mentre solo l’abbigliamento per neonati ha registrato una variazione positiva degna di nota (+5,3%).

L’austerity della moda non è mai finita.  Risultati purtroppo in linea con le tendenze mostrate negli ultimi anni. E non ha pesato solo la grande recessione del 2012-2013: la flessione è infatti proseguita anche nei tempi più recenti, pur in una fase di congiuntura economica favorevole e di espansione dei consumi. Il risultato è che l’austerity della moda non è mai finita: nel 2018 la spesa delle famiglie in moda si è ridotta in media di 280 euro l’anno rispetto al 2011, per un calo complessivo del 4%, pari a 2,7 miliardi di euro di consumi in meno. Negli ultimi dieci anni nell’Unione europea la spesa moda è invece cresciuta del 6,7%.

La guerra degli sconti. Il progressivo restringimento dei consumi moda italiani ha dato il via ad una sfida a colpi di promozione: politiche aggressive mirate al mantenimento dei volumi di vendita, che stanno caratterizzando sempre più fortemente il settore. Ai momenti tradizionali di sconto come i saldi, che sono legati al ciclo di rinnovamento dei magazzini dei negozi, si sono infatti aggiunte anche occasioni promozionali ad hoc, online e reali. Il risultato è una pressione promozionale ormai fuori controllo. Continuando di questo passo, la quota di prodotti venduti in saldo o sconto arriverà già quest’anno al 50%: quasi 700 euro a famiglia di acquisti in promozione, livello che consacra l’Italia come il Paese europeo col maggior peso delle vendite promozionali.

“Quest’estate gli sconti di partenza saranno più alti della media: c’è da recuperare un avvio di anno decisamente negativo per le vendite”, commenta Fismo, l’associazione moda Confesercenti. “Ad incidere l’incertezza economica delle famiglie, ma anche un meteo primaverile imprevedibile. Il risultato è che quest’anno i saldi saranno un’occasione sia per le imprese che per i clienti, visto che i negozi presenteranno un assortimento di merce record. Ma c’è da fare chiarezza sulla babele della scontistica, ormai è un’Italia in saldo: tra pre-saldi, promozioni continue e giornate online come BlackFriday (estivi ed invernali), Prime Day e Cybermonday vari si è generato un circolo vizioso dannoso per le imprese ma anche per i clienti, che trovano sempre più difficile orientarsi e distinguere tra le offerte reali, come quelle dei saldi, e le promozioni fasulle. Bisogna mettere un freno a questa deriva”.