Ryanair: Posizione dominante e arroganza

La  compagnia irlandese Ryanair ha deciso che dal prossimo 12 novembre il check-in per i propri voli potrà essere fatto solo attraverso le sue app. Per chi lo farà in aeroporto è previsto un costo di 60 euro. Alla compagnia dicono che già oggi l’80% dei passeggeri fa il check-in online.

Ognuno fa come crede. Ai passeggeri decidere se e come utilizzare i servizi di questa aerolinea.

Ryanair è la compagnia con il più alto numero di voli negli aeroporti italiani e, a leggere le cronache sulle loro vicende economiche, sembra che questo primato tenda ad espandersi. Gli altri vettori, inclusa Alitalia (che al momento si chiama ancora Ita Airways) che è rinata grazie ai soldi che nel passato e nell’oggi tutti i contribuenti italiani hanno copiosamente erogato, sono lontani dai numeri di Ryanair, e sembra che nessuno abbia intenzione di farle concorrenza (per il primato).

Questa situazione si è determinata grazie al disinteresse dello Stato. Molte città e regioni, invece, si sono prodigate per avere più aeroporti possibili, erogando finanziamenti ed agevolazioni essenzialmente per il vettore irlandese che, di fatto, per alcune destinazioni ha una sorta di monopolio. Questi tanti e nuovi piccoli aeroporti hanno optato per il presunto prestigio (e talvolta essenzialità) che deriverebbe dall’avere un aeroporto piuttosto che migliori e più veloci linee ferroviarie, irraggiungibili nonostante le Fs siano di Stato. Con alcuni paradossi che la raggiungibilità di questi aeroporti è talvolta problematica, senza collegamenti ferroviari e con precari collegamenti su gomma. Ryanair ha avuto quindi buon gioco in questo contesto.

Arriviamo all’oggi. Con la maggiore compagnia aerea in Italia che grazie all’assenza di politiche statali di mobilità e collegamenti all’altezza dei tempi e dei bisogni, decide di fare come crede. I bagagli, le frequenze e il check-in. Questo deriva dal fatto che Ryanair è in posizione dominante, più o meno difesa quanto agognata da ogni aeroporto (grande o piccolo che sia), arrogante come un qualunque banale essere umano o imprenditoriale che si senta pressoché indispensabile.

Arroganza indotta dallo Stato e dalla sua assenza. È questo libero mercato? Un privato decide e condiziona la maggior parte della mobilità aerea?

 

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc