‘Psicologia dei Soldi’ un libro che tutti dovrebbero leggere

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E’ stata recentemente tradotta in italiano, per i tipi di Hoepli, una perla fra la letteratura recente in tema di investimenti finanziari e gestione del denaro, scritta da Morgan Housel, un ottimo divulgatore che è stato anche editorialista del Wall Street Journal (attualmente è partner di una società d’investimento piuttosto originale, che si chiama Collaborative Fund e si occupa di investimenti in aziende che, facendo profitti, portano anche vantaggi all’intera società).

Il tema della psicologia in finanza viene generalmente affrontato dal lato della cosiddetta finanza comportamentale. Sinceramente non ne possiamo più di leggere libri che parlano dei cosiddetti bias cognitivi, tema sicuramente interessante, ma che è stato ampiamente abusato e frainteso.

“Psicologia dei Soldi” è – al tempo stesso – molto più profondo e molto più semplice rispetto alla classica “finanza comportamentale”. In primo luogo ci tengo ad evidenziare che il libro è scritto benissimo, proprio sul piano tecnico divulgativo. Si capisce che Housel ha lavorato per molto tempo come comunicatore. Il libro è pieno di storie, racconti, scorre via molto velocemente ma non è affatto superficiale. Propone concetti estremamente rilevanti, ma fa in modo che non siano affatto noiosi.

 

Investire è questione di competenze trasversali La tesi di fondo del libro è la seguente: per fare ottime scelte d’investimento, tali da accumulare e mantenere una ricchezza finanziaria consistente, non è necessario – come falsamente si tende a credere – avere conoscenze/competenze e/o strumenti/tecniche particolari.  Investire bene i propri soldi è questione di competenze trasversali, quelli che con un inglesismo chiamiamo soft-skill.

Non è questione, come spesso si ritiene, di saper valutare un’azione o avere inforamazioni privilegiate. Non è neppure questione di applicare le migliori formule matematiche, avere i migliori computer, trading-system o i migliori gestori. Per accumulare una ricchezza importante e mantenerla a lungo (sono due cose molto diverse, come spiega bene il libro) è essenzialmente necessario trascendere l’avidità e la paura. Ho usato volutamente il verbo “trascendere” (non utilizzato nel libro) e non “controllare” perché, sulla base della mia esperienza ormai ventennale, non è utile (forse neppure possibile) controllare la paura e l’avidità.

Ogni volta che si ingaggia una battaglia fra la “testa” e la “pancia” finisce sempre che la “testa” vince le prime battaglie, ma la “pancia” vince la guerra.

La paura e l’avidità quindi vanno elaborate, trasformate, trascese. Per fare questo è necessario un percorso esperenziale che coltivi, appunto, le competenze trasversali di cui parla questo meraviglioso libro.

Per chi desiderasse leggere di più sul tema, circa un anno fa, scrissi un articolo dal titolo: “Il Tao del Denaro: trasformare la paura e l’avidità” [ link per la versione sito Aduc:https://www.aduc.it/editoriale/tao+denaro+trasformare+paura+avidita_32080.php  ; Link per la versione sul sito Tekta: https://tekta.it/il-tao-del-denaro-trasformare-la-paura-e-lavidita/  ]

 

Competenza = conoscenza + esperienza

Se è vero, come è vero, che per essere ottimi investitori non sono necessarie chissà quali conoscenze è anche vero che le competenze trasversali di cui abbiamo scritto nel paragrafo precedente si raggiungono partendo da alcuni concetti che sono ben spiegati nel libro. Accenno brevemente solo ad alcuni fra un quindicina che si trovano più diffusamente illustrati nel libro:

  • Lo strano caso dell’interesse composto. La quasi totalità delle persone ignora che accumulare e mantenere molti soldi richiede tantissimo tempo, è fondamentalmente una questione di pazienza. Ci sono validissime ragioni matematiche alla base di questa verità che è utile comprendere. Il libro parla pochissimo (quasi niente) di matematica e usa molte storie per far interiorizzare questo aspetto che va in contrasto con la propria naturale avidità.
  • Gli effetti controintuitivi degli “eventi di coda”. Il sesto capitolo del libro, intitolato “Eventi di coda” sottotitola, ammiccante, “Ci si può sbagliare una volta su due e diventare ricchissimi ugualmente”. Comprendere cosa sono e come approfittare degli eventi di coda è forse la singola conoscenza più impattante in finanza.
  • Ragionevole è migliore di razionale. Se fondiamo i nostri piani e le nostre strategie d’investimento su ciò che è freddamente razionale, questi piani saranno destinati a fallire perché gli esseri umani non sono esseri prettamente razionali, bensì emotivi. E’ fondamentale includere gli aspetti emotivi/psicologici nelle strategie d’investimento.
  • Il cambiamento è l’unica cosa che non cambia. Una volta accettata l’indiscutibile verità che tutto cambia, si dovrebbe fare il salto di qualità che consiste nel progettare rimanendo flessibili al cambiamento. Molti evitano di fare piani con la scusa che tanto tutto cambia, questo è fondamentalmente sbagliato. E’ proprio perché tutto cambia che è indispensabile progettare, ma dando agli obiettivi la loro vera funzione la quale non è quella di essere raggiunti, ma di far fare scelte migliori durante il percorso per raggiungere gli obiettivi che cambieranno durante il percorso stesso.

 

Il libro approfondisce molti altri concetti utilissimi per sviluppare le competenze trasversali di cui abbiamo scritto nel primo paragrafo. Le conoscenze, però, se restano solo mentali, non sono sufficienti a sviluppare la competenza. E’ indispensabile aggiungere un ingrediente che costituisce il centro del prossimo paragrafo: l’esperienza.

 

Esperienza emozionale correttiva

In alcune discipline psicologiche si approfondisce il concetto di “esperienza emozionale correttiva”. I primi ad affrontare il tema sono stati Franz Alexander e Thomas French negli anni ‘40 i quali hanno iniziato a discostarsi dall’interpretazione freudiana del concetto di  esperienza. E’ stata poi la scuola di Palo Alto, in particolare Paul Watzlawick  (ed in Italia Giorgio Nardone) a farne un vero e proprio strumento operativo che costituisce uno dei cardini della terapia breve strategica. L’esperienza emozionale correttiva è un’esperienza in grado di innescare un cambiamento nel sentire, nel percepire e di conseguenza nelle azioni della persona. Non c’è vero cambiamento che non sia stato preceduto da un’esperienza emozionale correttiva. Leggere il pur meraviglioso libro di cui stiamo parlando in questo articolo, per quanto sia certamente utile, da solo non indurrà quei cambiamenti necessari a maturare le competenze trasversali che consentono di fare le giuste scelte finanziarie. Occorre fare delle esperienze che producano un cambiamento nella percezione, ad esempio, dei crolli dei mercati finanziari. Un investitore che ha sviluppato le necessarie competenze trasversali percepisce i crolli dei mercati come momenti favorevoli, questo perché ha progettato il suo portafoglio in modo da poterne approfittare e non si è fatto prendere la mano dell’avidità. Per fare questo però, deve aver vissuto quell’esperienza e la deve aver vissuta in uno specifico modo affinché cambi la sua percezione di quei momenti. Lo stesso vale per la competenza che porta a risparmiare una quota significativa del proprio reddito, a prescindere da quale esso sia. Vivere l’esperienza di quanto questo risparmio sia in grado di cambiare radicalmente il modo in cui progettiamo gli investimenti cambia la percezione dell’importanza del risparmio. Alcuni investitori riescono a fare questi passaggi di consapevolezza da soli ma se si ha la fortuna di farsi assistere da qualche raro professionista che,  a sua volta, ha già fatto queste esperienze ed è in grado di agevolarle per i propri clienti tutto sarà molto più veloce e sicuro.

 

Alessandro Pedone, responsabile Aduc Tutela del Risparmio