Pronto? Suo figlio ha ucciso una bambina e rischia il carcere. Finiscono in manette due finti carabinieri, arrestati in flagranza dalla Polizia

La Squadra Mobile della Questura di Rovigo sabato scorso traeva in arresto due uomini gravemente indiziati per il reato di tentata truffa aggravata.

Nella tarda mattinata una signora ultra settantenne chiamava la Sala Operativa della Sezione Volanti in forte stato di agitazione, in quanto poco prima era stata contattata da una donna qualificatasi come maresciallo dell’arma dei Carabinieri. In particolare, la donna, dopo aver riferito che suo figlio aveva investito, uccidendo, una bambina e pertanto rischiava il carcere, affermava che poteva essere scongiurata la detenzione del figlio solo attraverso il pagamento, in contanti e\o in gioielli, della somma di 25.000 Euro.

Gli operatori della Sala Operativa, colta immediatamente la truffa in essere, rassicuravano subito la signora, avvisando nel frattempo gli investigatori della Squadra Mobile, i quali raggiungevano immediatamente l’abitazione della donna, nei pressi di questo centro cittadino, con lo scopo di individuare i due truffatori e scongiurare il reato.

La vittima, fidandosi degli investigatori, li faceva entrare in casa per farsi assistere nel caso in cui i due malviventi avessero provato un nuovo contatto per persistere nel loro disegno criminale. Difatti, poco dopo, la donna veniva contattata nuovamente e invitata a preparare oro e contanti.

Durante la conversazione telefonica, alla richiesta della signora di sentire suo figlio per sapere come stava, una voce maschile si presentava come tale, pregando la madre di fare quello che le veniva richiesto.

Tuttavia, la signora, scaltra, decidendo di fidarsi dei poliziotti della Squadra mobile, preparava una borsa con i beni richiesti, in attesa di consegnarla ai malviventi.

Nel frattempo, oltre agli operatori che avevano raggiunto la signora, erano presenti nei pressi dell’abitazione altri investigatori allo scopo di intercettare i malviventi.

Uno dei presunti truffatori, dopo aver bussato alla porta, si faceva consegnare i beni, tentando poi la fuga, ma veniva inseguito e tratto in arresto in flagranza di reato dagli investigatori.

Gli stessi poliziotti riuscivano abilmente a individuare un’auto che girava nel quartiere in modo sospetto, probabilmente in attesa di essere raggiunta dal complice incaricato di farsi consegnare i preziosi. Infatti, il soggetto, notando la scena dell’arresto, tentava una fuga repentina a bordo della sua auto, ma veniva inseguito e bloccato dopo un km dagli operatori della Squadra mobile, che procedevano ad arrestarlo in flagranza di reato.

La Procura della Repubblica, notiziata dell’arresto, disponeva che gli uomini fossero trattenuti nelle camere di sicurezza della Questura di Rovigo, in attesa di essere giudicati con rito direttissimo.

Lunedì mattina, il Giudice in sede di giudizio per direttissima convalidava l’arresto di entrambi gli uomini presunti truffatori, e su richiesta della Procura di Rovigo veniva disposta la misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Rovigo e Padova. Gli avvocati dei due polacchi si sono avvalsi del termine a difesa cosicché il giudice ha fissato il rinvio del processo per la metà del mese di luglio.

Nei confronti dei due presunti truffatori, valendo sino a giudizio definitivo la presunzione di innocenza, l’ipotesi accusatoria è quella di tentata truffa aggravata dal fatto di aver profittato della condizione di vulnerabilità della vittima, dovuta all’età, e per aver ingenerato nella persona il timore di un pericolo immaginario e l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine dell’Autorità. Si configura la fattispecie nella forma tentata in quanto la consegna del denaro e del bene è avvenuto sotto il diretto controllo della polizia giudiziaria allertata dalla persona offesa (cd. “consegna controllata”).