Porto d’armi. Perché abolirlo per i privati

Armi ai privati è un problema dell’Australia che, ora, solo ora, pensa ad una revisione restrittiva delle sue leggi, mescolando questo disagio con la domanda che tutti si fanno: “dove abbiamo sbagliato contro l’antisemitismo”?

No, non è un problema solo del continente  a sud dell’Equatore. E se per l’antisemitismo, a parte fanatici e balordi giustificazionisti e riduzionisti pur se ammantati da pubblicistica molto amata dai ricercatori di audience dei media, c’è una certa attenzione… non si può dire altrettanto per le armi ai privati. Chè, non dimentichiamolo, mentre a Bondi beach venivano uccisi gli ebrei in festa, alla Brown University (Rhode Island-Usa) si rinnovava il rito del presunto matto che ammazzava un po’ di studenti, mentre in Florida (Usa) si scatenava il panico in una scuola dove un clarinetto veniva scambiato dall’Intelligenza Artificiale per un fucile (1)…. una realtà dell’assurdo che coinvolge odii e amori del nostro tempo.

L’intolleranza e la cattiveria umana sono comportamenti che non saranno mai estirpati, possono solo essere mitigati grazie a controlli che diventano sempre più difficili, spesso rimettendo in discussione le libertà di base che custodiamo nelle nostre democrazie liberali, libertà di cui ci accorgiamo solo quando ne veniamo privati.

Ci siamo domandati se gli strumenti per le nostre sicurezze sono quelli giusti? O se – distratti e inermi davanti a corpi e pensieri che galleggiano in pozze di odio e sangue – accettiamo la realtà delle armi come fatalità? Non ci sono fior fiore di pensieri fondanti dei nostri regimi che ci ricordano che “il fine non giustifica i mezzi”, lo Stato di diritto, la superiorità delle leggi sulle barbarie?

Oggi, dopo tutte le Bondi beach del mondo, ci sono due reazioni, dove non è chiaro il limite dell’una rispetto all’altra: più armi per gli individui e/o leggi più restrittive per l’acquisto delle stesse.

Reazioni che non intaccano la legittimità degli individui di avere armi per agire/reagire. Siamo sicuri che questa legittimità – il porto d’armi – non produca effetti contrari ai desiderata? Cerro, le armi si possono comprare anche al mercato nero, ma è possibile che l’inesistenza di un mercato legale, pur se foraggerebbe in parte quello illegale, darebbe un duro colpo allo stimolo di armarsi per risolvere i propri problemi.

Ci sono Paesi come gli Usa, che hanno in Costituzione il diritto a detenere armi, dove è normale vedere cartelli in alcuni luoghi pubblici con “no guns allowed” come fosse “no smoking”. Dobbiamo rassegnarci che tutto il mondo debba essere/diventare così?

Non è la legge – divieto di porto d’armi nel nostro caso – foriera di educazione e civiltà?

Se il porto d’armi fosse vietato in Italia, alcuni commercianti che oggi hanno giustamente guai giudiziari per eccesso di difesa grazie ad armi in loro possesso, si sarebbero organizzati e difesi in modo diverso. Così come un qualche politico che, ammazzando con la pistola un qualche immigrato, non avrebbe avuto opportunità di farlo.

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/panico+scuola+della+florida+ia+sorveglianza+scambia_141829.php

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc