Il clima attorno al caso GNL a Pesaro si è fatto più teso. All’indomani della conferenza stampa convocata nella Sala del Consiglio comunale, l’impressione condivisa da attivisti, giuristi e associazioni è che la città stia attraversando un momento cruciale: un confronto aspro che intreccia ambiente, diritti civili, responsabilità istituzionali e uso dello strumento giudiziario nello spazio pubblico.
Il quotidiano Il Resto del Carlino titola: «Sulla Fox continua la battaglia». Nell’aria, scrive il giornale, «ci sono altre denunce a carico degli ambientalisti». Durante la conferenza, questa percezione è riemersa con forza.

Roberto Malini, co-fondatore del Comitato Pesaro: NO GNL, ha aperto l’incontro dialogando con i cronisti. Ha ripercorso le preoccupazioni che accompagnano il progetto di liquefazione del metano previsto nell’area industriale della Tombaccia e il crescente impatto delle azioni legali nei confronti della società civile.
«L’azienda stessa dovrebbe sostenere chi chiede trasparenza e rispetto delle normative», ha dichiarato. «Contrastare l’attivismo è un errore grave, e lo ricorda anche l’Unione europea con la sua Direttiva anti-SLAPP».
La pressione giudiziaria è diventata il nucleo di molte riflessioni della mattinata. La causa civile da 2 milioni di euro avviata da Fox Petroli contro Malini e Lisetta Sperindei, riferisce il Carlino, potrebbe non essere l’unica in arrivo. In sala stampa, tra i giornalisti, circolano ipotesi di ulteriori querele.
Carlo Ialenti ha ricostruito tre elementi cardine che, a suo avviso, rendono fragile l’impianto progettuale:
- le osservazioni del Comune al progetto GNL,
- i vincoli ambientali e urbanistici dell’area,
- la modifica dell’art. 82 del Regolamento Comunale di Igiene, che nel 2023 ha ampliato la tolleranza verso attività insalubri in zona urbana.
«La città deve interrogarsi su come queste scelte incidano sulla salute e sul futuro delle aree già vulnerabili», ha detto.
L’avvocata Pia Perricci, referente per le Marche dell’Hub di Protezione, ha illustrato il profilo giuridico della causa intentata da Fox. Ha definito la richiesta di danni «un tipico esempio di SLAPP», azioni giudiziarie che, attraverso richieste economiche sproporzionate, scoraggiano la partecipazione pubblica.
Ha ricordato che l’Italia, entro il 2026, dovrà recepire la Direttiva europea anti-SLAPP, che introdurrà strumenti per arginare l’uso abusivo dei tribunali come mezzo di intimidazione.
Luigi Marini, intervenendo a nome proprio e di Sinistra Italiana, ha ribadito la necessità di proteggere gli attivisti: «Chi solleva criticità su un progetto industriale non può essere lasciato solo a fronte di pressioni giudiziarie».
Tra gli elementi più discussi, la recente lettera della Commissione europea al Comitato NO GNL, illustrata da Malini. Bruxelles richiama l’Italia al rispetto del principio di precauzione, alla trasparenza sulle informazioni ambientali, alle norme sui rischi industriali e alla Convenzione di Aarhus sulla partecipazione del pubblico.
Il giornalista d’inchiesta Gianni Lannes ha riportato l’attenzione sulla condizione ambientale della Tombaccia, un’area segnata da decenni di attività petrolifere. «Non si può progettare un impianto a rischio rilevante senza conoscere lo stato reale del suolo e delle acque», ha affermato. «Servono analisi indipendenti e, se necessario, una bonifica completa».
Rosalia Cipolletta, per Legambiente, ha richiamato una posizione storica dell’associazione: gli impianti a rischio non dovrebbero essere collocati nelle aree urbane, dove entrano in conflitto con la tutela del clima, della salute e della qualità del territorio. «È necessario evitare che nel cuore della città possano insediarsi strutture ad alto impatto, contrarie ai principi di giustizia territoriale».
La conferenza ha restituito un’immagine nitida: Pesaro sta affrontando un nodo che va oltre il singolo progetto industriale. La vicenda GNL è diventata un caso nazionale sulla tenuta del principio di precauzione, sulla trasparenza delle istituzioni e sulla protezione di chi esercita, pacificamente, il diritto di partecipare alla vita democratica.
Gli attivisti insistono sul diritto della cittadinanza a conoscere i rischi e a esprimersi senza paura di ritorsioni giudiziarie; le associazioni chiedono dati certi e analisi rigorose; i giuristi avvertono che l’uso improprio delle vie legali può distorcere il dibattito pubblico; l’Unione europea osserva i passaggi cruciali.
Nel frattempo, il contenzioso cresce. E la battaglia attorno alla Fox — come ha scritto la stampa locale — sembra destinata a proseguire. Pesaro dovrà decidere se affrontarla come una controversia tecnica o come un test, più ampio, sulla qualità della democrazia e sulla capacità di proteggere il futuro del proprio territorio.
Da sinistra, Luigi Marini, Rosalia Cipolletta, Gianni Lannes, Carlo Ialenti, Pia Perricci, Lisetta Sperindei, Roberto Malini (Foto Steed Gamero)
