Partenariati per la ricerca: giudizio positivo sulle finanze, pur in presenza di un importante ambito di rischio

Le imprese comuni sono state costituite per apportare un contributo essenziale alla competitività dell’Europa in numerose aree strategiche”, ha affermato Hans Lindblad, il Membro della Corte responsabile dell’audit annuale sulle stesse. “Per l’esercizio in esame, dall’audit della Corte sono emersi significativi rischi finanziari, specie in relazione a F4E. Detti rischi devono essere urgentemente affrontati. La Corte raccomanda inoltre miglioramenti nella gestione finanziaria delle imprese comuni, in modo che queste possano rafforzare l’impiego ottimale delle risorse svolgendo al contempo la propria missione per una ricerca di alta qualità e soluzioni innovative digitali, ecologiche e sociali”.

La Corte ha espresso un giudizio positivo sui conti delle imprese comuni, per entrate e pagamenti. Tuttavia, dai controlli sono emersi errori persistenti nei pagamenti delle sovvenzioni, principalmente in relazione alle dichiarazioni delle spese per il personale. La Corte ha altresì osservato che alcune imprese comuni non avevano ancora posto in atto un quadro di controllo basato sul rischio che permetta loro di concentrare meglio i controlli sui beneficiari e i progetti più rischiosi.

La Corte ha inoltre constatato che, in alcuni casi, il lento avvio dei programmi di ricerca e innovazione del 2021‑2027 (Orizzonte Europa ed Europa digitale) ha ritardato l’esecuzione del bilancio operativo ed il raggiungimento dei valori-obiettivo di contributo dei membri privati. In numerosi altri casi, gli auditor della Corte hanno rilevato debolezze nella pianificazione e esecuzione delle spese amministrative, il che potrebbe indicare criticità strutturali.

Per quanto riguarda F4E, la Corte segnala rischi rilevanti, generati dal fatto che il progetto ITER è attualmente oggetto di importanti modifiche dell’estensione tecnica e di una ridefinizione delle tappe intermedie. Oltre al rischio in termini di sostenibilità (la rilevanza del progetto potrebbe esser compromessa) e ad un rischio giuridico (dette modifiche potrebbero non essere approvate dai paesi partecipanti), l’impresa comune F4E corre il rischio tecnico ed economico che le significative modifiche apportate all’estensione delle proprie realizzazioni tecniche possano incidere sull’innovazione. Per di più, l’impresa comune F4E sta registrando notevoli aumenti dei costi, derivanti principalmente dalle modifiche tecniche proposte, ma anche dal persistere dell’inflazione elevata e da pressioni sulla catena di approvvigionamento. F4E ne stima l’ammontare a circa 4,2 miliardi di euro: i costi totali per la parte europea del progetto ITER passerebbero da 21,6 a 25,8 miliardi di euro (a valori del 2024). Vi è il rischio finanziario che contributi per F4E significativamente più alti possano non essere finanziati in modo sostenibile da Euratom nel futuro.

La Corte attira inoltre l’attenzione sul fatto che alcune imprese comuni al momento incontrano grosse difficoltà nel raggiungere il valore-obiettivo fissato per i contributi dei membri privati entro la fine dei programmi del 2021‑2027: in particolare, l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (EuroHPC) non ha esteso gli ambiti ai quali i suoi membri privati possono contribuire, e l’impresa comune “Salute globale EDCTP3” non è finora riuscita ad attrarre partner contributori dal settore privato in numero sufficiente.