PARITÀ SALARIALE, LE DONNE DI FIPE-CONFCOMMERCIO: ESTENDERE LA LEGGE DEL LAZIO A TUTTE LE REGIONI

Se vogliamo raggiungere davvero l’obiettivo della parità salariale tra uomini e donne, il sistema Paese deve muoversi in maniera uniforme, non a macchia di leopardo. Con la legge regionale approvata ieri, la Regione Lazio è diventata apripista di un percorso virtuoso che ora deve essere esteso al resto della penisola.

Ma bisogna fare presto, perché la piena ripresa economica passa proprio dalla capacità di reinserire nel mercato del lavoro le lavoratrici e le imprenditrici donne che nell’ultimo anno si sono viste costrette a casa. Quello dei pubblici esercizi è un mondo virtuoso: il 50,4% dei dipendenti, infatti, è donna, mentre un terzo delle imprese, 112mila è a titolarità femminile e ogni anno genera un volume d’affari pari a 11 miliardi di euro. Da sempre come Federazione promuoviamo la parità di salari e la piena occupazione, anche per il personale femminile, ma da soli non possiamo vincere questa sfida. È necessario un intervento a un livello superiore che determini un incremento dei controlli da parte degli ispettori del lavoro, imponga una reale trasparenza salariale e soprattutto contribuisca alla diffusione di una cultura diversa che veda nel lavoro femminile un’opportunità straordinaria di crescita complessiva.

Così Valentina Picca Bianchi, imprenditrice nel settore catering e banqueting e presidente del Gruppo Donne di Fipe-Confcommercio, in merito alla legge sulla parità retributiva tra i sessi approvata ieri dal Consiglio regionale del Lazio.