PALERMO: USURA PECCATO SOCIALE COME LA MAFIA CHE RICHIEDE UN APPROCCIO INTEGRATO

Rinnovata al presidente Luciano Gualzetti la guida della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, riunita a Palermo nei giorni scorsi per l’Assemblea delle Fondazioni Antiusura e per il convegno nazionale “Nel nuovo scenario socio-economico, l’azzardo anticamera dell’usura”, presso il Salone Cardinale Lavitrano nel Palazzo Arcivescovile.

I lavori del convegno sono stati preceduti dalla Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice e da un momento di preghiera davanti alla tomba di Don Pino Puglisi, di cui quest’anno ricorre il trentennale dell’omicidio da parte della mafia.

“ll suo esempio sia un dono per ciascuno di noi”, ha detto mons. Lorefice rivolgendosi ai volontari presenti e ringraziando il presidente della Fondazione dott. Vittorio Alfisi – Presidente della Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia per l’organizzazione dell’evento nazionale a Palermo.

Numerose le citazioni tratte dagli scritti di don Pino, alle quali Mons. Loreficice ha fatto riferimento durante il suo intervento conclusivo: “Don Pino ci dona le sue 3P: preghiera, poveri e presbiterio. Ci viene chiesto di ascoltare le sofferenze delle persone che soffrono, stare dentro la vita dei poveri. Sentire il profumo della sofferenza, soprattutto dei piccoli. La passione morale e la compassione cristiana devono essere a guidare le nostre intenzionalità, a salvaguardia dell’umanità e della dignità delle persone schiacciate dall’azzardo e dall’usura. Urge un’assunzione di responsabilità collettiva nei confronti dell’azzardo che foraggia le tasche degli usurai. L’usura è un peccato sociale. Come la mafia, è strutturato, nasconde volti e persone, fino a creare una struttura di peccato e ingiustizie sociali. Mettiamoci insieme. Anche questo ci chiede la sinodalità della Chiesa”.

“Oggi abbiamo riconosciuto come i fenomeni dell’usura e dell’azzardo si siano modificati nel tempo rispetto a quando li abbiamo incontrati per la prima volta, intorno agli anni novanta. Per tale ragione, dobbiamo affrontarli con competenza, per riconoscerli e attrezzarci con nuovi strumenti per contrastarli, ha dichiarato il DottLuciano Gualzetti – Presidente della Consulta Nazionale Antiusura. C’è bisogno di un’alleanza tra tutti coloro che possono giocare un ruolo nella prevenzione e nella cura dei dipendenti da azzardo: istituzioni, imprese, terzo settore. Solo con un approccio integrato culturale, sanitario, sociale, educativo si possono ristabilire priorità e nuovi modelli di educazione che vedano l’uomo in tutte le sue dimensioni. Non possiamo continuare ad assistere passivamente i nostri giovani, per un’appartenenza calcistica, siano adescati dall’azzardo e dalle dipendenze patologiche. L’ascolto e la lettura della realtà devono portarci a mettere insieme le esperienze che ciascuno riesce a mettere in campo, per un’assunzione di responsabilità comune”.

Attualmente oltre due milioni di famiglie versano in stato d’insolvenza irreversibile, a condizioni invariate. Su tale sfondo il rischio usura presenta tratti che assomigliano molto a quelli della congiuntura del 1992, quando fu rilevata in modo drammatico, per poi svilupparsi sul finire del secolo e ritornare in proporzioni più contenute fino alla recessione del 2012-2013. Come allora convergono un taglio evidente ai redditi familiari (inflazione), una decrescita del valore dei patrimoni immobiliari, un balzo dei tassi d’interesse, una forte riduzione della domanda di beni e di servizi. È quanto emerso dalla relazione del Prof. Maurizio Fiasco – Consulente della Consulta Nazionale Antiusura.

“Cessata, e nel complesso contenuta l’emergenza sociale ed economica per la pandemia, la crisi finanziaria accesa dal conflitto in Ucraina e adesso dalla guerra a Gaza si rovescia oggi sui bassi redditi delle famiglie, generando a sua volta gravi sofferenze.

In altri termini, vi è un’impennata dei casi d’insolvenza irrecuperabile (sovraindebitamento, in termini tecnici) e si sviluppa il rischio di usura, che riguarda le famiglie e molte piccole imprese. Alle 205mila unità d’abitazione all’inizio del 2020 pronte per le aste, fatte iscrivere dai creditori e dai fondi speculativi che avevano rilevato i “crediti deteriorati”, se ne sono aggiunte 126mila nel 2021 e almeno 135mila nell’ultimo anno. L’emergenza è destinata ad aggravarsi per il ritorno – come riflesso delle nuove guerre – di due mostri, che sembravano da otto anni scomparsi: l’alta inflazione e gli alti tassi d’interesse.

Da una parte l’inflazione che incide immediatamente sul menage, quella sui prezzi dei consumi familiari ha abbondantemente superato, cumulativamente, dall’aprile 2022 al settembre 2023 (ISTAT) i 10 punti percentuali; dall’altra parte l’aumento dei tassi d’interesse ha fatto aumentare di almeno due terzi gli oneri per i mutui per la casa. Insomma, la rata di un mutuo a tasso variabile da 500 euro (nel 2020) è arrivata a superare gli 800, già nello scorso settembre: più 66 per cento. E’ davvero molto, perché riguarda circa un milione di famiglie (tante hanno sottoscritto al tasso variabile: il 28,6 per cento del totale delle mutuatarie)”.

“Il delitto di usura vede quali vittime, diverse tipologie di persone offese, dalle famiglie più povere sino alle piccole e medie imprese, le quali ricorrono ad un’offerta di denaro dato in prestito che, proprio per le condizioni di crisi economica, gli appare come un’immediata e possibile soluzione per ottenere pronta liquidità, in ragione della frequente impossibilità di accedere al mercato legale del credito”, ha spiegato il dott. Vincenzo Vincifora, funzionario dell’Ufficio del  Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. L’usura è un fenomeno molto sotterraneo giacché chi ne rimane intrappolato, trova molto difficile palesare, con la denuncia dei fenomeni criminosi subiti, la propria condizione di crisi economica o di povertà che l’ha portato a ricorrere al prestito usurario. Una forte azione è anche svolta – in un’ottica di sinergia con le istituzioni – dalle Fondazioni antiusura, molto vicine, nella quotidianità, alle problematiche degli operatori economici più esposti alla criminalità organizzata, e dalle associazioni antiracket ed antiusura iscritte negli albi prefettizi, ai quali è riconosciuta dalla normativa in materia un ruolo determinante nell’ambito del sostegno alle vittime”.

“Il fenomeno dell’azzardo, attraverso un’ascesa pressoché irrefrenabile, ha assunto oramai da anni dimensioni di volumi di denaro impressionanti, che in più di un’occasione hanno dato e danno luogo a fenomeni degenerativi di natura economica e sociale, ha messo inevidenza il Cav. Filippo Torrigiani – Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia. E tuttavia, per avere piena contezza di cosa significa l’azzardo, mettiamo all’attenzione alcuni dati: nel corso del 2021 sono estremamente preoccupanti. In questo anno, infatti, la raccolta del gioco in Italia ha sfiorato i 110 miliardi di euro (tot. Giocato 110.883.170.782 €) con una perdita netta per i giocatori di 15.412.231.206 € e tutto questo con punti gioco chiusi e SLOT e VLT disconnesse per circa 8 mesi a causa delle chiusure imposte dalla pandemia. E ancora: nell’arco temporale 2011–2021 il volume di denari veicolati nei vari canali di gioco è stato di 1,03 trilioni di euro. Dinnanzi ad un fenomeno di enormi dimensioni come quello dei giochi e delle scommesse, è divenuto improcrastinabile rendere i processi di tutela della salute in primis, vigilanza, regolamentazione, controllo e repressione sempre più funzionali ed ordinati con l’obiettivo di garantire legalità all’intero sistema. Non di meno giova rammentare che il fenomeno concorre, peraltro a produrre quella che è anche definita ‘povertà indotta’. Uno sviluppo corretto, equilibrato e sostenibile di un mercato in continua evoluzione, passa necessariamente da un apparato che ne garantisce legalità, efficienza della vigilanza e controlli che lo Stato deve assicurare”.

Il Dr. Aniello Baselice – Medico psicoterapeuta Dipartimento Dipendenze ASL Salerno Consulente scientifico Centro Addiction e DGA Gruppo Logos OdV (SA), è entrato nel merito  dei fattori patologici del sovraindebitamento: “Negli ultimi decenni si è assistito a un’evoluzione del concetto di dipendenza: se prima, con questo termine, si faceva riferimento prevalentemente a un disturbo legato all’uso di alcol o sostanze, con il passare degli anni, le esperienze che possono essere al centro di una dipendenza sono aumentate fino ad arrivare a comprendere tutta una serie di comportamenti che non hanno a che fare con l’uso di una sostanza ma che comunque interferiscono con il sistema nervoso, l’equilibrio neurochimico e con vari aspetti della vita della persona. La letteratura scientifica sembrerebbe evidenziare la presenza di una relazione tra i tre comportamenti patologici, decisamente più evidente e supportata nel caso di gambling e shopping compulsivo e nel caso di shopping compulsivo e accumulo compulsivo. Sono state, infatti, rilevate una forte correlazione tra comportamento di gioco d’azzardo patologico e comportamento di shopping compulsivo e delle differenze significative tra giocatori non patologici e giocatori patologici negli indici inerenti all’acquisizione compulsiva (più alti nei giocatori patologici), ad eccezione degli indici relativi all’acquisizione di beni gratuiti”.

Al convegno hanno partecipato il capitano della Guardia di Finanza dott. Matteo De Gasperis, il tenente colonnello dei Carabinieri dott. Salvino Macli, il Presidente f.f. della sezione fallimentare dott. Giuseppe Rini, la dott.ssa Maria Baratta in rappresentanza della Prefettura, il sindaco prof. Roberto Lagalla, il commissario capo della Questura dott.ssa Ilaria Pedone.