
A 40 anni dall’omicidio del commissario Giuseppe “Beppe” Montana, la Polizia di Stato ha onorato a Palermo la memoria del capo della Sezione catturandi, ucciso a colpi di pistola il 28 luglio 1985, mentre si trovava con la fidanzata al molo Porticello, una frazione del comune di Santa Flavia.
Aveva arrestato numerosi esponenti della Mafia e tre giorni prima, insieme alla sua squadra, aveva ammanettato otto uomini del boss Michele Greco, che sfuggì alla cattura.
Il 17 febbraio 1995 la Corte di assise di Palermo ha condannato i mandanti dell’omicidio del commissario Montana, tra i quali, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano.
Questa mattina il capo della Polizia Vittorio Pisani, accompagnato dal questore di Palermo Vito Calvino, ha deposto una corona di alloro in ricordo del sacrificio del giovane funzionario della Polizia di Stato sul lungomare di Porticello, dove si trova la stele commemorativa del Commissario.
Successivamente, il prefetto Pisani si è recato presso la sede della Squadra mobile di Palermo, dove Montana è ricordato tra i caduti della Polizia uccisi dalla mafia, e ha deposto una corona d’alloro alla presenza di ex colleghi e amici dell’indimenticabile capo della Catturandi palermitana.
A Beppe Montana è stata conferita la Medaglia d’oro al Valor civile nel settembre del 1986 e questa mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha ricordato insieme alle figure del vicequestore Antonino Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia, uccisi in un agguato pochi giorni dopo Montana.
“Giuseppe Montana fu tra i costruttori della Sezione catturandi di Palermo, la cui azione diede colpi decisivi al mito della invulnerabilità dell’organizzazione mafiosa – ha dichiarato il Capo dello Stato – Montana e Cassarà, insieme all’agente della scorta Antiochia, simboli dell’impegno dello Stato, vennero uccisi perché la mafia li temeva. Le loro testimonianze di vita sono trasmesse ai più giovani perché possano crescere quei valori di legalità e giustizia che soli possono darci un futuro degno”.