Onore e riconoscenza ai servitori dello Stato, come Costa, Cassarà e Antiochia

Quarant’anni fa, il procuratore di Palermo Gaetano Costa, magistrato rigoroso e intransigente nell’azione di contrasto al crimine organizzato, fu assassinato per mano mafiosa.

Nel 1985, sempre il 6 agosto, solo qualche giorno dopo il vile assassinio del commissario Giuseppe Montana, furono uccisi il vice questore Antonino Cassarà e il giovane agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia. Cassarà, investigatore di eccezionali capacità, era impegnato in indagini complesse per disarticolare la rete criminale di “Cosa nostra”, al fianco del “Pool antimafia” della procura di Palermo.

«La data del 6 agosto – ricorda il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – è un anniversario che accomuna il sacrificio di servitori dello Stato che, negli anni drammatici dell’offensiva criminale contro le istituzioni, fecero della lotta alla mafia la propria missione sacrificando anche la loro vita».
La titolare del Viminale rinnova la memoria di questi uomini straordinari per «onorare chi, nell’esercizio delle responsabilità più diverse, ha sacrificato la propria esistenza nel compimento del dovere». Allo stesso tempo, il ministro esprime «profonda riconoscenza per coloro che, ogni giorno, mettono a rischio la propria vita per assicurare, al servizio dei cittadini, l’affermazione dei diritti e il rispetto delle regole».