
“Il sindaco di Budapest Gergely Karácsony ha reso noto che sarà interrogato dalle autorità ungheresi per aver consentito lo svolgimento della più grande manifestazione LGBTI+ degli ultimi anni nel Paese. Un atto dovuto alla libertà di riunione, trasformato in pretesto d’indagine. Noi di Certi Diritti, con Europa Radicale, eravamo in piazza il 28 giugno insieme a migliaia di persone: oggi ribadiamo pubblicamente il nostro sostegno al sindaco, bersaglio di un evidente tentativo di intimidazione” dichiarano Claudio Uberti, Nicola Bertoglio (CertI Diritti) e Chiara Squarcione e Federica Valcauda (Europa Radicale).
“Quando un’amministrazione tutela il diritto a manifestare e per questo finisce sotto inchiesta, non è “giustizia”: è pressione politica. Karácsony non ci ha lasciati soli quel giorno: non lo lasceremo solo adesso” aggiungono.
Troppo spesso si invoca l’articolo 7 TUE come soluzione automatica. In realtà, le misure provvisorie per sospendere una legge ungherese passano dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE): serve un ricorso per inadempimento alla Corte di giustizia (artt. 258–260 TFUE) con richiesta cautelare ex art. 279 TFUE.
Questo ricorso può essere presentato anche da uno Stato membro.
“Sono mesi che chiediamo all’Italia di muoversi: il governo Meloni ha tutti gli strumenti per farlo, se davvero vuole difendere i valori dell’articolo 2 TUE e la libertà di riunione” aggiungono i membri delle due associazioni presenti al Budapest Pride.
“Le nostre richieste, sono: alla Commissione europea e ai governi degli Stati membri (Italia in primis, affinché possano avviare il ricorso alla CGUE e chiedere misure provvisorie contro le norme liberticide di Budapest.
Al Parlamento europeo: includere il divieto/repressione del Pride nel dossier ungherese, senza confondere l’art. 7 con gli strumenti cautelari. Infine, alle istituzioni italiane: sostegno politico e concreto a Karácsony e alle ONG locali; non possono ignorare le 200 mila persone in piazza in quanto Stato membro” concludono Uberti, Bertoglio, Squarcione e Valcauda.