
È intollerabile questa conta senza fine di bambini e giovani vite spezzate nel tentativo di raggiungere l’Europa. Non possiamo più girarci dall’altra parte: è inumano. Oggi, nell’ennesimo naufragio al largo del Mediterraneo, una madre ha perso la figlia di circa un anno e si prospettano decine di dispersi, tra cui anche minori.
Mentre si attende, con angoscia, il bilancio definitivo dell’ultima tragedia in mare, Save the Children rinnova l’appello per l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare vite umane, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea, e per l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l’Europa.
Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – in queste ore è presente a Lampedusa con un team di esperti che ha fornito immediata assistenza. Gli operatori di Save the Children, in collaborazione con ente gestore del centro, organizzazioni e agenzie operative sul posto, si sono attivati per la protezione e il supporto dei superstiti.
Sono più di 32 mila le persone morte o disperse in mare dal 2014 nel Mediterraneo, molti minori, quasi mille solo nel 2025[1]. Molte di loro erano bambini e adolescenti.
Video dichiarazione di Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children: https://vimeo.com/1109721568/6b0d35e27d