Mutui e tassi BCE: i casi SVB e Credit Suisse cambiano le aspettative

stack of money and home models, home insurance ideas and insurance agents for those interested.

La BCE ha confermato un nuovo aumento di 50 punti base del costo del denaro il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile*, potrebbe portare le rate del finanziamento a salire del 52% in meno di 18 mesi. Secondo le simulazioni di Facile.it se l’incremento BCE si riflettesse in maniera speculare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 456 euro di gennaio 2022 ai 693 euro del secondo trimestre 2023.

La buona notizia, se così vogliamo considerarla, è che alla luce delle vicende SVB e Credit Suisse, sono cambiate le aspettative future dei mercati, che ora scommettono su aumenti più contenuti nei prossimi mesi e sulla possibilità che la BCE rallenti, se non addirittura interrompa, il trend rialzista. Fino a pochi giorni fa, guardando i Futures sugli Euribor, la rata sarebbe potuta arrivare a giugno 2023 a 740 euro, oggi gli analisti prevedono invece che possa salire non oltre i 700 euro.

Le simulazioni

Per analizzare come sono cresciute le rate e come ancora potrebbero aumentare a seguito del nuovo rialzo dei tassi da parte della BCE, Facile.it ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.

Il tasso (Tan) di partenza usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A partire dalla seconda metà del 2022 la Banca Centrale Europea ha deciso di contrastare la crescente inflazione aumentando più volte il costo del denaro, scelta che ha contribuito a far già salire notevolmente il tasso del mutuo variabile (arrivato a sfiorare il 4% a marzo 2023) incremento che, come detto, non pare destinato a fermarsi e anzi con l’ulteriore aumento dei tassi BCE dello 0,50%, che potrebbe portare la rata mensile del mutuo tipo addirittura a circa 693 euro.

«Per capire come cambieranno nella realtà le rate dei mutuatari bisognerà aspettare di vedere come si muoverà effettivamente l’Euribor, la cui volatilità è aumentata notevolmente nelle ultime ore a seguito delle vicende SVB e Credit Suisse», spiegano gli esperti di Facile.it.

Crescono le surroghe e calano gli importi richiesti

Per far fronte all’aumento delle rate, e tutelarsi da ulteriori futuri rincari, molti mutuatari stanno valutando la possibilità di cambiare banca; a conferma di questo trend arrivano altri dati di Facile.it, che hanno messo in luce come le richieste di surroga siano tornate a crescere e, nei primi due mesi dell’anno, abbiano rappresentato quasi il 20% del totale delle domande di finanziamento, valore raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

«Chi ha un mutuo a tasso variabile e vuole cambiare, oggi ha diversi strumenti a disposizione», continuano gli esperti di Facile.it«Può scegliere di surrogare il finanziamento, o, se si hanno i requisiti, rinegoziare il mutuo con la propria banca sfruttando magari le nuove regole introdotte del Governo. Il consiglio è di rivolgersi ad un consulente così da identificare l’opzione più adatta alle proprie esigenze».

 

L’aumento dei tassi riguarda anche gli aspiranti mutuatari, che oggi devono fare i conti con condizioni meno favorevoli rispetto al passato. Non sorprende vedere che, negli ultimi mesi, chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa abbia puntato a importi più contenuti rispetto al passato. Sempre secondo l’analisi di Facile.it, nei primi due mesi del 2023 la richiesta media per mutui prima casa è scesa a 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

«Il calo graduale degli importi richiesti, già in atto dalla seconda metà del 2022, è strettamente legato all’aumento dei tassi di interesse», concludono gli esperti di Facile.it. «In alcuni casi è l’aspirante mutuatario che, pur di non rinunciare all’acquisto, sceglie di orientarsi su un importo più contenuto così da alleggerire la rata mensile, in altri è la banca stessa che, per preservare il rapporto rata/reddito, è costretta a ridimensionare la richiesta».