Mercato energia. Quello libero, da solo, è alle porte… e ora?

La presidente del Senato ha dichiarato inammissibile l’emendamento che prorogava la fine del mercato tutelato dell’energia. Quindi prepariamoci alla fine di questo mercato…. come si sapeva da tempo tutti: Autorità, consumatori e aziende.

 

Quasi tutte le aziende in questi ultimi anni, quando un utente andava loro a chiedere l’avvio di un contratto, facevano finta che il mercato tutelato non esistesse più e, tranne gli utenti “testardi” e quelli che avevano i contratti da tempo e non avevano ceduto alle pressioni per passare a quello libero, ti “obbligavano” al mercato libero, per loro sempre molto più remunerativo.

Quindi il passaggio avrebbe dovuto essere semplice, lineare, nelle cose dei fatti… ma evidentemente così non era, e l’Arera ha fatto sì che fosse richiesto un rinvio ché si era resa conto che più di qualcosa non funzionava in quella parte di mercato libero che era già partita: parole, parole e parole verso un mercato che avrebbe dovuto essere libero ma che avrebbe dovuto fare i conti con alcuni macigni giganteschi:
– sia per gas che per elettricità, percentuali intorno al 50% sono quelle di chi ha lasciato fino a oggi il mercato tutelato a favore di quello libero: dati del Monitoraggio retail 2018 dell’Arera che confermano che siamo ancora in altissimo mare;
– per l’elettricità l’Enel fornisce il 70% dell’energia. Enel che è anche concorrente di coloro che acquistano l’energia da lei… e se viene il dubbio che ci possa essere una posizione dominate di mercato e un conflitto di interessi, non crediamo di essere fuori strada;
– gli operatori in entrambi i settori sono circa 400, un numero spropositato rispetto alle dimensioni del mercato;
– la legge prevedeva l’istituzione di un elenco dei soggetti abilitati alla vendita (in funzione anti-giungla) che al momento non c’è ancora;
– sempre nel Monitoraggio retail 2018 dell’Arera, è la stessa Autorità che dà numeri che fanno ben comprendere che siano necessari obblighi informativi più stringenti soprattutto per il mercato dei consumatori.
– su tutte queste caratteristiche pesa come un macigno una realtà di fatto che non può che bloccare la concorrenza: il 60-70% del costo della materia prima, elettrica e gas, è costituito dalla componente fiscale. Il mercato, quindi, dovrebbe giocare ad esser tale sul restante 30-40%.
Più che un mercato sembra un mercatino.
Bene, ora la cosiddetta liberalizzazione partirà con questo mercatino. Aspettiamoci tempeste che, come al solito, saranno pagate dagli utenti.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc