Mentre la sanità affonda senza gli infermieri e le ostetriche, la riforma di medicina è pronta a regalarci un esercito di nuovi medici con buona speranza di restare disoccupati

“Con la recente riforma dell’accesso a Medicina, che apre la porte a decine di migliaia di nuovi studenti, è un dato di fatto, tra pochi anni rischiamo di trovarci con un surplus di medici in cerca di collocazione. 

 

Sono gli stessi sindacati di categoria a definire, incredibile ma vero, con il termine “devastanti”, le conseguenze del cambiamento voluto da Governo e Regioni. Oltre 10mila giovani medici senza un futuro! 

 

Una scelta che stride con la realtà di un Servizio Sanitario Nazionale che, nessuno osi negarlo, si regge sulle competenze e i sacrifici degli infermieri e sulle professioni sanitarie assistenziali, oggi al punto più critico degli ultimi vent’anni della loro storia”.

 

Così il sindacato Nursing Up nella sua analisi della riforma dell’accesso a Medicina.

 

“Paradosso dei paradossi, appare chiaro che i medici, oggi, non fanno certo i salti di gioia per questa riforma e allora perché? Perché mai, ci chiediamo, le politiche sanitarie di casa nostra continuano a prendere decisioni così discutibili e che non rappresentano certo “la priorità”?

 

“In Italia mancano all’appello 175mila infermieri rispetto agli standard europei. Nessuno osi dire il contrario con cifre riduttive e vetuste. 

 

Soprattutto in Italia servono prima di tutto gli infermieri e non i medici, sia chiaro una volta per tutte!

 

Dal 2010 al 2024 abbiamo perso oltre il 50% di iscrizioni a infermieristica. I giovani sono sempre meno attratti dalle professioni sanitarie. 

 

Siamo agli ultimi posti in Europa per retribuzioni, attendiamo da tempo un contratto che va ricostruito in modo strutturale, e nel 2024 oltre 20mila professionisti dell’area non medica hanno lasciato volontariamente il servizio. Più del 70% degli infermieri non rifarebbe questa scelta professionale o non è soddisfatto delle condizioni in cui lavora. La quotidianità infermieristica continua a raccontare di turni massacranti e turn over inesistente.

 

E mentre la voragine di infermieri, con questo “pericoloso andazzo”, è destinata a diventare incolmabile (perdiamo il 30% di infermieri ogni anno tra fughe all’estero, pensionamenti e dimissioni, dal momento che manca un ricambio adeguato), il Governo e le Regioni cosa fanno ? 

 

Pensano alla figura dell’assistente infermiere che mette a rischio la qualità di un sistema già fragilissimo, oppure per tappare le falle della carenza di infermieri, progettano di reclutare, nelle nostre corsie, “eserciti” di professionisti stranieri a digiuno di lingua italiana.

 

La domanda allora è inevitabile: avevamo davvero bisogno di una riforma di Medicina che ci regalerà un surplus di nuovi medici (con quale collocazione poi?), quando il cuore dell’assistenza, rappresentato dagli infermieri e dalle ostetriche, vive una carenza strutturale senza precedenti? 

 

Tutto questo quando la valorizzazione che attendiamo è così impellente e non può attendere oltre?

 

Prima di aprire nuovi fronti formativi nella sanità, la politica finalmente si interroghi, lo faccia una volta per tutte: servono risposte concrete a una crisi infermieristica che mette a rischio ogni giorno la tenuta del fragile Servizio Sanitario Nazionale. E’ in gioco il presente e il futuro della salute dell’intera collettività. La politica però, pare, non averlo compreso fino in fondo”, conclude il Nursing Up.