Mediterraneo centrale, UNHCR: a giugno -3% di arrivi via mare rispetto al mese precedente

Sono quasi 7.000 le persone sbarcate sulle coste italiane nel mese di giugno 2025. Il dato mostra una diminuzione del 3% rispetto al mese precedente (7.178).

Le persone arrivate sulle coste italiane a giugno sono partite da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria. La Libia è stata anche questo mese il primo Paese di partenza, con circa l’86% di tutti gli arrivi via mare in Italia.

Il 69% delle persone arrivate a giugno sono sbarcate a Lampedusa. Altri porti di sbarco includono Roccella Ionica, Pozzallo, Crotone, Reggio di Calabria, Catania, Carrara, Porto Pino, Pantelleria, Ravenna, Savona, Porto Empedocle, Napoli, Brindisi, Vibo Valentia, Livorno, Noto, Messina, Trapani, Augusta, Chia e Sant’Antioco.

4 persone sono decedute in base alle testimonianze raccolte dal nostro staff su due incidenti avvenuti nel mese di giugno nella rotta del Mediterraneo Centrale[1]. Il secondo naufragio, avvenuto ieri 30 giugno al largo delle coste di Lampedusa, ha causato l’annegamento di un bambino ivoriano e la morte della madre, soccorsa in condizioni critiche ma deceduta poco dopo, nonostante gli sforzi di rianimazione a bordo della nave della Guardia Costiera italiana che ha trasbordato i superstiti dal peschereccio tunisino che li aveva soccorsi.

Nei primi sei mesi dell’anno sono stati registrati 29.903 arrivi via mare, un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2024 (26.015). Da inizio 2025, la Libia è il primo paese di partenza con il 91% di tutti gli arrivi via mare in Italia (il 56% nei primi sei mesi del 2024). La Tunisia si conferma secondo Paese di partenza ma con una rilevante riduzione passando dal 39% dei primi sei mesi del 2024 al 6% di tutti gli arrivi via mare del periodo gennaio-giugno 2025.

La Sicilia continua a essere la regione più interessata dagli sbarchi a livello nazionale e in particolare Lampedusa, che registra un aumento delle persone sbarcate di circa 10 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sul totale degli arrivi via mare in Italia.

Per quanto riguarda le nazionalità di origine, da inizio anno quelle prevalenti sono state: Bangladesh (33%), Eritrea (15%), Egitto (12%), Pakistan (9%), Etiopia (5%), Siria (4%), Sudan (3%), Somalia (3%), Guinea (2%), Tunisia (2%), Algeria (2%), Iran (2%) e Nigeria (2%). Rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, alcune nazionalità mostrano variazioni significative: sono in aumento persone provenienti dal Bangladesh, Eritrea ed Egitto mentre in diminuzione persone provenienti da Siria, Tunisia e Guinea.

Secondo i dati IOM (Missing migrants Project) 752 sono le persone morte e disperse nel Mediterraneo nei primi sei mesi del 2025 (rotta dell’Africa nord-occidentale esclusa) di cui 542 avvenuti lungo la rotta Centrale (72%). Lo scorso anno nello stesso periodo, le vittime erano state 1.356 di cui 949 avvenute lungo la rotta Centrale.  

L’UNHCR è presente nei luoghi di sbarco dove continua a supportare con team dedicati le autorità italiane, in collaborazione con le agenzie nazionali ed europee e gli altri partner, per fornire informazioni ai nuovi arrivati e per una pronta individuazione e la tempestiva presa in carico delle persone più vulnerabili presso servizi e cure specializzati.

L’UNHCR continua a sollecitare gli Stati a potenziare risorse e capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità. In particolare, rinnova il suo appello alla collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare e per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone in cerca di protezione internazionale.

Infine, l’UNHCR avverte che la riduzione dei finanziamenti umanitari a livello globale sta colpendo duramente i rifugiati e le comunità che li ospitano. Fra le conseguenze, si allontana anche la prospettiva di soluzioni a lungo termine, complicando la gestione delle frontiere, aumentando i rischi di traffico e abuso e incoraggiando gli spostamenti successivi.