
Il Ministero dell’Ambiente risponde agli attivisti pesaresi, ma sorvola sull’incompletezza della documentazione e delle analisi, fra cui l’assenza di uno studio sulla rosa dei venti e sulle simulazioni di incidente…
Pesaro – Nel progetto per la realizzazione del nuovo impianto di gas naturale liquefatto (GNL) previsto nella zona industriale della Tombaccia, a Pesaro, manca un elemento tanto invisibile quanto determinante: il vento. Nella documentazione tecnica pervenuta al Ministero dell’Ambiente, che ha concesso la Valutazione di Impatto Ambientale positiva, infatti, non risultano analisi dettagliate sulla rosa dei venti né simulazioni delle possibili conseguenze in caso di fuoriuscita di gas o incidente rilevante. È una carenza grave, secondo il Comitato PESARO: NO GNL, che l’ha evidenziata in una nota inviata alle autorità. «Senza lo studio dei venti – afferma il Comitato PESARO: NO GNL – non è possibile valutare il reale comportamento di una nube di metano in caso di perdita, né pianificare correttamente la disposizione dei sensori di allarme o prevedere gli effetti su scuole, abitazioni, aziende e viabilità».
Una relazione diffusa a marzo a cura del Comitato etico e scientifico di Europa Verde presieduto dal prof. Sergio Ulgiati, docente e ricercatore nel campo della Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali e composta da esperti riconosciuti e stimati in Italia e nel Mondo, metteva già in rilievo come l’autorizzazione ministeriale fosse stata concessa senza attenzione alle normative sulla sicurezza, l’ambiente e la salute nonché alle politiche dell’Ue del Green Deal: “In tal modo,” è spiegato nella relazione, “gli interessi finanziari vanno a prevalere sugli impegni climatici e sul futuro sostenibile del Paese. Un simile atteggiamento, di fatto negazionista, da parte del Governo assume come priorità politica assoluta il fatto di consentire a chi fa affari con l’energia di continuare a farli”.
La questione cruciale del vento non è tecnica solo in apparenza. Il GNL, una volta rilasciato nell’ambiente per un guasto o una rottura, evapora istantaneamente e forma una nube fredda, più pesante dell’aria, che si muove radente al suolo; la sua traiettoria è governata da fattori ambientali come direzione e velocità del vento, umidità e temperatura. In assenza di una valutazione anemologica locale, resta ignoto in quale direzione si muoverebbe il gas, quanto si estenderebbe la zona a rischio e se i sistemi di allerta funzionerebbero tempestivamente.
«Nessuna delle planimetrie consultate – prosegue il Comitato PESARO: NO GNL – indica il nord geografico o i venti prevalenti. È come progettare un impianto ad alto rischio con gli occhi bendati, contando sul caso».
La normativa, del resto, parla chiaro. Il Decreto Legislativo 105/2015, che recepisce la direttiva europea Seveso III, impone che il Piano di Sicurezza e il Rapporto di Rischio contengano simulazioni realistiche di dispersione del gas, in diverse condizioni meteo. Le Linee Guida del Ministero dell’Interno, inoltre, indicano l’obbligo di tenere conto della rosa dei venti nella progettazione degli allarmi e delle misure di emergenza. Non meno chiare sono le buone pratiche internazionali: standard come la NFPA 59A o la ISO 16924 richiedono modellazioni numeriche basate su dati anemologici specifici del sito, con software come AERMOD o PHAST.
Nel caso di Pesaro, invece, non risulta alcuna simulazione realistica, né tanto meno la valutazione dell’effetto domino in un contesto densamente urbanizzato, dove lo stesso impianto è circondato da attività produttive, strade ad alta percorrenza e abitazioni. «Il vento – conclude il Comitato PESARO: NO GNL – è il principale vettore della pericolosità in caso di dispersione di GNL. Ignorarlo nella progettazione è una negligenza tecnica che può diventare colpa civile e penale se qualcosa dovesse accadere. Chiediamo che le autorizzazioni vengano sospese finché non saranno fornite simulazioni complete, fondate sui dati meteorologici reali della città».
L’incompletezza delle analisi sul sito e della documentazione legata alla sicurezza e alla salute sono elementi posti in rilevo nel Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che il Comitato PESARO: NO GNL e l’Associazione “Iniziativa per l’Europa e l’Ambiente”, assistite dall’avvocato Andrea Filippini, noto per le sue battaglie giuridiche ambientaliste, depositeranno il prossimo 5 maggio a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel frattempo il Ministero dell’Ambiente ha risposto – con PEC firmata dal Direttore generale della Commissione tecnica PNRR-PNIEC, architetto Luigi Necco – alla richiesta di spiegazioni sulla concessione della V.I.A. trasmessagli da Roberto Malini del Comitato PESARO: NO GNL. Una risposta che non affronta alcuno dei rilievi posti in essere dal Comitato, ma afferma genericamente. “La Commissione tecnica PNRR-PNIEC durante lo svolgimento dell’istruttoria tecnica ha effettuato un sopralluogo presso i luoghi interessati dal progetto ed ha richiesto integrazioni documentali. Il proponente ha riscontrato con l’invio di integrazioni documentali e successive ulteriori integrazioni volontarie. La Commissione, in base all’istruttoria svolta, tenuto conto dei pareri e delle osservazioni pervenute, ha valutato positivamente il progetto in questione”.
“Il Ministero non giustifica l’incompletezza della documentazione e la superficialità delle analisi,” commenta il Comitato, “ma in sostanza ci risponde che la Commissione incaricata si è accontentata del materiale ricevuto per accordare un’autorizzazione che non tiene conto dei pericoli di incidente rilevante né dell’insalubrità dell’impianto. È così perché è così”.
Nel frattempo, il Comitato annuncia nuove azioni di segnalazione e richiesta di chiarimento presso le autorità competenti, a partire dal Prefetto, dai Vigili del Fuoco e dal Comitato Tecnico Regionale, già raggiunti da appelli formali nelle scorse settimane. Il vento, questa volta, non soffia sul mare ma sull’assenza di trasparenza e prevenzione. E il rischio, secondo i cittadini di Pesaro e gli esperti, è già troppo vicino alle case.